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Caffè dell'Ussero                           (Pisa - Italy)

Da: Vari
email: agoseta@yahoo.com
Data: 19 Apr 2000
Ora: 09:43:53
Nome remoto: 195.223.103.133

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A PISA IL CAFFÈ DELL'USSERO COMPIE 225 ANNI In posizione centrale, sull'elegante curva del lungarno pisano, sorge un inconsueto edificio, unico nel suo genere nella Toscana occidentale: il Palazzo Agostini. L'edificio, che rappresenta un notevole esempio di architettura tardogotica dell'antica Repubblica Marinara, è il risultato dell'accorpamento di alcune case-torri medievali uniformate in facciata. Esso è contraddistinto da quelle singolari decorazioni in cotto, che piacquero tanto a John Ruskin, uno dei principali sostenitori, nel secondo Ottocento, della diffusione del gusto goticheggiante. I primi contratti d'affitto o lettere private indirizzate agli Agostini, nelle quali si menzioni la presenza di un Caffè al piano terreno del loro palazzo, risalgono all'ultimo quarto del Settecento, ma la denominazione di "Caffè dell'Ussero" viene riportata per la prima volta, ufficialmente, in una nota al contratto d'affitto del 1° settembre 1775, contenente il nome del conduttore del locale, Carlo Pellizzoni di Parma. Dal documento, esposto in copia nel locale, risulta che il conte Cosimo Agostini "concede due* Botteghe, con retro Bottega, e stanza per uso del luogo commune (sic), poste Lungh'Arno sotto la Casa di Sua abitazione nella Cura e Popolo di Santa Maria dei Galletti per tenersi ad uso di Caffè e Biliardo." L'asterisco rimanda aduna nota, datata 1799 e aggiunta sul margine sinistro del documento inedito, conservato nell'Archivio privato Agostini, nella quale si legge: "di queste due Botteghe nel presente tempo in cui siamo una è quella dov'è il biliardo che confina a ponente con quella del Minetti; e l'altra è la metà del Caffè dell'Ussero qual metà confina a ponente con il d.°Biliardo." Al Pellizzoni subentrò nel 1795 Giuseppe Chiesi, alla cui morte la figlia Maddalena cedette l'attività e la licenza al rinomato Pietro Feroci, già conduttore del Caffè del Forestiero e di quello del Teatro dei Ravvivati, poi Teatro Rossi, di fronte al Collegio Ricci, oggi sede della Facoltà di Lettere. Mentre alcuni collegano genericamente il nome marziale dello storico locale pisano all'epopea napoleonica, altri lo riconducono all'antica insegna di una adiacente (ma fantomatica) Locanda dell'Ussero, la quale in realtà, fra Sette e Ottocento non era situata sul Lungarno di Tramontana (oggi Pacinotti), bensì Oltrarno, in via Garofani, dietro la vecchia Posta delle Lettere. Un'ipotesi romantica, che doveva piacere molto agli studenti liberali, farebbe invece derivare il nome del Caffè dal corpo degli Ussari o Usseri, abili cavalleggeri dell'Ungheria, nazione alquanto insofferente della dominazione viennese. Questo corpo di cavalleria veniva reclutato, in tempo di guerra, chiamando alle armi un cittadino ogni venti, da cui il nome Huszar, che in ungherese significa "ventesimo". Infine, una leggenda tramandata oralmente vedrebbe l'origine del nome nel fatto che, nei locali del palazzo Agostini, sarebbe stato imprigionato e murato vivo un Ussero francese, il cui fantasma, aggirandosi nell'antico edificio, farebbe risuonare lugubremente le catene con le quali era stato legato. La leggenda, collegata a quella della presenza di un altro fantasma nella villa Agostini di Corliano, deve essere scaturita dal ritrovamento di alcune ossa nel corso dei frequenti lavori di ristrutturazione del palazzo, che, nella prima metà dell'Ottocento, ospitò anche le Stanze Civiche, sede della prima Riunione degli Scienziati Italiani nel 1839. Numerosi rapporti del Bargello di Pisa rivelano che da oltre due secoli questo Caffè dei lungarni è stato la meta preferita degli studenti e dei professori di idee più avanzate dell'Ateneo pisano, i quali solevano riunirsi in queste salette non solo per giocare al biliardo, ma per discutere di politica e commentare le gazzette che riferivano di moti carbonari nelle Romagne, negli Stati Pontifici o nel Napoletano. Fu proprio per esser salito su un tavolino dell'Ussero a declamare ad alta voce una di queste notizie che lo studente livornese Francesco Domenico Guerrazzi fu sospeso per un anno dall'Università. Ma ogni occasione, dal superamento di un esame al conferimento della laurea, costituiva un buon motivo per correre all'Ussero a festeggiare, o a improvvisare allegre Feriae Matricularum anche fuori stagione. Delle allegre brigate di allora parlano molti vecchi studenti, che si sarebbero in seguito distinti in ogni campo professionale, del sapere o della politica: dall'aretino Antonio Guadagnoli, il quale, improvvisando quartine scherzose fece una penosa impressione al Leopardi, che vi accenna nello Zibaldone, al monsummanese Giuseppe Giusti, l'eterno fuoricorso, venuto, come scrisse lui stesso, a studiar Legge di contraggenio; dal maremmano, ma pisano d'elezione, Renato Fucini, che in questo locale scoprì la propria vena poetica, al primo italiano vincitore di un Premio Nobel, il versiliese Giosuè Carducci, il quale, dopo aver superato brillantemente un esame, corse all'Ussero a improvvisare un poema eroicomico: "Eroe dell'epopea, ch'io un po' cantavo, un po' declamavo, era un vaso etrusco personificato, il quale entrava nell'Ussero e spaccava le tazze, i gotti, e simili buggeratelle moderne." Abituali frequentatori del più celebre Caffè pisano —ed uno dei più longevi d'Italia, accanto al Florian di Venezia, al Pedrocchi di Padova e al Greco di Roma —furono anche Giuseppe Montanelli, ardente sostenitore,da studente, degli ideali mazziniani e volontario sui campi di Curtatone e Montanara, dove fu gravemente ferito, e Alessandro D'Ancona, primo direttore del quotidiano fiorentino La Nazione e della Scuola Normale, Senatore del Regno e Sindaco di Pisa. Ai tavoli dell'Ussero sedettero anche altri noti personaggi della politica, della cultura e dell'arte, da Giuseppe Mazzini ai garibaldini Giuseppe Cesare Abba e Vittorio Betteloni; da Paolina Leopardi, sorella del Poeta, al fisico Luigi Puccianti, maestro di Enrico Fermi; da Guglielmo Marconi a John Ruskin, l'unico ad aver descritto l'insegna dell'Ussero, raffigurante un soldato su un cavallo rampante, poi gettata in Arno dalla folla insofferente di qualsiasi richiamo alla dominazione austro-ungarica. Dopo aver subìto a fine Ottocento una ristrutturazione e trasformazione in café-chantant e poi in uno dei primi cinema pisani ed italiani, il Caffè dell'Ussero, dopo le chiusure dovute agli eventi bellici, ospitò varie iniziative artistiche e culturali, che portarono nelle sue antiche sale la famosa soprano Renata Tebaldi e lo storico dell'arte Enzo Carli; i celebri saggisti Carlo Pellegrini e Mario Praz, e il pittore Salvatore Pizzarello — cui si devono i ritratti di alcuni celebri Usserini esposti sulle pareti del locale — fino agli scrittori Bino Sanminiatelli e Mario Tobino, al Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini e ai futuri presidenti della Repubblica Giovanni Gronchi e Carlo Azeglio Ciampi, entrambi exallievi dell'Università di Pisa e Normalisti. A tutti questi fatti e figure è dedicato “L'Ussero: un caffè universitario nella vita di Pisa”, un volume riccamente illustrato a cura del prof. Mario Curreli, pubblicato dalle Edizioni ETS di Pisa, che raccoglie saggi di vari autori. Dopo l'ultimo restauro, eseguito nel 1999 dall'architetto Claudio Gioia, che ha restituito allocale l'antico splendore, grazie alla lungimiranza dei proprietari e del conduttore è ripresa anche l'attività culturale del Caffè, che vede ospitare nelle sue sale le riunioni dell'Accademia Nazionale dell'Ussero. (M.Curreli)

Storico Caffè dell’Ussero di Bronte Tarcisio L.no Pacinotti 27 56126 PISA (Italy) Telefono 39-050-581100

Maggiori informazioni: Prof. M.Curreli c/o Edizioni ETS Srl Piazza Carrara 1 I-56126 Pisa (Italy) Tel. 39-050-29544

Altre informazioni: “In Occidente il caffè si diffuse attraverso Venezia, dove, si pensa, sia stata aperta la prima "Bottega del Caffè" nel 1640, anche se alcuni ritengono che ne sia stata aperta una precedentemente a Livorno (Porto Pisano). In ogni caso, il successo fu immediato ed il caffè, sia come bevanda che come locale, si diffuse in ogni città italiana.” da http://www.caffe.it/

Inoltre: http://www.localistorici.it/ e http://www.geocities.com/Athens/Rhodes/8790

Aggiornato il: 22 October 2003