Insegnare negli USA (Insegnamento Lingua Italiana)
Inviato da RiccardoR, lunedì, aprile 24, 2006, 19:28 (6788 giorni fa)
Salve a tutti,
penso che l'oggetto del messaggio spieghi già tutto.
Sono laureato in Filosofia e ora sto frequentando la SSIS (che finirò il prossimo anno).
Per ragioni personali vorrei tentare di lavorare negli Stati Uniti, ma non riesco a trovare informazioni coerenti; ho letto alcuni interventi precedenti nel forum, ma anche in questo caso non ho trovato indicazioni utili.
In particolare, vorrei conoscere per lo meno come muovere i primi passi, a chi rivolgermi (in Italia o negli USA>). Ogni informazione è gradiata.
Grazie,
Riccardo
Insegnare negli USA
Inviato da Roby, lunedì, aprile 24, 2006, 21:13 (6788 giorni fa) @ RiccardoR
» Salve a tutti,
»
» penso che l'oggetto del messaggio spieghi già tutto.
» Sono laureato in Filosofia e ora sto frequentando la SSIS (che finirò il
» prossimo anno).
»» In particolare, vorrei conoscere per lo meno come muovere i primi passi, a
» chi rivolgermi (in Italia o negli USA>). Ogni informazione è gradiata. Per ragioni personali vorrei tentare di lavorare negli Stati Uniti, ma non
» riesco a trovare informazioni coerenti; ho letto alcuni interventi
» precedenti nel forum, ma anche in questo caso non ho trovato indicazioni
» utili.
Non troverai mai informazioni coerenti! Non troverai mai nessun numero di telefono che ti dice tutto sull'insegnamento all'estero. E lascia stare i concorsi tramite i ministeri, ci vogliono anni e santi in paradiso! Parlo x eesprienza personale. Nessuno ti aiutera' piu di tanto. Per vari motivi.
All'estero nn funziona come in italia, dove e' tutto centralizzato, e x diventare insegnati bisogna seguire la stessa rotta uguale x tutti. All'estero, specie nei paesi anglofoni, le strade x diventare insegnatni sono centianaia, e dipendono da mille fattori: chi sei, che livello di inglese hai, che tipo di laurea hai, che exp hai, etc....Ogni scuola detiene i suoi parametri. Ad alcune vai bene, ad altre no! Ho sentito di persone che insegnano francese, x es, senza laurea! Ma con un diploma linguistico e un esperienza all'estero di anni! Loro accettano tutte le domande, le valutano e non seguono un unico criterio di ammissione, ma guardano la persona, il suo background, curriculum, senza soffermarsi su un criterio base.
In Italia invece nn puoi fare l'insegnate di ruolo senza SSIS, e x fare la SSIS occorre (diciamolo chiaramente) il 110/110, altrimenti una benedizione! Questo e' un parametro del tutto sbagliato e dettato da menti malate e incompetenti che nn sanno che non basta avere un 110 x essere un buon insegnante! Non ha alcun nesso ! Essere bravi in uuna materia, infatti, nn significa saperla anche insegnare. E come dire che Baggio oltre ad essere un grande calciatore DEVE x forza essere anche un grande allenatore. Falso! Lippi era un calciatore mediocre ed ora un grande allenatore! Cosi la pensano anche gli americani.
Scusa x questa lunga digressione. Era uno sfogo personale!
L'unica cosa da fare quindi e' contattare direttamente le scuole locali e farsi un idea di quello che serve. In ogni caso, l'unica cosa che ti servira' di sicuro x insegnare negli USA e' un ottimo livello di inglese, altrimenti si fa dura! Per il resto ti devi "SAPER VENDERE"....
Good luck!
P.S: Spero di nn aver fatto molti errori, poiche' nn rileggo!
Insegnare negli USA
Inviato da frà, lunedì, aprile 24, 2006, 23:11 (6788 giorni fa) @ Roby
Roby dice:
» All'estero nn funziona come in italia, dove e' tutto centralizzato, e x
» diventare insegnati bisogna seguire la stessa rotta uguale x tutti.
» All'estero, specie nei paesi anglofoni, le strade x diventare insegnatni
» sono centianaia, e dipendono da mille fattori: chi sei, che livello di
» inglese hai, che tipo di laurea hai, che exp hai, etc....Ogni scuola
» detiene i suoi parametri. Ad alcune vai bene, ad altre no! Ho sentito di
» persone che insegnano francese, x es, senza laurea! Ma con un diploma
» linguistico e un esperienza all'estero di anni! Loro accettano tutte le
» domande, le valutano e non seguono un unico criterio di ammissione, ma
» guardano la persona, il suo background, curriculum, senza soffermarsi su
» un criterio base.
Mica tanto... ho appena letto la risposta dell'istituto di cultura di parigi ad una mia richiesta di informazioni su come muoversi per insegnare presso di loro, per lettorati e similia e lo scenario descrittomi dalla (peraltro gentilissima e disponibilissima) addetta culturale è più o meno apocalittico.
Nel senso che sembra tutto passi per canali istituzionali, lauree in lingue, abilitazione all'insegnamento in italia e compagnia cantante.
La cosa, devo dirti la verità, mi demoralizza molto...
Io ho una laurea in filosofia (peraltro con un piano di studi fatto quasi esclusivamente di esami di linguistica, sociolinguistica e glottodidattica, ma questo non frega niente a nessuno), per cui già vengo esclusa in partenza da tutte le possibilità legate al miur e al mae, e non intendo regalare due anni della mia vita alla ssis. O meglio, lo farei se volessi insegnare nella scuola italiana, ma non è quello che voglio!!!
Ma sinceramente non vedo il nesso con l'insegnamento dell'italiano agli stranieri, per cui ho fatto due corsi di formazione per insegnanti, ho lavorato in scuole private in Italia, ho fatto un assistentato linguistico in australia, ho regalato 150 euro all'università per stranieri di siena per prendere la ditals (che ancora devo capire da chi è riconosciuta, a questo punto!!!) e nonostante ciò da mesi ormai cerco contatti per levare le chiappe dall'italia senza risultati.
non so, forse sono io che mi muovo male o che non conosco i canali giusti,ma come si trovano i canali giusti>>>
Scusate lo sfogo
Frà
» All'estero nn funziona come in italia, dove e' tutto centralizzato, e x
» diventare insegnati bisogna seguire la stessa rotta uguale x tutti.
» All'estero, specie nei paesi anglofoni, le strade x diventare insegnatni
» sono centianaia, e dipendono da mille fattori: chi sei, che livello di
» inglese hai, che tipo di laurea hai, che exp hai, etc....Ogni scuola
» detiene i suoi parametri. Ad alcune vai bene, ad altre no! Ho sentito di
» persone che insegnano francese, x es, senza laurea! Ma con un diploma
» linguistico e un esperienza all'estero di anni! Loro accettano tutte le
» domande, le valutano e non seguono un unico criterio di ammissione, ma
» guardano la persona, il suo background, curriculum, senza soffermarsi su
» un criterio base.
Insegnare negli USA
Inviato da Francesco , martedì, aprile 25, 2006, 11:44 (6788 giorni fa) @ Roby
Ho apprezzato il tuo sfogo che condivido in pieno (salvo il "sapersi vendere" finale).
Aggiungerei una mia nota che da anche spiegazione della situazione degli istituti italiani di cultura, ambasciate e consoli.
Mi è stato detto spesso che la rete diplomatica italiana è tra le più messe male al mondo, in particolare la rete consolare. I consoli italiani sono "onorari", quindi non pagati ma ricevono semmai, i più importanti, rimborsi spese. Ecco che spesso, in linea con quanto maliziosamente si potrebbe pensare, si tratta molto spesso di sagaci italiani all'estero legati, nel migliore dei casi, alla camera di commercio... se non altro..
Famoso fu quel console, mi sembra della Nigeria, che per far figurare che faceva "tanto" lavoro (al fine di ottenere una macchina con l'autista) accettava senza controllare evidenti falsi contratti di lavoro creati dalla mafia locale che illudevano giovani nigeriane a vendere tutto per trasferirsi in italia, ed in Italia venivano poi sistematicamente obbligate a prostituirsi per almeno due anni se volevano il restituito il loro passaporto.
Quindici anni fa si è poi iniziato concretamente a parlare di voto degli italiani all'estero: c'era un patto tra destra e sinistra in italia che più o meno recitava: "noi di destra vi concediamo il voto degli immigrati in italia a patto che voi di sinistra ci permettiate il voto degli italiani all'estero".
Credevano, i polli da entrambe le parti, che le pecorelle fossero tutte "allineate e coperte"... la sinistra convinta che tutti gli immigrati siano pronti a votarla (e basta dare un occhio a quanti stranieri si affidino alla "uil" per farsi venire il dubbio), mentre la destra era straconvinta che gli stranieri votassero destra (e Tremaglia pensava sul serio che ricordassero ancora con piacere del duce, poveretto).
Abbiamo visto in questi giorni come è andata.
Dietro questo passaggio tuttavia c'è un pianificato assalto a tutte le istituzioni estere che parlano lingua italiana, che sono punti di riferimento della lingua italiana.... mi spiego meglio
In vista del voto degli italiani all'estero sinistra e destra si sono date da fare per preparare il terreno, per poter influenzare il più possibile il voto: ricordiamo che "potere" del voto degli italiani all'estero equivale a quello di una regione come l'emilia, e quindi non è poco;
Insomma questo assalto, che dobbiamo ammettere essere stato più alla luce del giorno per la spudorata destra, e più sottobanco per la sinistra (statalista, centralizzatrice, che tutto vuol controllare e comandare data la sua completa sfiducia nell'essere umano)...
Tutto questo per farvi capire cosa c'è dietro il posto di lavoro che state cercando, se questo posto di lavoro è legato in qualche modo ad istituzioni in mano ad italiani all'estero...
Istituti italiani di cultura, consolati, scuole italiane all'estero... ma anche comitati dante alighieri, associazioni di italiani che organizzano attività di insegnamento per i propri figli.... hanno avuto il loro ben da farsi per salvare dignità e autonomia...
La sinistra poi ha vinto le elezioni all'estero, diciamo quindi che è stata "efficace", molto "efficace" (anche se, ovviamente, il pirla del berlusconi ha fatto di tutto per perdere anche questo vantaggio).
Concordo con quanto detto sopra invece se si tratta di istituzioni non in mano ad italiani (direttamente o indirettamente), sappiamo bene che le istituzioni possono essere altra cosa
Conoscenza e coscienza...
un abbraccio a tutti, ed aspetto i vostri commenti
Francesco
Insegnare negli USA
Inviato da RiccardoR, mercoledì, aprile 26, 2006, 19:39 (6786 giorni fa) @ RiccardoR
Grazie a tutti per gli interventi (e per gli sfoghi).
La conclusione che ne traggo è comunque la seguente: non c'è modo di sapere niente di specifico.
Il punto resta questo: personalmente non ho le possibilità economiche per andare negli States e cominciare a "vendermi" (immagino che, anche nella migliore delle ipotesi, il processo sarà comunque lungo), quindi sono constretto ad abbandonare ogni speranza> Lo dovrò dire alla mia ragazza (americana)... vabè...
Grazie ancora, e se avete nuove/diverse informazioni continuate a rispondere.
Ciao,
Riccardo
Insegnare negli USA
Inviato da Roby, giovedì, aprile 27, 2006, 19:49 (6785 giorni fa) @ RiccardoR
Ri-salve a tutti. Vorrei solo fare una precisazione riguardo alla frase "TI DEVI SAPER VENDERE" che ho citato nel ms precendente e che nn e' stato interpretato bene (forse mi son spiegato male).
Con esso volevo sottolineare l'enorme importanza che c'e', quando si fa domanda di lavoro all'estero, nel far colpo sul datore di lavoro (che ovviamente nn sa chi cavolo sei!), quindi: saper scrivere una buona lettera di presentazione, un accurato (ma nn troppo lungo) curriculum, andare al colloquio preparati, sicuri di se, e sapersi "sponsorizzare", in modo tale da impressionare la commissione/datore di lavoro.
In USA/UK questo e' fondamentale, e conta piu di tutto. Presentarsi con un curriculum scritto male, una lettera di presentazione che lascia a desiderare e, al coloquio, dimostrare insicurezza, inaffidabilita' e indecisione e con un inglese alla "Toto' e Peppino" significa che molto probabilmente nn andrai da nessuna parte. Dovessi avere anche 3 lauree!
Forse x molti questo e' scontato, normale, e mi diranno che esiste anche in Italia, ma, statene pur certi, vi assicuro che nn ha assolutamente la stessa valenza che ha invece nei paesi anglosassoni. Linguaggio positivo, determinzaione, sicurezza, solide esperieze, conoscenza approfondita del lavoro richiesto, domande appropriate e nn senza senso (dette tanto x dire), risposte dirette e nn vaghe: beh questa e' solo la base x poter aver successo ad un colloquio in USA/UK. Poi viene il resto!
Ovviamente tutto questo discorso vale x coloro che sono alla ricerca di un lavoro all'estero, diciamo, un po' piu' prestigioso, "x laureati" oserei dire, senza offendere nessuno....
Infine vorrei chiudere con un altro consiglio. Caro Riccardo, nn hai bisogno di portare tanto denaro dall'Italia x poter andare all'estero....Basta qualche rispiarmo x le spese iniziali, poi puoi sempre trovarti un lavoretto piu' umile, part-time x i primi tempi (quello lo trovi in meno di 2 settimane, soprattutto stando sul posto), cosa che hanno fatto quasi tutti, cosa credi.....Nel frattempo comincerai a cercare qualcosa che piu corrisponde alla tua professione, alle tue attitudine, e con un po' di pazienza vedrai che tutto si aggiusta..
Ciao
Insegnare negli USA
Inviato da RiccardoR, giovedì, aprile 27, 2006, 22:12 (6785 giorni fa) @ Roby
» Caro Riccardo, nn hai
» bisogno di portare tanto denaro dall'Italia x poter andare
» all'estero....Basta qualche rispiarmo x le spese iniziali, poi puoi sempre
» trovarti un lavoretto piu' umile, part-time x i primi tempi (quello lo
» trovi in meno di 2 settimane, soprattutto stando sul posto), cosa che
» hanno fatto quasi tutti, cosa credi.....Nel frattempo comincerai a cercare
» qualcosa che piu corrisponde alla tua professione, alle tue attitudine, e
» con un po' di pazienza vedrai che tutto si aggiusta..
» Ciao
Grazie ancora per la risposta. Forse questa non è la sede per discutere di simili questioni, però permettimi ldi fare un'eccezione. Io sono stato per tre mesi negli States e non ho trovato NIENTE in assoluto, nonostante la mia attitudine positiva e ottimista.
La questione (da quello che ho sperimentato) è un po' più complicata di quanto l'hai messa (non mi fraintendere, non voglio polemizzare con te... riporto semplicemente la MIA esperienza). La questione è squisitamente giuridica: io sono andato per cercare lavoro, ho girato, ho incontrato, ho chiesto, ho frequentato... e alla fine dei tre mesi di permesso sono tornato in Italia senza aver trovato niente. Il problema riguarda quindi il possesso di lavoro, un visto di qualche tipo che mi permetta di lavorare negli USA. Da come l'ho capita io (ma anche qui mi potrei sbagliare, e per questo mi sono rivolto a questo forum), la procedura dovrebbe funzionare così:
- contatto la scuola/organizzazione/azienda, ecc;
- la scuola/organizzazione/azienda, ecc. mi "sponsorizza" il visto di lavoro;
- io vado negli Stati Uniti con il visto.
[Non menziono il fatto che per la scuola la procedura si complica ulteriormente, almeno per quanto riguarda la Virginia (dove mi sono informato) per cui serve anche una speciale abilitazione statale, vabè].
Il punto è che non sono riuscito a trovare nessuna scuola/organizzazione disposta a sponsorizzarmi. Ora, in parte sarà stata sicuramente colpa mia (non avrò fatto una bella impressione), ma resta il fatto che molto (più) spesso le porte mi venivano chiuse in faccia ben prima di poter anche solo incontrare qualcuno: al telefono mi si diceva direttamente "ci dispiace ma noi non sponsorizziamo nessuno".
In conclusione, mi sono rivolto a questo forum (consigliatomi da amici di famiglia) proprio per chiedere lumi sulla procedura (sempre che ne esista una), dal momento che non vorrei trovarmi un'altra volta negli Stati Uniti, stare lì tre mesi per poi tornare a casa di nuovo senza aver combinato niente.
Con questo concludo, sperando di non essere sembrato troppo perentorio, semplicmente, ripeto per l'ultima volta, ho voluto riportare la mia personale esperienza (che in quanto tale non ha alcun valore oggettivo).
Grazie per l'attenzione,
Riccardo.
Insegnare negli USA
Inviato da Elena B., mercoledì, aprile 26, 2006, 21:50 (6786 giorni fa) @ RiccardoR
» Salve a tutti,
»
» penso che l'oggetto del messaggio spieghi già tutto.
» Sono laureato in Filosofia e ora sto frequentando la SSIS (che finirò il
» prossimo anno).
» Per ragioni personali vorrei tentare di lavorare negli Stati Uniti, ma non
» riesco a trovare informazioni coerenti; ho letto alcuni interventi
» precedenti nel forum, ma anche in questo caso non ho trovato indicazioni
» utili.
» In particolare, vorrei conoscere per lo meno come muovere i primi passi, a
» chi rivolgermi (in Italia o negli USA>). Ogni informazione è gradiata.
» Grazie,
»
» Riccardo
Purtroppo, Riccardo, è vero.
Non esiste una procedura standard per diventare insegnante di italiano agli stranieri (e non si capisce ancora bene a cosa servano le varie e presunte abilitazioni tipo Ditals).
L'anno scorso ho frequentato un corso di glottodidattica (io ho già una laurea in lingue, conseguita nel '98) e t'assicuro che è stato davvero utile. I docenti sono stati molto sinceri con noi aspiranti insegnanti di italiano: ci hanno detto che prima di tutto contano le esperienze (anche quelle fatte qui in Italia) e poi le conoscenze, le referenze, i contatti. Non ha molta importanza che laurea tu abbia, purchè tu sia madrelingua, abbia fatto molta esperienza e magari frequentato qualche corso di didattica delle lingua italiana (che fa curriculum). Hai mai provato ad insegnare la nostra lingua>
Sicuramente non devi pensare di partire da qui con un posto sicuro "all'italiana" in una scuola per bene; io, per esempio, nonostante un lavoro di 8 ore al giorno, un marito, due gatti ed una casa da seguire, do lezioni private a un paio di ragazzi italo-canadesi. Non è un gran che, ma serve per focalizzare meglio gli obiettivi, capire le difficoltà di insegnare la propria lingua, individuare i propri limiti, correggere gli errori. Bisogna avere pazienza, tirare fuori un po' di umiltà e partire con poco per fare tutta l'esperienza necessaria, senza la quale non credo sia possibile diventare un buon insegnante di italiano.
Ciao
Elena
Insegnare negli USA
Inviato da Arturo , giovedì, marzo 20, 2008, 09:58 (6093 giorni fa) @ Elena B.
Salve,
Sono stato invitato a porre la mia domanda in questo forum, che vedo dedicato agli "addetti ai lavori".
Sono un impiegato statale sposato con una cittadina statunitense, ho 50 anni e sono laureato in Scienze Politiche. Recentemente un'amica di mia moglie che fa l'insegnante in California ci è venuta a trovare, e ci ha raccontato di come le scuole americane facciano fatica a trovare insegnanti per i loro studenti, dal momento che la professione di insegnante non è retribuita come i posti di lavoro in ditte private, nonostante sia quasi il doppio di quello che guadagno io.
Ho detto, quasi per scherzo, che magari se mi metto in pensione potrei cercare di fare l'insegnante negli Stati Uniti, e lei mi ha risposto che dovrei pensarci seriamente, dal momento che non serve essere cittadini americani, basta parlare l'inglese in maniera fluente, farsi riconoscere l'equipollenza del titolo di studio universitario ed acquisire le "credentials" di insegnante che si conseguono al termine di corsi organizzati da scuole professionali. Preciso che non avrei intenzione di insegnare italiano, ma materie più "curriculari" (come storia moderna o geografia).
Che ne dite> Non ho mai insegnato, ma l'idea mi stimola non poco...
Insegnare negli USA
Inviato da Costanza, domenica, settembre 07, 2008, 16:29 (5922 giorni fa) @ Arturo
Ciao Arturo,
stavo "navigando" in cerca di risposte e di informazioni sulla procedura da seguire, la strada da imboccare per cercare di andare ad insegnare italiano o anche latino in USA, quando mi sono imbattuta nel tuo messaggio!!!
Mi farebbe veramente piacere se mi potessi inviare ulteriori e più dettagliate informazioni sulla possibilità che la vostra amica della California vi ha prospettato!!!
Ti ringrazio anticipatamente per la risposta che vorrai iniviarmi,
Saluti Costanza.
Insegnare negli USA
Inviato da Marlene , giovedì, ottobre 30, 2008, 00:02 (5869 giorni fa) @ Arturo
Ciao Arturo...sono un'insegnante in cerca di lavoro negli Stati Uniti....
non ho problemi con l'inglese..lo parlo fluently....ho la maledetta SSIS...che non serve ormai a granchè....e me ne voglio andare da qui....
mi piace il tuo ottimismo...
davvero pensi che ci siano delle possibilità negli USA>>>sarebbe grandioso..basta dunque trovare dei contatti>>
sarebbe bellissimo vedere finalmente riconosciute le proprie abilità...ma soprattutto la voglia di dare qualcosa agli altri...e a se stessi...
ps..non ci vuole il 110 per la SSis..ho dei clleghi che sono entrati con il 105...
A presto......saluti