assunzione precari- tempistiche (Insegnamento Lingua Italiana)
http://www.corriere.it/economia/10_settembre_14/rizzo_precari_oltre_mezzo_milione_9b85c...
Mi è tornata in mente la scritta che vide Dante all'ingresso infernale..
assunzione precari- tempistiche
Infatti mi chiedo come sia possibile che solo in Italia continui ad esserci questa straordinaria "vocazione" all'insegnamento, cosa che non avviene in molti altri Paesi dove in pochi vogliono fare gli insegnati (qualche idea io l'avrei, ma sarebbe molto impopolare ). Non capisco questi giovani che si langiano sul nuovo tirocinio, invece di espatriare o cambiare strada. E cambiare bandiera politica ovviamente.
assunzione precari- tempistiche
Ciao Madda. Perchè pensi ke solo gli italiani abbiano questa "straordinaria vocazione per l'insegnamento"> e xkè idea impopolare>>
assunzione precari- tempistiche
» Ciao Madda. Perchè pensi ke solo gli italiani abbiano questa "straordinaria
» vocazione per l'insegnamento"> e xkè idea impopolare>>
Anche gli spagnoli hanno questa 'straordinaria vocazione', ma perché essere prof. di scuola secondaria in Spagna è visto come un vero affare: stipendi alti, tante vacanze, concorsi banditi ogni due anni. Certo, bisogna ovviamente studiare, ma io che vivo con due prof. di scuola secondaria vi posso dire che qui si capisce molto di più questa voglia di diventare 'funcionarios'.
assunzione precari- tempistiche
Infatti la mia idea e' impopolare perche' sostengo che la gran motivazione non venga solo (o non per tutti) dall'amore all'insegnamento ma anche dalla prospettiva del posto comodo e sicuro, con tante vacanze, pochi obblighi. Ovviamente non bisogna generalizzare, ma data la media degli stipendi in Italia quello di un insegnante di ruolo non e' dabuttare se messo in relazione alle ore effettive di lavoro dei piu`(lo stesso discorso vale per la spagna e tutti i paesi a bassa produttivita'). E lo so che tanti diranno che no loro si preparano, aggiornano, vanno alle riunioni..ma tant'e'. Perche' all'estero non vogliono fare gli insegnanti> In Germania insegnano 30 ore a settimana, predono (al ginnasio) circa 3000 euro al mese (e si preparano, vanno alle riunioni etc...ma non ci sono cosi' tante persone che lo vogliono fare e la maggipor parte lavora p/t perche' non ce la fa. Ci sono tanti che vogliono insegnare sport e politica...appunto perche' puoi prepararti di meno. E soprattutto: se fai altri mestieri non sarai forse col posto assicura di Beamte (funzionario statale) ma puoi comunque guadagnare molto bene. In Italia gran parte dei lavoro sono da precario e da 1000 euro al mese per 40-50 ore di presenza a settimana.Conosco laureati in ingenieria che prendono 1200-1400 euro al mese. Meglio fare gli insegnanti, no> Ve l'avevo detto che sarei stata impopolare!
Quello che mi pare strano e' che con la situazione che c'e' tantissimi giovani vogliano solo insegnare e investono tempo e denaro per cercare di accaparrarsi il benedetto posto.Ma con questo ognuno sceglie la propria strada anche in clima di avversita'
assunzione precari- tempistiche
» Infatti la mia idea e' impopolare perche' sostengo che la gran motivazione
» non venga solo (o non per tutti) dall'amore all'insegnamento ma anche
» dalla prospettiva del posto comodo e sicuro, con tante vacanze, pochi
» obblighi. Ovviamente non bisogna generalizzare, ma data la media degli
» stipendi in Italia quello di un insegnante di ruolo non e' dabuttare se
» messo in relazione alle ore effettive di lavoro dei piu`(lo stesso
» discorso vale per la spagna e tutti i paesi a bassa produttivita'). E lo
» so che tanti diranno che no loro si preparano, aggiornano, vanno alle
» riunioni..ma tant'e'. Perche' all'estero non vogliono fare gli insegnanti>
» In Germania insegnano 30 ore a settimana, predono (al ginnasio) circa 3000
» euro al mese (e si preparano, vanno alle riunioni etc...ma non ci sono
» cosi' tante persone che lo vogliono fare e la maggipor parte lavora p/t
» perche' non ce la fa. Ci sono tanti che vogliono insegnare sport e
» politica...appunto perche' puoi prepararti di meno. E soprattutto: se fai
» altri mestieri non sarai forse col posto assicura di Beamte (funzionario
» statale) ma puoi comunque guadagnare molto bene. In Italia gran parte dei
» lavoro sono da precario e da 1000 euro al mese per 40-50 ore di presenza a
» settimana.Conosco laureati in ingenieria che prendono 1200-1400 euro al
» mese. Meglio fare gli insegnanti, no> Ve l'avevo detto che sarei stata
» impopolare!
» Quello che mi pare strano e' che con la situazione che c'e' tantissimi
» giovani vogliano solo insegnare e investono tempo e denaro per cercare di
» accaparrarsi il benedetto posto.Ma con questo ognuno sceglie la propria
» strada anche in clima di avversita'
Infatti, ognuno sceglie la propria strada... tu intanto prima di pontificare impara a scrivere INGEGNERIA correttamente.
assunzione precari- tempistiche
Leggo spesso questo forum ma credo di aver postato una sola volta, mi sento però di intervenire in questo caso. In questi giorni anche sul sito del Corriere non si leggono altro che commenti negativi su tutta la classe insegnante in genere: francamente non mi aspettavo di trovarli anche qui...
Ad ogni modo, riprendo anche un post di qualche giorno fa riguardante la SSIS/furbetti/gente che si 'compra l'abilitazione e via dicendo.
Per cominciare il posto non é, a mio modo di vedere le cose, ne comodo e tanto meno sicuro ( per dirne una da un anno all'altro non sai se e quante ore avrai, ne dove. Inoltre chi riesce a fare il 'completamento' ha l'orario spalmato su due o tre scuole con relativi disagi). Non c'é prospettiva di diventare di ruolo se non dopo 10/15 anni di media, i fortunati, e per quanto riguarda la produttività e le ore, cosa che francamente mi sono stancata di dover difendere, andatelo a dire a chi ha 6/8 classi da dover gestire con tutto quello che implica: in gran parte delle scuole statali ormai hanno poi il 'pagellino' a novembre e a marzo con relativo scrutinio da moltiplicare per ogni classe. Oh, senza contare il fatto delle ore che si 'devono' alla scuola per via dei famosi 50 minuti di lezione, che quindi si traducono in ore pomeridiane che DEVI fare (senza parlare dell'ora di ricevimento e l'ora a disposizione durante le quali non ti puoi comunque allontanare dalla scuola).
Oramai insegno da parecchi anni nelle scuole statali (insegno Francese) ed ho esperienza pure all'estero, e posso dire che seppure io posso rispondere solo di me stessa so che molte delle mie colleghe, come del resto ho fatto e continuo a fare io, i corsi di aggiornamento li fanno per davvero, per non parlare dei Master o corsi di perfezionamento.
Quelle famose SSIS, ormai chiuse, erano secondo me una delle poche cose buone che erano uscite fuori negli ultimi anni, e se affrontate con serietà un impegno notevole per due anni ogni pomeriggio e se non ricordo male pure dei sabati, con esami e attività varie. Pagate > Certo, come si paga ovviamente un qualsiasi corso di specializzazione post-laurea: i master o corsi in preparazione ai concorsi a varie professioni non mi sembrano gratis e non mi pare che ci siano proteste di 'compravendite' di abilitazioni in quei casi.
Ultima cosa, non capisco cosa c'entri il confronto con un ingegnere in negativo. Se ho capito bene dopo un percorso di tre+due per la laurea (se non sei laureato con il vecchio ordinamento) e due di SSIS (fino ad ora), gli insegnanti dovrebbero guadagnare mooooooolto meno > Mi spiace per l'ingegnere preso ad esempio ma francamente non capisco perché.
Francesca
» Infatti la mia idea e' impopolare perche' sostengo che la gran motivazione
» non venga solo (o non per tutti) dall'amore all'insegnamento ma anche
» dalla prospettiva del posto comodo e sicuro, con tante vacanze, pochi
» obblighi. Ovviamente non bisogna generalizzare, ma data la media degli
» stipendi in Italia quello di un insegnante di ruolo non e' dabuttare se
» messo in relazione alle ore effettive di lavoro dei piu`(lo stesso
» discorso vale per la spagna e tutti i paesi a bassa produttivita'). E lo
» so che tanti diranno che no loro si preparano, aggiornano, vanno alle
» riunioni..ma tant'e'. Perche' all'estero non vogliono fare gli insegnanti>
» In Germania insegnano 30 ore a settimana, predono (al ginnasio) circa 3000
» euro al mese (e si preparano, vanno alle riunioni etc...ma non ci sono
» cosi' tante persone che lo vogliono fare e la maggipor parte lavora p/t
» perche' non ce la fa. Ci sono tanti che vogliono insegnare sport e
» politica...appunto perche' puoi prepararti di meno. E soprattutto: se fai
» altri mestieri non sarai forse col posto assicura di Beamte (funzionario
» statale) ma puoi comunque guadagnare molto bene. In Italia gran parte dei
» lavoro sono da precario e da 1000 euro al mese per 40-50 ore di presenza a
» settimana.Conosco laureati in ingenieria che prendono 1200-1400 euro al
» mese. Meglio fare gli insegnanti, no> Ve l'avevo detto che sarei stata
» impopolare!
» Quello che mi pare strano e' che con la situazione che c'e' tantissimi
» giovani vogliano solo insegnare e investono tempo e denaro per cercare di
» accaparrarsi il benedetto posto.Ma con questo ognuno sceglie la propria
» strada anche in clima di avversita'
assunzione precari- tempistiche
Cara Madda, per me sei realista, e mi rendo conto che i miei ultimi interventi lanciati in modo "provocatorio costruttivo" non hanno avuto l'effetto sperato.
Mi aspettavo o una indignazione motivata (a quanto lanciavo via post) oppure una presa di coscienza della realtà e una indignazione nei confronti del "sistema".
E invece, mi rendo conto che molti si lamentano della situazione ma poi sono a chiedersi cosa fare per il nuovo tirocinio, ma tu che fai, ma io come posso accedere, insomma tutti in fila a farsi prendere ancora in giro.
Non conosco nulla di te a parte che sei all'estero, ma io ho 33 anni, ho due figli piccolissimi, e mi dispiace per chi , giovane e giovanissimo, non cerca di salvarsi da questo declino italiano, perchè poi bastano pochi anni dopo per volere e non potere (come mi sento dire da amici quando sanno che espatriamo).
Qui l'industria ce la siamo giocata, l'agricoltura idem, il terziario iper avanzato è altrove, i centri direzionali che contano sono a Parigi, londra, tokyo, NY..che resta ad un giovane preparato> Aprire un negozio, ed entrare nel popolo delle partite iva (ma saranno tentati anche loro dall'evasione>) oppure barattare voti con posti. Infatti nessuno ha parlato di quanto scritto nell'articolo, certe anomalie e in certe regioni si chiariscono da sè.
Poi ci sono i molti onesti e meritevoli che invece remano per questo Paese fino a quando non si stufano e vanno all'estero a farsi onore, ognuno nel suo ambito e nel suo piccolo.
assunzione precari- tempistiche
Salve!
intervengo da osservatore esterno (cioè non sono un insegnante di professione), trovo giusto non generalizzare, ma uno dei motivi, non l'unico ovviamente, che spingono tanti a voler insegnare è anche quello del posto statale (benefit più o meno legali compresi) ed inoltre con poche ore di impegno settimanale.
Teoricamente sarebbero poche le ore perchè altrettante dovrebbero essere impiegate a casa per preparare le lezioni, colloqui con i genitori, correggere i compiti...io a scuola ricordo attese interminabili per conoscere l'eisto di una prova scritta, ed adesso quando alcune amiche insegnanti hanno un rientro pomeridiano o una riunione li vivono come un peso od un impegno, ma non fa parte del proprio lavoro> Per non dire che spesso le sento affermare "se insegno ho il tempo di crescere bene i miei figli ed occuparmi della casa" tradotto: "insegnare ti occupa meno tempo ed energie di qualsiasi altro lavoro"
Riuscire a parlare con il prof dei propri figli è un'impresa.
Avevo il prof. d'inglese sindaco del paese, veniva 20 min dopo e andata via 20 min prima, la mia prof di latino aveva dei problemi di salute e veniva una settimana si ed una no; il diritto alla salute così come quello di coprire incarichi amministrativi va tutelato, ovvio, ma in quanti settori professionali si può andare e venire quando si vuole>
Gli stipendi in assoluto non sono alti, ma nella media italiana non sono male.
Allora facciamo che le ore settimanali siano 36/40, che si entri alle 9 e si esca alle 14 così che nelle ore di "buco" si possano preparare le lezioni, compilare i registri (tanto sono cose che ogni insegnate fa in casa,no>), che si ricevano in tutte le ore non di lezione e magari nel pomeriggio i genitori che per questo prendono ore di permesso dal lavoro, che durante i ponti e le vacanze degli alunni si vada a scuola per preparare e discutere i programmi...secondo me la scuola funzionerebbe molto meglio, chi fa davvero il proprio dovere sarebbe più motivato ed appagato e chi lo vuol fare per lavorare poco se ne trova una altro di lavoro.
Non voglio generalizzare, la mia ex ha fatto master, sis, suppluenze in paesini sperduti e non credo sia di ruolo adesso, capisco i sacrifici e la passione , ma è giusto anche non nascondere il lassismo e i vantaggi in questa professione (quando non precaria!)
Alla prox!
:waving:
assunzione precari- tempistiche
ecco, forse la chiave in questo commento é : io non son insegnante di professione. Gli incontri pomeridiani sono previsti, così come i consigli di classe aperti ai genitori, e per quanto possibile io come altri colleghi ci rendiamo disponibili in altri orari se necessario. A meno che non ci fossero problemi seri di voti o di atteggiamenti discutibili della prole, però non mi pare di ricordare le file interminabili di genitori ansiosi di parlare con i prof. Qualche volta mi sono fermata a parlare con dei genitori pure fuori orario di ricevimento, così come capita a tanti colleghi, visto che magari già si trovavano li per parlare con altri. Altra considerazione: se al genitore interessa l'educazione del PROPRIO figlio/figlia allora si fa dare l'ora di permesso senza recriminare e senza pretendere che i prof stiano a scuola fino alle dieci di sera ad aspettare che si presenti qualcuno.
Detto questo e' gravissimo che un docente si presenti regolarmente con venti minuti di ritardo e/o se ne vada con venti minuti di anticipo, sono situazioni che non vanno tollerate, lo stesso dicasi se si é impossibilitati ad insegnare per gravi problemi di salute: va bene la tutela del lavoratore ma pure dei ragazzi !
Nelle ore di buco non so gli altri ma io li compilo i registri/preparo materiale etc, e pure nelle ore che non sono di buco, ovvero quando avrei finito, visto che non si possono portare a casa e che comunque peserebbero. Ti assicuro che quando ti ritrovi sei/otto classi in pratica a scuola ci devi mettere la brandina, non parliamo se hai la cattedra completa. Le riunioni per materia/per preparare le prove di recupero 'unificate'/le prove strutturare/le prove della maturità non ti preoccupare che ci sono, eccome se ci sono. E'vero che é possibile correggere i compiti a casa e preparare la lezione, in mancanza di un ufficio a scuola rendendo forse più compatibile questo lavoro con la famiglia , ma per tutto il resto veniamo spremuti abbastanza non vi preoccupate: se fatto seriamente é un lavoro davvero impegnativo sia dal punto di vista psicologico che fisico e di energia/tempo, come ho già detto nel post precedente ormai il mito del 'pomeriggio libero' é solo un mito tra i recuperi e i progetti e quant'altro.
Ognuno poi avrà dei docenti la propria idea e le proprie convinzioni...
Francesca
» Salve!
» intervengo da osservatore esterno (cioè non sono un insegnante di
» professione), trovo giusto non generalizzare, ma uno dei motivi, non
» l'unico ovviamente, che spingono tanti a voler insegnare è anche quello
» del posto statale (benefit più o meno legali compresi) ed inoltre con
» poche ore di impegno settimanale.
» Teoricamente sarebbero poche le ore perchè altrettante dovrebbero essere
» impiegate a casa per preparare le lezioni, colloqui con i genitori,
» correggere i compiti...io a scuola ricordo attese interminabili per
» conoscere l'eisto di una prova scritta, ed adesso quando alcune amiche
» insegnanti hanno un rientro pomeridiano o una riunione li vivono come un
» peso od un impegno, ma non fa parte del proprio lavoro> Per non dire che
» spesso le sento affermare "se insegno ho il tempo di crescere bene i miei
» figli ed occuparmi della casa" tradotto: "insegnare ti occupa meno tempo
» ed energie di qualsiasi altro lavoro"
» Riuscire a parlare con il prof dei propri figli è un'impresa.
» Avevo il prof. d'inglese sindaco del paese, veniva 20 min dopo e andata
» via 20 min prima, la mia prof di latino aveva dei problemi di salute e
» veniva una settimana si ed una no; il diritto alla salute così come quello
» di coprire incarichi amministrativi va tutelato, ovvio, ma in quanti
» settori professionali si può andare e venire quando si vuole>
» Gli stipendi in assoluto non sono alti, ma nella media italiana non sono
» male.
» Allora facciamo che le ore settimanali siano 36/40, che si entri alle 9 e
» si esca alle 14 così che nelle ore di "buco" si possano preparare le
» lezioni, compilare i registri (tanto sono cose che ogni insegnate fa in
» casa,no>), che si ricevano in tutte le ore non di lezione e magari nel
» pomeriggio i genitori che per questo prendono ore di permesso dal lavoro,
» che durante i ponti e le vacanze degli alunni si vada a scuola per
» preparare e discutere i programmi...secondo me la scuola funzionerebbe
» molto meglio, chi fa davvero il proprio dovere sarebbe più motivato ed
» appagato e chi lo vuol fare per lavorare poco se ne trova una altro di
» lavoro.
» Non voglio generalizzare, la mia ex ha fatto master, sis, suppluenze in
» paesini sperduti e non credo sia di ruolo adesso, capisco i sacrifici e
» la passione , ma è giusto anche non nascondere il lassismo e i vantaggi in
» questa professione (quando non precaria!)
» Alla prox!
»
» :waving:
assunzione precari- tempistiche
Il problema è che il mercato del lavoro in Italia è fermo. Non c'è bisogno di persone preparate perché si preferisce assumere gente che abbia minori qualifiche per poi pagarla una miseria, o una persona che a parità di qualifiche o quasi sia disposto/a a farsi sfruttare per qualche centinaio di euro al mese pur di lavorare. Per non parlare del magico mondo delle raccomandazioni e dei figli dei cugini degli amici dei conoscenti, o quello degli stage non retribuiti. Ne consegue che un giovane laureato, PREPARATO e qualificato, in questo contesto apocalittico (sì, apocalittico) trova nell'insegnamento l'unica via di "redenzione", o comunque l'unica professione in grado sì di garantire una certezza economica, ma soprattutto di restituire una qualche dignità professionale a persone con curriculum studiorum di altissimo livello che magari non hanno i mezzi o la determinazione o perché no la voglia di andare all'estero. Questa ha tutto laspetto di una guerra tra disperati; il problema è che passate il vostro tempo a puntare lindice su chicchessia senza rendervi conto che questo stato di cose è determinato da una assenza totale delle istituzioni e della politica. Nessun piano di welfare giovanile, nessun piano di lungo termine per le politiche relative alla pubblica istruzione/università/ricerca, borse di studio tassate (forse l'unico paese del mondo occidentale a fare una cosa così vigliacca), nessun intervento sulla tassazione del lavoro, e soprattutto un'assenza dello stato di diritto e di regole. Il discorso non può limitarsi a un semplice "volete fare tutti gli insegnanti" o "volete solo il posto fisso", il discorso è di più ampio respiro e ragionare in maniera così semplicistica è intellettualmente disonesto. Io sono tra coloro che hanno preso un aereo e hanno dimostrato il loro valore all'estero, ma mi rendo conto che molte delle persone che avrebbero potuto fare il mio stesso passo semplicemente non hanno voluto; non hanno voluto lasciare il paese che amavano e hanno ritenuto opportuno rimanere per combattere e ottenere condizioni più decorose. Io ho pensato che non ne valesse assolutamente la pena e che fosse un po' come combattere contro mulini a vento. Loro evidentemente non sono dello stesso avviso. Invece di chiederci perché tutti abbiano la vocazione dellinsegnamento in questo paese, proviamo ad interrogarci su quali siano le condizioni di vita e del mercato del lavoro in Italia. La risposta è tutta lì.
Saluti.
assunzione precari- tempistiche (x Moni)
moni, condivido la tua opinione, nel senso che tutti si buttano sul TFA.
Io ho lasciato da molto l'Italia proprio perche' non potevo aspettare, anch'io ho famiglia e i miei non mi avrebbero potuto aiutare ad aspettare il posto di ruolo. Invece in Italia il posto statale e' sempre visto come la manna che si deve inseguire a tutte le consizioni.
Questo anche perche' in altre professioni che richiedonono comunque studio e preaparazione (vedi l'ingegniere di cui parlavo prima, e si' ho fatto strada anche con i miei refusi!)e lavori che richiedono molte ore di presenza in ufficio, senza le ferie che spettano a un insegnante vengono pagati miseramente. L'Italia e' un Paese senza lungimiranza, che non premia chi si da da fare.Come in ogni professione ci sono i bravi , i cattivi, i migliori i peggiori, i precari gli assunti a tempo determinato...ma il punto e' perche' in cosi' tanti vogliono fare l'insegnante a tutti sottolineo a tutti i costi in Italia>
E anche per questo mi spiace vedere questi giovani che, nonostante tutto , non vedono altra possibilita' di mettersi in coda per il TFA, tanto il sistema non si puo' cambiare...
assunzione precari- tempistiche (x Moni)
» moni, condivido la tua opinione, nel senso che tutti si buttano sul TFA.
» Io ho lasciato da molto l'Italia proprio perche' non potevo aspettare,
» anch'io ho famiglia e i miei non mi avrebbero potuto aiutare ad aspettare
» il posto di ruolo. Invece in Italia il posto statale e' sempre visto come
» la manna che si deve inseguire a tutte le consizioni.
» Questo anche perche' in altre professioni che richiedonono comunque studio
» e preaparazione (vedi l'ingegniere di cui parlavo prima, e si' ho fatto
» strada anche con i miei refusi!)e lavori che richiedono molte ore di
» presenza in ufficio, senza le ferie che spettano a un insegnante vengono
» pagati miseramente. L'Italia e' un Paese senza lungimiranza, che non
» premia chi si da da fare.Come in ogni professione ci sono i bravi , i
» cattivi, i migliori i peggiori, i precari gli assunti a tempo
» determinato...ma il punto e' perche' in cosi' tanti vogliono fare
» l'insegnante a tutti sottolineo a tutti i costi in Italia>
» E anche per questo mi spiace vedere questi giovani che, nonostante tutto ,
» non vedono altra possibilita' di mettersi in coda per il TFA, tanto il
» sistema non si puo' cambiare...
Avrai fatto strada, ma continui a non sapere come si scrive INGEGNERE! Ma è possibile>>
assunzione precari- tempistiche
Condivido.
Ma vorrei precisare che chi rimane non è necessariamente destinato al fallimento o combattere contro i mulini a vento. Personalmente, come molti tuoi amici, sono rimasto - con piena consapevolezza - riuscendo a realizzarmi (anche grazie ai viaggi all'estero che spesso faccio per lavoro) e ad ottenere le condizioni decorose che menzionavi. E non me ne sono mai pentito.
Saluti.
G.
» Il problema è che il mercato del lavoro in Italia è fermo. Non c'è bisogno
» di persone preparate perché si preferisce assumere gente che abbia minori
» qualifiche per poi pagarla una miseria, o una persona che a parità di
» qualifiche o quasi sia disposto/a a farsi sfruttare per qualche centinaio
» di euro al mese pur di lavorare. Per non parlare del magico mondo delle
» raccomandazioni e dei figli dei cugini degli amici dei conoscenti, o
» quello degli stage non retribuiti. Ne consegue che un giovane laureato,
» PREPARATO e qualificato, in questo contesto apocalittico (sì,
» apocalittico) trova nell'insegnamento l'unica via di "redenzione", o
» comunque l'unica professione in grado sì di garantire una certezza
» economica, ma soprattutto di restituire una qualche dignità professionale
» a persone con curriculum studiorum di altissimo livello che magari non
» hanno i mezzi o la determinazione o perché no la voglia di andare
» all'estero. Questa ha tutto laspetto di una guerra tra disperati; il
» problema è che passate il vostro tempo a puntare lindice su chicchessia
» senza rendervi conto che questo stato di cose è determinato da una assenza
» totale delle istituzioni e della politica. Nessun piano di welfare
» giovanile, nessun piano di lungo termine per le politiche relative alla
» pubblica istruzione/università/ricerca, borse di studio tassate (forse
» l'unico paese del mondo occidentale a fare una cosa così vigliacca),
» nessun intervento sulla tassazione del lavoro, e soprattutto un'assenza
» dello stato di diritto e di regole. Il discorso non può limitarsi a un
» semplice "volete fare tutti gli insegnanti" o "volete solo il posto
» fisso", il discorso è di più ampio respiro e ragionare in maniera così
» semplicistica è intellettualmente disonesto. Io sono tra coloro che hanno
» preso un aereo e hanno dimostrato il loro valore all'estero, ma mi rendo
» conto che molte delle persone che avrebbero potuto fare il mio stesso
» passo semplicemente non hanno voluto; non hanno voluto lasciare il paese
» che amavano e hanno ritenuto opportuno rimanere per combattere e ottenere
» condizioni più decorose. Io ho pensato che non ne valesse assolutamente la
» pena e che fosse un po' come combattere contro mulini a vento. Loro
» evidentemente non sono dello stesso avviso. Invece di chiederci perché
» tutti abbiano la vocazione dellinsegnamento in questo paese, proviamo ad
» interrogarci su quali siano le condizioni di vita e del mercato del lavoro
» in Italia. La risposta è tutta lì.
» Saluti.
assunzione precari- tempistiche
Penso che Madda fosse ironica nel ripetere l'errore, comunque, perchè bisogna darsi addosso cosi'>
Sinceramente penso che le dovremmo essere tutti grati, viste le dritte che ci dà sempre!!
»
» Avrai fatto strada, ma continui a non sapere come si scrive INGEGNERE! Ma
» è possibile>>
assunzione precari- tempistiche (x Moni)
» moni, condivido la tua opinione, nel senso che tutti si buttano sul TFA.
» Io ho lasciato da molto l'Italia proprio perche' non potevo aspettare,
» anch'io ho famiglia e i miei non mi avrebbero potuto aiutare ad aspettare
» il posto di ruolo. Invece in Italia il posto statale e' sempre visto come
» la manna che si deve inseguire a tutte le consizioni.
» Questo anche perche' in altre professioni che richiedonono comunque studio
» e preaparazione (vedi l'ingegniere di cui parlavo prima, e si' ho fatto
» strada anche con i miei refusi!)e lavori che richiedono molte ore di
» presenza in ufficio, senza le ferie che spettano a un insegnante vengono
» pagati miseramente. L'Italia e' un Paese senza lungimiranza, che non
» premia chi si da da fare.Come in ogni professione ci sono i bravi , i
» cattivi, i migliori i peggiori, i precari gli assunti a tempo
» determinato...ma il punto e' perche' in cosi' tanti vogliono fare
» l'insegnante a tutti sottolineo a tutti i costi in Italia>
» E anche per questo mi spiace vedere questi giovani che, nonostante tutto ,
» non vedono altra possibilita' di mettersi in coda per il TFA, tanto il
» sistema non si puo' cambiare...
Io non ci vedrei tutto questo marcio... Studio lingue, non mi vedo a vendere, non mi vedo a tradurre, non mi vedo a fare nient'altro che insegnare. Lo farei anche in una scuola privata. Non tutti però possono permettersi di andare all'estero e soprattutto non è giusto che sia praticamente obbligatorio farlo. Sicuramente se c'è chi con malizia pensa di fare l'insegnante per ripiego... beh, penso che tutti questi ostacoli non siano il massimo! Almeno dove vivo io, il POSTO FISSO viene prima di tutto, anche prima di quello statale. L'insegnamento è per chi vuole farlo davvero, ormai.
assunzione precari- tempistiche (x Moni)
» Avrai fatto strada, ma continui a non sapere come si scrive INGEGNERE! Ma
» è possibile>>
suvvia a volte è meglio essere ingegnieri piuttoto che insegnianti!!!:rotfl: :lol3:
assunzione precari- tempistiche
» Condivido.
» Ma vorrei precisare che chi rimane non è necessariamente destinato al
» fallimento o combattere contro i mulini a vento. Personalmente, come molti
» tuoi amici, sono rimasto - con piena consapevolezza - riuscendo a
» realizzarmi (anche grazie ai viaggi all'estero che spesso faccio per
» lavoro) e ad ottenere le condizioni decorose che menzionavi. E non me ne
» sono mai pentito.
» Saluti.
» G.
»
»
»
certo, ci mancherebbe, c'è chi si realizza anche in Italia!
assunzione precari- tempistiche
Mah, infatti si ragionava sui grandi numeri. Ovvio che ogni storia e' una storia a se'. Si partiva dal dato di fatto della difficolta' di ottenere lo sperato posto fisso da (Oddio!) insegniante (Oddio!)e dal numero spropositato di aspiranti a tale posto, che non corrisponde alle cifre di altri Paesi quali la Svizzera, l'Inghilterra, la Germiania dove pure il trattamento economico non e' inferiore a quello italiano, anzi...
qualche ragione ci sara', o no> O siamo un popolo di santi, di eroi di navigatori e insegnanti>
Che spiegazione danno (non soggettiva ma riferita ai grandi numeri)quelli che si sentono offesi quando si dice che il pacchetto insegnamento in Italia (una volta di ruolo) non e'per niente male rispetto ad altre situazioni e quindi si e' allargata la mentalita' che tutti debbano rincorrerlo>
assunzione precari- tempistiche
Non posso ovviamente dare spiegazioni sui grandi numeri, potendo spiegare solo le mie ragioni personali. Ringrazio però del 'beneficio del dubbio' gentilmente accordato, visto che dai post precedenti si evinceva il contrario o quasi, come se gli unici rimasti in Italia fossero dei lazzaroni opportunisti e svogliati, buoni solo a prendere lo stipendio senza fare niente dalla mattina alla sera.
Tra l'altro dare dell'opportunista a qualcuno che sa già che come minimo avrà il ruolo = stipendio fisso dopo 15 anni se va bene, e dopo lunghi studi, mi sembra incomprensibile.
Non capisco neppure gli oddio tra parentesi, quasi fosse un marchio di vergogna fare gli insegnanti, ma dove siamo finiti ! Le alternative sarebbero presumibilmente: A) emigrare tutti e fare carriere stellari... B) privatizzare la scuola completamente C) bloccare per venti anni ogni povero cristo che abbia la sfortuna di volere insegnare perché magari gli piace la sua materia >>>>>
Francamente io non mi sento di giudicare nessuno per le proprie scelte, non ne avrei modo ne capacità ne tanto meno una presunta superiorità morale. E se qualche madre di famiglia riesce a conciliare meglio il lavoro di insegnante con la cura dei figli non mi sembra la fine del mondo, a patto che faccia bene e con coscienza il proprio lavoro (su questo siamo tutto d'accordo immagino), per quanto come ho già detto la scuola richiede impegni sempre maggiori, ed é una realtà.
Personalmente dopo una quadriennale in lingue (colleghi più giovani immagino abbiano addirittura la magistrale, quindi 3+2), due anni di SSIS, un Master alla UCL di Londra dove ho fatto due lavori part-time per mantenermi, un assistentato Comenius, altro Master in Didattica dell'italiano L2, numerosi corsi di aggiornamento, l'ultimo a luglio non mi sento di dover dare altra spiegazione della mia scelta se non che é il lavoro per il quale ho studiato a lungo e duramente per tutti questi anni, e che ho amato fin da quando ho cominciato insegnando alla Uni della terza età (gratuitamente) non ancora laureata. Gli altri non lo so, e francamente non sta a me ne a nessun altro giudicare o stigmatizzare, so solo che questa 'caccia allo statale fannullone' é roba vecchia e mi aspetterei qualcosa di meglio dai forumisti di questo sito, magari la mente un pò più aperta...
Inoltre se avessi voluto fare l'avvocato, il diplomatico, l'architetto, o lo scienziato avrei fatto altri studi, credo pure che la componente creativa e ludica dell'insegnamento sia raro trovarla in altre occupazioni.
Quello che mi auguro é che le nuove generazioni non vengano spaventate dall'opinione pubblica che é decisamente contro, perché é chiaramente da loro che si può aspettare (e da i molti che si rimettono in gioco, si aggiornano e non si siedono sugli allori) che le innovazioni e la modernità di metodi di insegnamento e di mezzi possa arrivare in classe ai ragazzi, che meritano gente preparata.
Francesca Romana
» Mah, infatti si ragionava sui grandi numeri. Ovvio che ogni storia e' una
» storia a se'. Si partiva dal dato di fatto della difficolta' di ottenere
» lo sperato posto fisso da (Oddio!) insegniante (Oddio!)e dal numero
» spropositato di aspiranti a tale posto, che non corrisponde alle cifre di
» altri Paesi quali la Svizzera, l'Inghilterra, la Germiania dove pure il
» trattamento economico non e' inferiore a quello italiano, anzi...
» qualche ragione ci sara', o no> O siamo un popolo di santi, di eroi di
» navigatori e insegnanti>
» Che spiegazione danno (non soggettiva ma riferita ai grandi numeri)quelli
» che si sentono offesi quando si dice che il pacchetto insegnamento in
» Italia (una volta di ruolo) non e'per niente male rispetto ad altre
» situazioni e quindi si e' allargata la mentalita' che tutti debbano
» rincorrerlo>
assunzione precari- tempistiche (x Moni)
» » Avrai fatto strada, ma continui a non sapere come si scrive INGEGNERE!
» Ma
» » è possibile>>
»
» suvvia a volte è meglio essere ingegnieri piuttoto che
» insegnianti!!!:rotfl: :lol3:
:rotfl: :tongue2: :rotfl:
assunzione precari- tempistiche
Mah, mi pare che se vai a rileggere il mio primo messaggio ho scritto che "non bisogna generalizzare" e l'Oddio era riferito a chi mi correggeva i refusi dato che ne introducevo un altro volontariamente e per srdammatizzare(ma che coda di paglia avete>) e se ho premesso che il mio messaggio sarebbe stato impopolare (come in effetti si e' rivelato), non credo che nessuno mi abbia risposto sul perche', nonostante tutto, cosi' tanti giovani non si rendano conto di come davvero sia grigia in Italia, ma in tantissimi vogliano fare gli insegnanti(non trovo vergognoso ammettere che ci sono aspetti 'comodi', io stessa ne apprezzo la flessibilita'). Pero' ultimamente sento sempre piu' gente che urla sudiamo sangue e poi non ci danno il ruolo!Certo il governo ha illuso tanti inutilmente (e ho scritto in messaggi precedenti che lo considero vergognoso e pari a un licenziamento di massa), ma l'illusione e' piaciuta a tanti.
Io a mio tempo ho fatto il ragionamento che se vuoi fare surf e vivi a Milano Marittima, o te ne vai alle Haway o cambi strada, perche' a Milano Marittima onde non ce ne sono. Io ho deciso di partire e, ti assicuro, aiuto tanti altri giovani a partire e alle elezioni (ho ancora diritto di voto in Italia) cerco di votare. Spero che prima o poi anche tanti altri voteranno come me.
assunzione precari- tempistiche
» Infatti la mia idea e' impopolare perche' sostengo che la gran motivazione
» non venga solo (o non per tutti) dall'amore all'insegnamento ma anche
» dalla prospettiva del posto comodo e sicuro, con tante vacanze, pochi
» obblighi. Ovviamente non bisogna generalizzare, ma data la media degli
Tu parli del "posto fisso". Sinceramente non è che entri subito di ruolo. Ho colleghi precari dal 1989 e anche prima, per i quali d'estate c'è il licenziamento e la disoccupazione.
Obblighi pochi> Hai una responsabilità non indifferente avendo a che fare con minorenni. Poi a te sembrano pochi gli incontri, ma il lavoro non si esaurisce con le canoniche 18 ore: collegi, consigli di classe, riunioni per dipartimenti, glh, consigli straordinari, programmazioni, colloqui con i genitori, per non parlare dei progetti come i corsi di recupero, certificazioni linguistiche, corsi di alfabezittazione e delle commissioni e funzioni stumentali. E per finire non è che entri in classi a vai ad improvvisare. Devi preparare le lezioni. In totale una bella mole di lavoro.
E questo non è niente. La funzione dell'insegnante è ormai degratata a quella del baby sitter. Devi stare lì e badare che non succeda nulla, fare lezione è un lusso. Mica ti capita la scuola dei Parioli> Vai ad insegnare in "borgata" e poi mi fai sapere.
Accumuli uno stress non indifferente. Proprio ieri una collega mi ha "confessato" che si è messa sotto anti-depressivi e quest'anno, se la situazione è come si prospetta, anche io non è che andrò a rilassarmi, visti i "casi" che mi sono capitati.
E ti parla uno che, prima di essere insegnante, ha fatto altri lavori, anche a 40 ore settiminali e su turni (quindi lavorando di notte e nelle festività). Lo stress che accumuli con la scuola un altro lavoro "ordinario" non te lo dà.
E per cosa poi> Stipendio di 1300 euro, che è nulla in paragone ai titoli che uno ha: laurea, abilitazioni, specializzazioni, master e compagnia bella, per farsi mandare a quel paese da alunni e genitori. Prendevo 1000 euro quando lavoravo ai call center col semplice diploma.
Finché parli dall'esterno non puoi capire. E' facile ergersi dal piedistallo e mettersi a pontificare. Anche io dicevo: gli insegnanti non fanno niente, lavorano 18 ore e basta. Poi, però, quando ci sei dentro, ti accorgi che così non è. Anzi, se trovassi un altro lavoro forse forse mollerei tutto.
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Condivido le argomentazioni, seppure impopolari, di Madda e mi sorprendono le reazioni piccate di coloro che, con assurda caparbietà, negano l'evidenza e si indignano quando leggono le parole di qualcuno che racconta come stanno le cose in realtà.
Anch'io mi meraviglio, ogni anno, di quanti giovani vogliano a tutti costi diventare insegnanti, rincorrendo questo mestiere spesso sospinti da grandi ideali e dal sogno di voler fare il mestiere che hanno sempre sognato.
Io penso che questo grande amore per linsegnamento nasca in parte da unimmagine idealizzata della professione dellinsegnante (tipica della giovane età), ma anche da una mentalità che vede ancora, e soprattutto in un periodo di crisi come questo, l'insegnamento come un porto sicuro. Magari non subito, non i primi anni, ma poi, quando arriva il ruolo, si è finalmente in un a botte di ferro e quindi vale la pena di lottare con unghie e denti per abilitarsi ed entrare nelle tanto sospirate graduatorie.
Molti di questi giovani hanno avuto esperienza di insegnamento durante i vari assistentati o in corsi privati e, secondo me, hanno un'idea un po' falsata di cosa vuol dire insegnare nelle scuole italiane. Queste esperienze sono molto utili per imparare un metodo, per approfondire la conoscenza di una paese e di una lingua straniera, ma insegnare in Italia da precari non è per niente la stessa cosa.
Tra incarichi part-time e full-time insegno ormai da 10 anni, sempre in scuole diverse, e ho visto con i miei occhi tanti insegnanti bravi ma, mi dispiace, anche tantissimi poco preparati, pigri, privi di ideali e umanamente poveri, preoccupati solo di preservare i propri piccoli privilegi, pusillanimi e succubi di genitori e/o dirigenti. Insegnanti che ti dicono o ti fanno capire: ma chi te lo fa fare di prendertela così a cuore> Stai zitta e prenditi lo stipendio.
E non si tratta solo di "vecchie guardie", ma anche di giovani, che tuttora, scelgono l'insegnamento come ripiego, perché in altri settori non cè lavoro, perché non si guadagna poi così male, perché si ha tempo per i figli, perché ci sono due mesi di vacanza, perché si lavora di meno ecc.. Per non parlare poi di chi sceglie il sostegno per lavorare poco (e ne ho visto davvero tanti cercare di lavorare il meno possibile).
Inoltre: non sono più una ragazza, ho lavorato in ambienti lavorativi molto diversi come traduttrice, interprete, impiegata commerciale, promotrice, linsegnante nelle scuole serali per adulti, presso corsi di formazione, ma tanta frustrazione, insoddisfazione e invidia come negli ambienti scolastici non lho mai vista.
Sono frustrati, si lamentano, ma poi, quando chiedi loro: ma perché non cambi scuola> Perché non cambi lavoro, ci hai mai pensato> Ti rispondono: Beh, sai la scuola è dietro langolo; ho molti pomeriggi liberi; non mi va di essere impegnata per 8 ore al giorno; linsegnamento mi lascia il tempo di fare altri lavoretti; ci sono due mesi di vacanza etcc..
Certo, non è detto che chi sceglie l'insegnamento con queste motivazioni, poi non si impegni nel lavoro, ma tutta questa vocazione io non la vedo proprio!
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» Per non parlare poi di chi sceglie il sostegno per lavorare poco (e ne ho
» visto davvero tanti cercare di lavorare il meno possibile).
sinceramente io sono 3 anni che sto sul sostegno ed è una fatica (anche fisica) che non ho mai riscontrato quando insegnavo la materia. Tra autistici, iperattivi e casi disperati nessuno può permettersi di "non fare niente".
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Appunto! Se fare l'insegnante è così faticoso e frustrante, perché c'è un numero spropositato di aspiranti, pronti a tutto>
Diciamo la verità: inseguire la professione dell'insegnante ormai è un lusso: se ci si vuole abilitare, si deve andare all'estero, poi anni di attesa e nel migliore del casi di precariato.
Ma nonostante questo, molti sono disposti a intraprendere questa strada.
Come dice Madda, un motivo ci sarà o no>
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» Appunto! Se fare l'insegnante è così faticoso e frustrante, perché c'è un
» numero spropositato di aspiranti, pronti a tutto>
» Diciamo la verità: inseguire la professione dell'insegnante ormai è un
» lusso: se ci si vuole abilitare, si deve andare all'estero, poi anni di
» attesa e nel migliore del casi di precariato.
» Ma nonostante questo, molti sono disposti a intraprendere questa strada.
» Come dice Madda, un motivo ci sarà o no>
Ognuno ha le proprie motivazioni. Chi si iscrivi a giurisprudenza (che è il corso di laurea più intasato di tutti) aspira a fare l'avvocato. Eppure, pur essendoci tanti avvocati, pur essendo un corso di studi affollato, pur dovendo dopo fare tirocinio, portaborse e zerbino per anni, perché tanti si iscrivono> Non è un discorso che riguarda solo l'insegnamento.
Alla fine, però, non tutti diventano avvocati e non tutti insegnanti (visto che c'è selezione a monte). Il nuovo canale di formazione prevede due selezioni, alla specialistica e all'ingresso del TFA. Un conto sono quelli che aspirano, un altro quelli che realmente diventano. Poi oramai paghaimo nella scuola il prezzo di errori madornali, come le varie sanatorie, corsi abilitanti e concorsi non decaduti dopo 3 anni. C'è gente iscritta in GM da ben 11 anni, che magari fa un altro lavoro, e che può entrare di ruolo senza nemmeno un giorno di supplenza. Uno scandalo.
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Beh, Marshall, io non parlo da esterna, so cosa vuol dire fare l'insegnante di sostegno o di classe perché ho esperienza di entrambi.
Non metto in dubbio che tu possa essere un insegnante coscienzioso, ma di scuole ne girate molte e ho visti parecchi insegnanti di sostegno scansafatiche.
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» Beh, Marshall, io non parlo da esterna, so cosa vuol dire fare l'insegnante
» di sostegno o di classe perché ho esperienza di entrambi.
» Non metto in dubbio che tu possa essere un insegnante coscienzioso, ma di
» scuole ne girate molte e ho visti parecchi insegnanti di sostegno
» scansafatiche.
Gli scansafatiche ci sono ovunque, anche tra i docenti curricolari, non è giusto buttare sempre la croce sui docenti di sostegno, con tanti "vicepresidi" che non stanno mai in classe o docenti curricolari che, tanto hanno la compresenza col sostegno, inventano mille scuse per non stare in classe. Per non parlare delle mille supplenze che si è obbligati a fare con minacce perché tanto fai sostegno. Il sostegno non è questo "ben godi" che sembra. Io mi trovavo meglio ad insegnare la materia, quando c'era una volta possibilità.
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Cerchiamo di non divagare da quello che era il punto della discussione.
Un conto è scegliere una facoltà dopo il liceo, sperando di svolgere in futuro una certa professione, ben altro inseguire abilitazioni impossibili e graduatorie già strapiene dopo la laurea. E magari dopo una laurea in lingue che è ben più versatile di una in legge.
Inoltre, non mi risulta che ci sia una situazione simile a quella della scuola per altre professioni né tanto meno un numero così elevato di aspiranti.
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» Inoltre, non mi risulta che ci sia una situazione simile a quella della
» scuola per altre professioni né tanto meno un numero così elevato di
» aspiranti.
Forse non sei al corrente di ciò che accade ai concorsi pubblici per vigili, dipendenti comununali, forze dell'ordine etc... 30 posti e 10.000 partecipanti. E' il "mito" del posto pubblico che attrae.
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» ecco, forse la chiave in questo commento é : io non son insegnante di
» professione.
Ovviamente io non volevo generalizzare, non metto in dubbio la professionalità e la passione che uno ci mette nel proprio lavoro, come farai tu. Però proprio non facendo l'insegnante di professione, è importante capire come tale professione venga percepita dall'esterno, se 'è il luogo comune degli impiegati delle Poste fannulloni ovviamente è per una percezione del servizio esterna, non lo affermeranno certo loro stessi!
Se tu stessa riconosci di metterci l'anima e del tempo extra allora la mia "provocazione" delle 6 ore giornaliere col cartellino non dovrebbe essere male male.
Sicuramente la quantità del tempo in un lavoro come l'insegnante è relativa, ma quando vedi la tua coinquilina che si lamenta che il lunedì ha tre ore consecutive a partire dalle 9.30 a.m., che quel sabato non è stato riconosciuto come "ponte" perchè a cavallo tra la domenica ed il venerdì festivo o che il nuovo preside convoca gli insegnanti "già" dai primi di settembre....beh, un non insegnante un'idea sua se la fa no> :waving:
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Ma di cosa si sta parlando> La laurea in lingue sarebbe una laurea "versatile"> In Italia cosa si può sperare di fare con una laurea in lingue> Non puoi fare l'interprete o il traduttore perché il corso di laurea deve essere necessariamente in traduzione o interpretariato, e in ogni caso vengono richiesti anni di esperienza da chi pubblica annunci di lavoro (quindi i neolaureati hanno ZERO chances in confronto a chi ha una qualifica specifica ed esperienza).
Le aziende ormai assumono solo tramite stage non retribuiti o retribuiti una MISERIA (ed è una verità incontrovertibile). Rimangono lavori come lavapiatti, cameriere/a, segretaria e via discorrendo, e non credo che per fare questo tipo di lavori questi ragazzi avessero bisogno di una laurea triennale e specialistica magari con lode. Ci meravigliamo quindi se la loro aspirazione diventa quella dell'insegnamento>
Putroppo voi italiani siete così, puntate sempre l'indice sul più debole, sul "fannullone", sull'"extracomunitario", o sull'anello debole della società in quel determinato momento. Non riuscite a vedere ad un palmo dal vostro naso, perché altrimenti vi accorgereste che la colpa non è dell'eventuale scansafatiche (che si trova in TUTTE le professioni e che comunque approfitta di una falla del sistema) o dei giovani che vogliono insegnare, ma di uno stato e di una classe dirigente INCAPACI di introdurre un sistema di reclutamento e sistemazione dei docenti in primis SERIO e in secundis MERITOCRATICO.
Questo è un paese pieno di gente individualista, egoista, capace solo di guardare al proprio orticello e ai propri interessi, privo di coesione sociale. Insomma, un paese piccolo piccolo, pieno di gente piccola piccola, anche se rimane all'estero per anni. Una polemica inutile e controproducente, la vostra. Sono ben altre le persone contro le quali dovreste scagliare anatemi e invettive, o alle quali dovreste offrire soluzioni di esilio permanente, non giovani e brillanti laureati senza alternative.
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Anche io vorrei prendere 2 parole contro questo mito della versatilità della laurea in lingue. Sapete che tipo di lavori ho trovato> Call center, stages non retribuiti in agenzie di viaggio e alberghi e per finire scaffalista al supermercato. Poi ci si lamenta che un neolaureato desideri intraprendere la strada dell'insegnamento. Non è che alla fine ci sono chissà quali alternative e possibilità. E non c'entra niente che si vuole fare l'insegnante perché non si ha voglia di lavorare.
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Devo purtroppo accodarmi a voi. La laurea in lingue è considerata al pari delle altre lauree umanistiche, cioè zero.
Estremizzo: la realtà è che il mondo attuale sembra non aver più bisogno delle facoltà umanistiche, perché sono considerate troppe generiche. Oggi è richiesta una specializzazione di tipo eminentemente tecnico, che gli "umanisti" non hanno. E non è un problema solo italiano, in molti casi anche all'estero è così.
Ovviamente sto generalizzando e si possono citare tutte le eccezioni che si vogliono.
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sono daccordo con te, e proprio perchè anche le prospettive sul mercato del lavoro degli insegnanti pubblici non sono rosee, ecco lo sprono di Madda e anche mio a consigliare di non farsi sfruttare anche in questo settore. Va bene provarci, poi però se si può meglio valutare altre opportunità. Se queste opportunità arrivano da fuori, allora ci si sposta, ma questo vale per questo come per ogni altro settore. Se non va , se la selezione non è meritocratica, se continuano ad esserci paletti e tagli, non è meglio cercare il proprio futuro, la propria realizzazione in altre realtà>
Molti italiani che qui non avevano possibilità all'estero si riscattano. Perchè> cambiano al passaggio della frontiera> no, sono sempre gli stessi, solo hanno opportunità in più per esprimersi, per dimostrare ciò che valgono, in sistemi meglio organizzati dove è chiaro già da subito, prendiamo il nostro caso sulla scuola, che per insegnare il percorso è uno, determinato, certo, quello punto e basta. E' un concorso> bene, sai che lo passi hai un contratto indeterminato, e basta. E' un corso come il pgce> Bene, si fa e poi ci si porpone alle scuole. Tutto chiaro e definito, non con continui cambi delle regole del gioco mentre il gioco è in corsa (negli ultimi dieci anni in Italia siamo passati dal concorso, alla ssis, al tfa.. e poi la prossima sarà di nuovo un concorso>)
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totalmente d'accordo con te, moni.
anch'io dico sempre a quelli più giovani di me di espatriare, se ne hanno la possibilità e se non riescono a realizzarsi qui (non solo nel campo dell'insegnamento ma in tanti settori, sempre di più purtroppo). Cosa che avrei dovuto fare io anni fa, prima che subentrassero problemi familiari che ora m'impediscono di muovermi. E così tiro malamente a campare.
Chi può parta, una mia amica che lavorava, sottopagata e sfruttata, in ambito sanitario, è emigrata a più di 50 anni ed ora è contenta come una Pasqua. Ovvio che poi ci sono esperienze di tutti i tipi e quindi anche molti casi negativi, ma almeno tentare, se si può ripeto.
In particolare il nostro settore della formazione, a tutti i livelli, in ITalia continua solo ad essere l'ultima ruota dell'ultimo carro
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capisco, e ti capisco, al primo anno di università ho avuto una esperienza all'estero e avevo deciso di restarci e continuare gli studi li', poi dovetti tornare per un lutto familiare. Poi sono rimasta "bloccata" in italia per alcuni anni perchè era mio dovere e responsabilità stare qui ad assistere il genitore rimasto e malato. Ora che siamo solo io, marito e due piccolini io e mio marito abbiamo deciso di partire, nulla oramai ci fa restare. Per questo parlavo di partenza quando si può, perchè poi vari motivi familiari o sentimentali posso far "perdere" il treno. Per carità poi ci si fà una vita qui, c'è chi si trova bene, chi si realizza, ma per chi invece non è contento e vivacchia, io mi rivolgo a queste persone, suggerendo di prendere in mano la loro vita, fare scelte coraggiose, cambiare e cercare nuove opportunità che esse siano in una altra città italiana o all'estero. badate, io non idealizzo l'estero, ovunque ci sono problemi, ma ci sono sistemi più efficienti , più meritocratici dove si vive e anche bene e non si vivacchia.
Molti fra i lettori sono giovani, magari hanno i genitori in salute, possono quindi serenamente spostarsi e cercare nuove opportunità. Poi, dopo alcuni anni, diventa più complicato ma non impossibile. Certo è più facile spostarsi quando si è soli o in coppia anzichè spostarsi con bimbi piccoli, ci sono più documenti da fare, più attenzioni da prestare per inserirli con la lingua i compagni, più soldi da spendere per una casa più grande. Però si può comunque fare, lo fanno in tanti, dove vado io c'è una folta comunità italiana, e molti si sono spostati negli scorsi anni con famiglia, e poi c'è anche chi a portato con se i genitori divenuti anziani (anche perchè per esempio in francia il sistema sanitario funziona molto bene).
Quindi, è davvero questione di coraggio a fare il primo passo, salutare amici, tanti se ne faranno altri, e prendere tutto con umiltà e determinazione per trovare un posto decoroso nella nuova società straniera.
ti faccio un in bocca al lupo.
assunzione precari- tempistiche
concordo pienamente. tra l'altro ho avuto e ho una situazione del tutto simile a quella che hai descritto, la quale al momento non mi permette di muovermi. per il futuro, chissà.
un grande in bocca al lupo anche a te!