Dubbi (Insegnamento Lingua Italiana)
Buongiorno,ho un problema. Dall'anno scorso do lezioni private di italiano ad una signora matura di origini italiane.Premetto che la signora mi ha fortemente voluta anche quando io non ho voluto più lavorare con l'agenzia che me l'ha segnalata.(prima lavoravo per un'agenzia che prendeva circa il 60% della mia remunerazione).
Altra premessa,la signora ha "fame" di apprendere,ad ogni lezione mi fa vedere un libro nuovo,un acquisto nuovo o un nuovo eserciziario,dizionario,etc...L'altro giorno è spuntata con un paio di CD:"l'italien tout de suite"!!questo per farvi capire quanta motivazione,ma allo stesso tempo foga abbia. All'inizio pensavo che questa sua energia potesse agevolare il mio lavoro.Adesso,invece,sono preoccupata:NON MI FA LAVORARE COME VORREI.Mi spiego:io preparo la mia bella lezione,ho in testa un progetto didattico mirato..arrivo e lei mi spunta con mille dubbi,frustrazioni,mi dice che non riesce ad esprimersi,che vuole seguire il metodo scolastico (tipo regoletta scritta,coniugazione dei verbi,spiegazione dei fenomeni linguistici,etc..),un'altra volta invece mi chiede di cambiare metodo e magari farle solo vocabolario.Morale della favola,mi passa l'ora e mezza a spiegarle cose che non fanno ancora parte del mio programma personalizzato.
Diverse volte le ho detto che se mi ha scelta,deve fidarsi di me..a partire dal fatto che deve concentrarsi sulle mie lezioni e le cose che le indico almeno durante la mia lezione.POI può completare ,se vuole,con tutto il resto...Poi si lamenta che non apprende abbastanza vocaboli.ma porca miseria,ho l'impresione che si aspetti troppo da me. L'apprendimento di una lingua è frutta di costanza,curiosità,attenzione...e non di un cd "l'italien tout de suite"!
Le faccio 1h30 di lez a settimana,ma spesso per ragioni di salute del marito e anche per l'estate di mezzo,abbiamo perso diverse lezioni.Poi è andata in vacanza a Firenze..prima di partire le ho dato gli strumenti base per esprimersi con la commessa.Lei torna da Firenze e mi dice che tutti le parlavano in inglese!e la colpa sarebbe magari pure mia...!
Insomma,l'altro giorno,e concludo,mi dice:"Facciamo poco vocabolario.queste cose che mi spiega sono troppo complicate per me (passato prossimo che peraltro funziona come in francese!).Forse perchè, essendo lei italiana,dà per scontato che io sappia alcune cose..per esempio il verbo essere e avere al presente." Io:"QUOI>>>> l'abbiamo fatto l'anno scorso e l'abbiamo rivisto per studiare il passato prossimo!"Le prendo il quadernone dove lei segna le varie cose che le faccio fare."Guardi!" .lei:"si,si,lo so li abbiamo fatti...ma nel CD L'italien tout de suite"è fatto bene,ti elenca dei vocaboli". Ascolto il cd:no comment.
Le dico,e x la prima volta mi arrabbio:"Guardi,lei,ho l'impressione che i miei corsi non li guarda neppure.si ostina a seguire un ordine che è contrario a quello cvhe avevo previsto per lei.conseguenza non impara nulla,perchè è dispersiva.IO forse dovrei essere più "severa",ma trattandosi di un'adulta,non ho ritenuto oppurtuno tirarle le orecchie.E' più sano sapere poco e bene.che tutto male,perchè fra due settimane non ricorderà più nulla con questo L'italien tout de suite".
Lei:no,no..non volevo farle un rimprovero.solo che..
uff...consigliatemi perfavore.certamento sbaglio anch'io...ditemi come posso migliorarmi.
Dubbi
Come ti capisco!
Quest'anno ho in classe una signora del genere, è una classe di 60enni che hanno fatto il livello A1.1 con una prof. tremenda che si dedicava a fargli fare esercizi sul workbook e correggerli e basta. Immaginati che gli ha insegnato che: I live --- si pronuncia AI LAIV
La signora, abituata a quel metodo non se ne vuole discostare, bisogna riempire TUTTI gli esercizietti del libro, e non sono ammessi i test che avevo deciso di fargli alla fine di ogni unità, perché NON SONO SUL LIBRO.
La volta scorsa stavo spiegando il presente continuo ed era come se parlassi arabo per lei, MA IN SPAGNOLO il presente continuo esiste. Insomma, tutta una storia a dirmi che era troppo difficile.
Alla fine sai che ho deciso di fare: di assecondarla.
Della serie, lei vuole fare tranquillamente quegli esercizietti> Che li faccia ... nel frattempo però per il resto della classe ci sono schede divertenti, con esercizi per conversazione e giochi, che gli altri faranno mentre lei fa CON CALMA i suoi esercizi grammaticali. Secondo me vincerà l'invidia, perché lei starà sempre a guardare quello che hanno fatto gli altri, e alla fine vorrà farlo.
Allora ti consiglio di prepararti la tua bella lezione, di portarla con te, ma di far decidere a lei; insomma, seguila nelle sue peripezie scombinate e poi a fine lezione chiedile di dare un voto per iscritto a quanto ha imparato. Faglielo mettere per iscritto, una serie di diario di bordo.
Se non è soddisfatta le dici: ah, vedi, io invece ti avevo preparato questa bella lezione.
Se è soddisfatta e la volta dopo ti dice che non si ricorda di niente, che non impara niente, le tiri fuori il quadernino e le dici: ahhh, che strano, perché guarda un po', il voto che avevi dato alle lezione era alto.
Insomma, falle capire chi sa organizzare le cose e chi no!
Dubbi
Mi è capitato spesso di insegnare ad alunni adulti presso corsi aziendali, di formazione o lezioni private e l'atteggiamento che descrivi è piuttosto diffuso.
In un adulto l'apprendimento procede più lentamente rispetto a un ragazzo e chi si aspetta di imparare più velocemente o non ha pazienza, avverte frustrazione. C'è chi capisce i propri limiti e si adegua, chi invece scarica sull'insegnante le proprie frustrazioni. Ci sono poi anche alunni che saltano 3 lezioni su 4 per motivi di lavoro o impegni vari e si stupiscono,anzi stizziscono, di non aver imparato nulla o quelli che interrompono continuamente la lezione per chiedere come si dice questo o quello, come se il docente fosse un dizionario onlie su cui "cliccare" in qualsiasi momento.
Io, personalmente, cerco di neutralizzare questi atteggiamenti, dapprima con i ragionamenti (è assurdo pretendere di imparare alla stessa velocità di un ventenne, è assurdo pretendere di imparare con una lezione o due al mese) ed evidenziando i progressi fatti.
Se gli alunni non cambiano atteggiamento, li stronco gentilmente o, se sono alunni privati, li "scarico" con una scusa. Che me ne faccio di qualche Euro in più a settimana se devo gestire ogni volta questo stress o questi atteggiamenti che, non sempre, sono in buona fede>
Credo che sia un dovere del docente essere paziente e dedito ai propri alunni, ma certi atteggiamenti denotano molta maleduzione o un'insicurezza di fondo che non sta a noi cercare "guarire".
Dubbi
» Mi è capitato spesso di insegnare ad alunni adulti presso corsi aziendali,
» di formazione o lezioni private e l'atteggiamento che descrivi è piuttosto
» diffuso.
»
» In un adulto l'apprendimento procede più lentamente rispetto a un ragazzo
» e chi si aspetta di imparare più velocemente o non ha pazienza, avverte
» frustrazione. C'è chi capisce i propri limiti e si adegua, chi invece
» scarica sull'insegnante le proprie frustrazioni. Ci sono poi anche alunni
» che saltano 3 lezioni su 4 per motivi di lavoro o impegni vari e si
» stupiscono,anzi stizziscono, di non aver imparato nulla o quelli che
» interrompono continuamente la lezione per chiedere come si dice questo o
» quello, come se il docente fosse un dizionario onlie su cui "cliccare" in
» qualsiasi momento.
»
» Io, personalmente, cerco di neutralizzare questi atteggiamenti, dapprima
» con i ragionamenti (è assurdo pretendere di imparare alla stessa velocità
» di un ventenne, è assurdo pretendere di imparare con una lezione o due al
» mese) ed evidenziando i progressi fatti.
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» Se gli alunni non cambiano atteggiamento, li stronco gentilmente o, se
» sono alunni privati, li "scarico" con una scusa. Che me ne faccio di
» qualche Euro in più a settimana se devo gestire ogni volta questo stress o
» questi atteggiamenti che, non sempre, sono in buona fede>
» Credo che sia un dovere del docente essere paziente e dedito ai propri
» alunni, ma certi atteggiamenti denotano molta maleduzione o un'insicurezza
» di fondo che non sta a noi cercare "guarire".
Si,esatto!avvertono frustrazione...comunque mi fa piacere sentire che sono esperienze,più o meno,comuni.perchè cominciavo a pormi la domanda:"sono una buona insegnante>"