Classe difficilissima, aiuto!! (Insegnamento Lingua Italiana)
Non so se in questo spazio sia possibile scambiare opinioni e consigli sull'insegnamento "pratico", diciamo così. Mi trovo ad insegnare ad una classe composta principalmente da rigugiati nigeriani e a 3 mesi dall'inizio praticamente non vedo risultati. Facciamo 3 ore a settimana che già sono poche e in più questi ragazzi passano tutto il loro tempo tra di loro, bighellonando senza nessuna voglia di studiare e bisogno di parlare italiano poichè sono ospiti della locale Croce Rossa che pensa ad ogni loro bisogno. Loro parlano inglese ma fondamentalmente sono appena scolarizzati, io ho improntato il corso come sempre, in modo comunicativo, ma inizio ad avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano subito, vorrebbero la traduzione inglese ma io faccio di tutto per evitarla... Che si deve fare in casi come così>> Devo passare ad un metodo più grammaticale>> Se qualcuno che si trova ad insegnare in un contesto simile volesse darmi qualche consiglio ne sarei felice
Classe difficilissima, aiuto!!
non colpevolizzarti...se non c'è motivazione da parte loro, non apprenderanno mai :D
» Non so se in questo spazio sia possibile scambiare opinioni e consigli
» sull'insegnamento "pratico", diciamo così. Mi trovo ad insegnare ad una
» classe composta principalmente da rigugiati nigeriani e a 3 mesi
» dall'inizio praticamente non vedo risultati. Facciamo 3 ore a settimana che
» già sono poche e in più questi ragazzi passano tutto il loro tempo tra di
» loro, bighellonando senza nessuna voglia di studiare e bisogno di parlare
» italiano poichè sono ospiti della locale Croce Rossa che pensa ad ogni loro
» bisogno. Loro parlano inglese ma fondamentalmente sono appena scolarizzati,
» io ho improntato il corso come sempre, in modo comunicativo, ma inizio ad
» avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano
» subito, vorrebbero la traduzione inglese ma io faccio di tutto per
» evitarla... Che si deve fare in casi come così>> Devo passare ad un metodo
» più grammaticale>> Se qualcuno che si trova ad insegnare in un contesto
» simile volesse darmi qualche consiglio ne sarei felice
Classe difficilissima, aiuto!!
più seriamente, per stimolare il loro interesse, puoi cercare di costruire unità didattiche partendo da argomenti che li interessano particolarmente. un esempio banale: a loro interessa il calcio: potresti cercare di costruire unità didattiche ad hoc, inserendo tutti gli aspetti lessicali (ad es. utile introdurre il lessico cromatico, quando si parla di squadre, etc...) e grammaticali, che via via seguono.
Loro ascoltano rap o hip-hop anglo-americano: prova a proporre omologhe canzoni italiane, etc... reperendo testi che contengano gli elementi lessico-grammaticali che vuoi lavorare in una data lezione.
Magari sono consigli ovvi, ma per gli allievi piu distratti e svogliati funziona.
» non colpevolizzarti...se non c'è motivazione da parte loro, non
» apprenderanno mai :D
»
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» che
» » già sono poche e in più questi ragazzi passano tutto il loro tempo tra
» di
» » loro, bighellonando senza nessuna voglia di studiare e bisogno di
» parlare
» » italiano poichè sono ospiti della locale Croce Rossa che pensa ad ogni
» loro
» » bisogno. Loro parlano inglese ma fondamentalmente sono appena
» scolarizzati,
» » io ho improntato il corso come sempre, in modo comunicativo, ma inizio
» ad
» » avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano
» » subito, vorrebbero la traduzione inglese ma io faccio di tutto per
» » evitarla... Che si deve fare in casi come così>> Devo passare ad un
» metodo
» » più grammaticale>> Se qualcuno che si trova ad insegnare in un contesto
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Classe difficilissima, aiuto!!
Insegno anch'io ad immigrati e constato che - per quanto assurdo ciò possa sembrare - la prima cosa a mancare è proprio la motivazione. Si aggiungono: 1) il fatto che in molti casi sono poco o per nulla scolarizzati - cioè scarsamente alfabetizzati, ma anche non abituati ad andare a scuola (non frequentano con regolarità, vengono senza penne e quaderni, a casa non studiano); 2) il fatto che passano la maggior parte del tempo tra loro, per cui sono esposti all'italiano praticamente solo a lezione.
Sto generalizzando, ma è per dire che anche se sei una bravissima insegnante, in queste condizioni i risultati sono scarsi.
Io cerco di usare un approccio integrato: molto lavoro di comprensione di brevi testi + attività funzional-comunicative + attività lessicali + esercizi più strutturali e ripetitivi in cui devono applicare la regola appresa. Anche i miei studenti cercano sempre il supporto della traduzione in inglese: io cerco di limitarmi a dare conferma o meno alle loro ipotesi.
Ciò detto, vedo che ancora non ci siamo nemmeno sulla comunicazione di base, e quindi adesso sto cercando di rallentare e tornare molto e più volte su cose già fatte.
Certi giorni torno a casa veramente demoralizzata e con un mucchio di dubbi sul mio lavoro. ...Cmnq, parlavo qualche giorno fa con un insegnante in pensione che lavora con gli immigrati da anni e che usa un metodo decisamente più grammaticale/strutturale del mio e si lamentava degli stessi scarsi risultati...
Non so se ti sono stata utile...
Non ti scoraggiare! Buon lavoro.
sadie
Classe difficilissima, aiuto!!
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» Non so se in questo spazio sia possibile scambiare opinioni e consigli
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» dall'inizio praticamente non vedo risultati. Facciamo 3 ore a settimana che
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» avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano
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Classe difficilissima, aiuto!!
volevo consigliarti anch'io di proporre delle canzoni come ti è già stato suggerito.cerca di destare la loro attenzione, e poi se loro ti chiedono di tradurre alcuni termini in inglese dovresti farlo, se questo puo'aiutarli a capire,e non è neppure un reato anzi...lascia perdere il metodo traduttivo-grammaticale è vecchio come il cucco e non serve per apprendere una lingua,lo vedo anche poco efficace per il tipo di studenti che hai..aiutati coi dizionari visuali, con le figure ,proponi lezioni portando loro delle fotocopie con disegni inserendo sotto delle didascalie. insegna loro il vocabolario d'uso comune,non proporre lezioni difficili, ti consiglio il metodo ludico che funziona sempre con questo tipo di ragazzi disinteressati
:ok:
Classe difficilissima, aiuto!!
» Insegno anch'io ad immigrati e constato che - per quanto assurdo ciò possa
» sembrare - la prima cosa a mancare è proprio la motivazione. Si aggiungono:
» 1) il fatto che in molti casi sono poco o per nulla scolarizzati - cioè
» scarsamente alfabetizzati, ma anche non abituati ad andare a scuola (non
» frequentano con regolarità, vengono senza penne e quaderni, a casa non
» studiano); 2) il fatto che passano la maggior parte del tempo tra loro, per
» cui sono esposti all'italiano praticamente solo a lezione.
» Sto generalizzando, ma è per dire che anche se sei una bravissima
» insegnante, in queste condizioni i risultati sono scarsi.
» Io cerco di usare un approccio integrato: molto lavoro di comprensione di
» brevi testi + attività funzional-comunicative + attività lessicali +
» esercizi più strutturali e ripetitivi in cui devono applicare la regola
» appresa. Anche i miei studenti cercano sempre il supporto della traduzione
» in inglese: io cerco di limitarmi a dare conferma o meno alle loro ipotesi.
»
» Ciò detto, vedo che ancora non ci siamo nemmeno sulla comunicazione di
» base, e quindi adesso sto cercando di rallentare e tornare molto e più
» volte su cose già fatte.
» Certi giorni torno a casa veramente demoralizzata e con un mucchio di dubbi
» sul mio lavoro. ...Cmnq, parlavo qualche giorno fa con un insegnante in
» pensione che lavora con gli immigrati da anni e che usa un metodo
» decisamente più grammaticale/strutturale del mio e si lamentava degli
» stessi scarsi risultati...
» Non so se ti sono stata utile...
» Non ti scoraggiare! Buon lavoro.
» sadie
Si Sadie mi sei stata utile, soprattutto a livello emotivo, hai colto benissimo la situazione e il mio stato d'animo.. non so quante volte avrò detto cos'è un cornetto o un caffè amaro eppure anche oggi davanti alla stessa fotografia mi hanno chiesto cosa sono!! Anch'io l'inglese cerco di usarlo per confermare e permetto loro di usare il dizionario in classe ma nulla, la parola il martedì entra e il venerdì è già uscita :/
Sto anche io pensando di riprendere un po' tutto il già fatto ma mi sento frustrata perchè a giugno tenteranno la certificazione A2 e so che malapena riusciranno a capire le consegne delle prove ..
Buon lavoro anche a te :)
Classe difficilissima, aiuto!!
» volevo consigliarti anch'io di proporre delle canzoni come ti è già stato
» suggerito.cerca di destare la loro attenzione, e poi se loro ti chiedono di
» tradurre alcuni termini in inglese dovresti farlo, se questo puo'aiutarli a
» capire,e non è neppure un reato anzi...lascia perdere il metodo
» traduttivo-grammaticale è vecchio come il cucco e non serve per apprendere
» una lingua,lo vedo anche poco efficace per il tipo di studenti che
» hai..aiutati coi dizionari visuali, con le figure ,proponi lezioni portando
» loro delle fotocopie con disegni inserendo sotto delle didascalie. insegna
» loro il vocabolario d'uso comune,non proporre lezioni difficili, ti
» consiglio il metodo ludico che funziona sempre con questo tipo di ragazzi
» disinteressati
» :ok:
Purtroppo come ho risposto anche a Sadie, loro le parole le dimenticano proprio, ritengo perchè non hanno nessuna motivazione a ricordarle; io confermo le loro traduzioni dall'inglese e gli permetto anche di usare il dizionario e ovviamente sto affrontando le situazioni che si propongono ai principianti (presentarsi, al bar, alla stazione, etc)ma nulla, dopo mesi e mesi ancora non hanno in mente cos'è una bottiglia o una fetta di pane..
Da qui la mia depressione :)
Comunque tenterò presto una canzone almeno per accattivarmeli un pò, visto che ultimamente mi odiano perchè non faccio la lezione in inglese :))
Classe difficilissima, aiuto!!
» Purtroppo come ho risposto anche a Sadie, loro le parole le dimenticano
» proprio, ritengo perchè non hanno nessuna motivazione a ricordarle; io
» confermo le loro traduzioni dall'inglese e gli permetto anche di usare il
» dizionario e ovviamente sto affrontando le situazioni che si propongono ai
» principianti (presentarsi, al bar, alla stazione, etc)ma nulla, dopo mesi
» e mesi ancora non hanno in mente cos'è una bottiglia o una fetta di pane..
»
» Da qui la mia depressione :)
» Comunque tenterò presto una canzone almeno per accattivarmeli un pò, visto
» che ultimamente mi odiano perchè non faccio la lezione in inglese :))
per dizionario non intendo il classico dizionario, ma come ho scritto il dizionario visuale ossia il dizionario con le figure che ha accanto il nome delle stesse, se non ce l'hai non importa lo puoi fare tu. ad esempio la lezione alla stazione:
fai un documento al pc che contiene le figure : biglietteria, capo stazione, treno etc etc e lo porti a ciascun studente. poi fate delle semplici conversazioni tipo uno studente fa il bigliettaio e l'altro il cliente..non avranno giustificazione per comprendere le parole in quanto hanno le foto che più di ogni altra cosa chiarificano tutto..unite a lezioni simpatiche con le canzoni dovresti farcela:lol3: :waving:
Classe difficilissima, aiuto!!
» Non so se in questo spazio sia possibile scambiare opinioni e consigli
» sull'insegnamento "pratico", diciamo così. Mi trovo ad insegnare ad una
» classe composta principalmente da rigugiati nigeriani e a 3 mesi
» dall'inizio praticamente non vedo risultati. Facciamo 3 ore a settimana che
» già sono poche e in più questi ragazzi passano tutto il loro tempo tra di
» loro, bighellonando senza nessuna voglia di studiare e bisogno di parlare
» italiano poichè sono ospiti della locale Croce Rossa che pensa ad ogni loro
» bisogno. Loro parlano inglese ma fondamentalmente sono appena scolarizzati,
» io ho improntato il corso come sempre, in modo comunicativo, ma inizio ad
» avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano
» subito, vorrebbero la traduzione inglese ma io faccio di tutto per
» evitarla... Che si deve fare in casi come così>> Devo passare ad un metodo
» più grammaticale>> Se qualcuno che si trova ad insegnare in un contesto
» simile volesse darmi qualche consiglio ne sarei felice
Semplicemente chiedi a loro che cosa vorrebbero fare. L'idea delle canzoni in slang la trovo efficace, forse potresti provare con dei film in lingua originale sottotitolati. Onestamente prima di andare diretta verso la nostra cultura, per quanto ovviamente sia oggetto e soggetto del corso dovresti cercare di capire un po' più loro, per poi spaziare una volta che hai catturato il loro interesse. Oltre alla motivazione c'è una distanza culturale che va colmata
Classe difficilissima, aiuto!!
scusatemi....ma voi dove lavorate> nella scuola pubblica, negli enti privati (tipo scuole di lingua....) insomma dove>
» » Non so se in questo spazio sia possibile scambiare opinioni e consigli
» » sull'insegnamento "pratico", diciamo così. Mi trovo ad insegnare ad una
» » classe composta principalmente da rigugiati nigeriani e a 3 mesi
» » dall'inizio praticamente non vedo risultati. Facciamo 3 ore a settimana
» che
» » già sono poche e in più questi ragazzi passano tutto il loro tempo tra
» di
» » loro, bighellonando senza nessuna voglia di studiare e bisogno di
» parlare
» » italiano poichè sono ospiti della locale Croce Rossa che pensa ad ogni
» loro
» » bisogno. Loro parlano inglese ma fondamentalmente sono appena
» scolarizzati,
» » io ho improntato il corso come sempre, in modo comunicativo, ma inizio
» ad
» » avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano
» » subito, vorrebbero la traduzione inglese ma io faccio di tutto per
» » evitarla... Che si deve fare in casi come così>> Devo passare ad un
» metodo
» » più grammaticale>> Se qualcuno che si trova ad insegnare in un contesto
» » simile volesse darmi qualche consiglio ne sarei felice
»
» Semplicemente chiedi a loro che cosa vorrebbero fare. L'idea delle canzoni
» in slang la trovo efficace, forse potresti provare con dei film in lingua
» originale sottotitolati. Onestamente prima di andare diretta verso la
» nostra cultura, per quanto ovviamente sia oggetto e soggetto del corso
» dovresti cercare di capire un po' più loro, per poi spaziare una volta che
» hai catturato il loro interesse. Oltre alla motivazione c'è una distanza
» culturale che va colmata
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» scusatemi....ma voi dove lavorate> nella scuola pubblica, negli enti
» privati (tipo scuole di lingua....) insomma dove>
»
» Perché>
»
»
» » » Non so se in questo spazio sia possibile scambiare opinioni e consigli
» » » sull'insegnamento "pratico", diciamo così. Mi trovo ad insegnare ad
» una
» » » classe composta principalmente da rigugiati nigeriani e a 3 mesi
» » » dall'inizio praticamente non vedo risultati. Facciamo 3 ore a
» settimana
» » che
» » » già sono poche e in più questi ragazzi passano tutto il loro tempo tra
» » di
» » » loro, bighellonando senza nessuna voglia di studiare e bisogno di
» » parlare
» » » italiano poichè sono ospiti della locale Croce Rossa che pensa ad ogni
» » loro
» » » bisogno. Loro parlano inglese ma fondamentalmente sono appena
» » scolarizzati,
» » » io ho improntato il corso come sempre, in modo comunicativo, ma inizio
» » ad
» » » avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano
» » » subito, vorrebbero la traduzione inglese ma io faccio di tutto per
» » » evitarla... Che si deve fare in casi come così>> Devo passare ad un
» » metodo
» » » più grammaticale>> Se qualcuno che si trova ad insegnare in un
» contesto
» » » simile volesse darmi qualche consiglio ne sarei felice
» »
» » Semplicemente chiedi a loro che cosa vorrebbero fare. L'idea delle
» canzoni
» » in slang la trovo efficace, forse potresti provare con dei film in
» lingua
» » originale sottotitolati. Onestamente prima di andare diretta verso la
» » nostra cultura, per quanto ovviamente sia oggetto e soggetto del corso
» » dovresti cercare di capire un po' più loro, per poi spaziare una volta
» che
» » hai catturato il loro interesse. Oltre alla motivazione c'è una distanza
» » culturale che va colmata
Classe difficilissima, aiuto!!
Credimi tu starai attraversando un'esperienza estrema ma una delle cose piu# difficili e' motivare studenti svogliati.
Puoi vedere tecniche efficaci in alcuni libri tipo The effective teacher, setting limits in the classroom.
Una cosa che mi sento di dire e' concentrasi su quello che fanno di positivo. questo aiuta te e loro.Oggi sanno due parole invece di una, festeggia!Dai sempre due opzioni su cosa fare. Tipo: ascoltiamo una canzone o facciamo un gioco> Un gioco che io trovo abbastanza efficace e' spargere oggetti nella stanza e dire a loro: prendi la bottiglia> Metti la borsa vicino al tavolo>Cosi' che loro debbano eseguire. Enfatizza sempre i progressi, questo serve a te e a loro. E poi ricorda che non puoi essere tu a fare miracoli per giovanotti che non conoscono assolutamente la scuola.
Classe difficilissima, aiuto!!
» scusatemi....ma voi dove lavorate> nella scuola pubblica, negli enti
» privati (tipo scuole di lingua....) insomma dove>
»
» Carla io faccio il corso per un CTP
»
»
» » » Non so se in questo spazio sia possibile scambiare opinioni e consigli
» » » sull'insegnamento "pratico", diciamo così. Mi trovo ad insegnare ad
» una
» » » classe composta principalmente da rigugiati nigeriani e a 3 mesi
» » » dall'inizio praticamente non vedo risultati. Facciamo 3 ore a
» settimana
» » che
» » » già sono poche e in più questi ragazzi passano tutto il loro tempo tra
» » di
» » » loro, bighellonando senza nessuna voglia di studiare e bisogno di
» » parlare
» » » italiano poichè sono ospiti della locale Croce Rossa che pensa ad ogni
» » loro
» » » bisogno. Loro parlano inglese ma fondamentalmente sono appena
» » scolarizzati,
» » » io ho improntato il corso come sempre, in modo comunicativo, ma inizio
» » ad
» » » avere dei dubbi; cerco di far capire loro le parole ma le dimenticano
» » » subito, vorrebbero la traduzione inglese ma io faccio di tutto per
» » » evitarla... Che si deve fare in casi come così>> Devo passare ad un
» » metodo
» » » più grammaticale>> Se qualcuno che si trova ad insegnare in un
» contesto
» » » simile volesse darmi qualche consiglio ne sarei felice
» »
» » Semplicemente chiedi a loro che cosa vorrebbero fare. L'idea delle
» canzoni
» » in slang la trovo efficace, forse potresti provare con dei film in
» lingua
» » originale sottotitolati. Onestamente prima di andare diretta verso la
» » nostra cultura, per quanto ovviamente sia oggetto e soggetto del corso
» » dovresti cercare di capire un po' più loro, per poi spaziare una volta
» che
» » hai catturato il loro interesse. Oltre alla motivazione c'è una distanza
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Classe difficilissima, aiuto!!
Concordo: se esiste una possibilità di motivarli, l'unica è dedicarvi a loro: passare attraverso la loro quotidianità e i loro interessi, lasciando stare l'Italia. Cerca di capire che persone sono. Potresti ad esempio prepararti una lista di domande per loro e organizzare un incontro di 20 minuti in inglese, con la presenza di un amico interprete (giusto per confermare che l'inglese ti rimane proprio scomodo ;) Dimostrare che qualcuno vuole davvero capirli potrebbe dargli un barlume di spinta. E una possibilità, vedi se ne vale la pena.
Riguardo al metodo, ai materiali e alle tecniche: non sei obbligata a seguire un metodo preciso. Canzoni, giochi, video, immagini, ginnastica, giri al mercato. Sentiti libera di sperimentare e qualunque cosa funzioni, prendi nota e riusala :)
E se a volte ti sembra di non andare da nessuna parte e di sgobbare per niente, non ti abbattere. Cerca di visualizzare i tuoi bighelloni come delle cavie. Sperimenta e fatti le ossa! E la situazione giusta per provare e imparare.
Hai altri gruppi> Con quali problemi/punti di forza>
moryama
www.stranita.it
Classe difficilissima, aiuto!!
» Concordo: se esiste una possibilità di motivarli, l'unica è dedicarvi a
» loro: passare attraverso la loro quotidianità e i loro interessi,
» lasciando stare l'Italia. Cerca di capire che persone sono. Potresti ad
» esempio prepararti una lista di domande per loro e organizzare un incontro
» di 20 minuti in inglese, con la presenza di un amico interprete (giusto
» per confermare che l'inglese ti rimane proprio scomodo ;) Dimostrare che
» qualcuno vuole davvero capirli potrebbe dargli un barlume di spinta. E una
» possibilità, vedi se ne vale la pena.
»
» Riguardo al metodo, ai materiali e alle tecniche: non sei obbligata a
» seguire un metodo preciso. Canzoni, giochi, video, immagini, ginnastica,
» giri al mercato. Sentiti libera di sperimentare e qualunque cosa funzioni,
» prendi nota e riusala :)
» E se a volte ti sembra di non andare da nessuna parte e di sgobbare per
» niente, non ti abbattere. Cerca di visualizzare i tuoi bighelloni come
» delle cavie. Sperimenta e fatti le ossa! E la situazione giusta per
» provare e imparare.
»
» Hai altri gruppi> Con quali problemi/punti di forza>
»
» moryama
» www.stranita.it
Cara moryana, in questo contesto è l'unica classe che ho ( ma faccio questo lavoro già da 6 anni), il paese è piccolo e di solito il CTP arriva ad organizzare una sola classe ma visto che quest'anno la Croce Rossa ospita questi ragazzi nigeriani hanno richiesto un altro insegnante.
Facciamo lezione ormai da dicembre e ho cercato vari spunti ma non sembrano interessati a niente; un po' proprio per il loro modo di essere e un po' per la condizione in cui si trovano a vivere: praticamente non hanno soldi quindi non possono fare nulla, non possono muoversi, non possono comprare.. Non hanno nessun interesse per la cucina,o per lo sport, di chiedere dello loro famiglie ho timore e ovviamente non si può parlare di arte, o di viaggi.. Per farti un esempio stupido, stavamo imparando a dire i prezzi e per farli parlare un po' ho chiesto quanto costa un caffè lì in paese (non una pizza o una cena fuori ovviamente) e uno di loro mi ha risposto rabbioso che non lavora.. capisci che diventa davvero difficile mettere in piedi una qualsiasi situazione comunicativa ma purtroppo io sono obbligata a farli familiarizzare con gli "argomenti" classici dei livelli principianti perchè a giugno tenteranno l'esame che esce dalla Stranieri di Siena e le temetiche sappiano che sono quelle.
Ho deciso per ora di fermarmi con il programma per ripetere quanto fatto finora; spero che sentendosi almeno sicuri su alcune strutture si sentano più motivati ad apprenderne altre..
P.S. Ho sbirciato stranità.it e ho trovato materiali interessanti
Classe difficilissima, aiuto!!
Ora, io so che adesso tutti mi mettere al rogo come le streghe... ma se loro vogliono l'inglese, non gli si potrebbe dare un po' di inglese>
Classe difficilissima, aiuto!!
scusa ma qual è l'età di questi studenti>
Classe difficilissima, aiuto!!
» scusa ma qual è l'età di questi studenti>
Sono tra i 20 e i 30
Classe difficilissima, aiuto!!
Capisco bene il problema: nessuna delle tematiche previste da un eventuale esame li può toccare, per come vivono ora. E non posso immaginare il disagio e forse la rabbia per la vita che stanno conducendo, anche se magari al di fuori avranno l'aria strafottente. Ma il fatto resta: perché si trovano lì> perché hanno bisogno di fare un esame> perché vogliono il visto>
Queste sono le uniche motivazioni che possono mandarli avanti. Non l'interesse per l'Italia o per l'italiano, e nemmeno il piacere di aver raggiunto qualche piccolo traguardo linguistico o comunicativo. Forse la loro unica motivazione sarà utilitaristica (impegnarsi con l'italiano per ricevere una certificazione necessaria ad ottenere il visto). E allora su quella dovete fare leva, con qualunque strumento che possa funzionare. E con la fortuna di avere un'insegnante che ci tiene a loro e al proprio lavoro. Cosa ne pensi Lindalee> (e insegnati dell'agorà>)
Classe difficilissima, aiuto!!
» Ora, io so che adesso tutti mi mettere al rogo come le streghe... ma se
» loro vogliono l'inglese, non gli si potrebbe dare un po' di inglese>
Io sono d'accordo con te (al rogo anch'io!). E' che 2o me, al di là delle teorie didattiche, bisogna considerare i casi pratici e le situazioni particolari. Qui si parla di:
1) gente poco scolarizzata;
2) abituata cmnq ad un altro stile di insegnamento;
3) che in un tempo limitato (in genere qi corsi sono di 40-60 ore) deve raggiungere un certo livello di italiano.
Ha senso (ed è veramente proficuo) forzarli di botto ad un modo di imparare che loro non capiscono (e non condividono)>
Per Lindalee: una regola che io cerco di ricordare sempre è quella del "5% input, 95% check". Forse ti può tornare utile per "costringere" i tuoi ragazzi a partecipare più attivamente alla lezione e quindi anche ricordare più facilmente le cose. Per es, io cerco sempre di verificare che abbiano veramente compreso un termine/un'espressione/una regola facendogliela subito riutilizzare, in genere - visto che sono ad un livello base e la produzione autonoma è scarsissima - chiedendogli di completare esempi, scegliere tra due opzioni ecc. ("lontano": la stazione è lontana o vicina> e l'ospedale> e il supermercato> e l'India> "caffè": si mangia o si beve> quando bevi il caffè> ...a pranzo> a cena> a...> preferisci il caffè o il tè> cosa metti nel caffè: il limone> ...). Quando c'è un testo/una foto cerco di elicitare cose che in teoria dovrebbero sapere con domande tipo: uomo o donna> uno o tanti> c'è o ci sono>
Forse è un sistema stupido, non so...
Facci sapere
sadie
Classe difficilissima, aiuto!!
D'accordo con Sadie e Diana. Detto malamente all'americana... whatever works! qualunque cosa, purché funzioni.
Epperò qualche volta sarei curiosa di fare un salto dai prof della Stranieri e, fra le tante cose, chiedergli: devo preparare un gruppo ad abilità miste di rifugiati nigeriani semi-analfabeti, che vengono e non vengono, per un esame A2, in 60 ore, senza materiali... come devo muovermi> Insomma la CILS A2 è pensata per i nostri immigrati, no>
Classe difficilissima, aiuto!!
» Capisco bene il problema: nessuna delle tematiche previste da un eventuale
» esame li può toccare, per come vivono ora. E non posso immaginare il
» disagio e forse la rabbia per la vita che stanno conducendo, anche se
» magari al di fuori avranno l'aria strafottente. Ma il fatto resta: perché
» si trovano lì> perché hanno bisogno di fare un esame> perché vogliono il
» visto>
»
» Queste sono le uniche motivazioni che possono mandarli avanti. Non
» l'interesse per l'Italia o per l'italiano, e nemmeno il piacere di aver
» raggiunto qualche piccolo traguardo linguistico o comunicativo. Forse la
» loro unica motivazione sarà utilitaristica (impegnarsi con l'italiano per
» ricevere una certificazione necessaria ad ottenere il visto). E allora su
» quella dovete fare leva, con qualunque strumento che possa funzionare. E
» con la fortuna di avere un'insegnante che ci tiene a loro e al proprio
» lavoro. Cosa ne pensi Lindalee> (e insegnati dell'agorà>)
Sì moryama la situazione è proprio questa e anche la rabbia che manifestano capisco che derivi dalla frustrazione, infatti attingo a riserve di pazienza che non credevo di avere :)
Tuttavia a volte mi fanno veramente arrabbiare; hanno la fortuna (per quanto in una situazione tragica) di poter frequentare gratuitamente il corso di italiano e non ne approfittano, potrebbero usare i compiti come modo per passare il tempo ma non li fanno quasi mai, dovrebbero essere contenti di avere un impegno nella settimana per variare le loro giornate eppure non vengono.. però lamentano di volere un lavoro, senza parlare la lingua...
Comunque oggi ho proposto una lezione più che semplificata rispetto a quello che stavamo facendo nelle ultime lezioni e per quanto mi sia dispiaciuto fare un bel salto indietro (sia a livello di argomenti che di metodologie) ho visto maggiore partecipazione e continuerò sulla strada del ripasso semplificato.. tuttavia digerisco con difficoltà che al 4 mese di lezione ancora non si sia assimilata la formazione del plurale :/
Riguardo alla spinta della necessità mi chiedo se se ne rendano conto..
Classe difficilissima, aiuto!!
» D'accordo con Sadie e Diana. Detto malamente all'americana... whatever
» works! qualunque cosa, purché funzioni.
»
» Epperò qualche volta sarei curiosa di fare un salto dai prof della
» Stranieri e, fra le tante cose, chiedergli: devo preparare un gruppo ad
» abilità miste di rifugiati nigeriani semi-analfabeti, che vengono e non
» vengono, per un esame A2, in 60 ore, senza materiali... come devo muovermi>
» Insomma la CILS A2 è pensata per i nostri immigrati, no>
Non avevo letto questa parte di discussione, in generale non sono contraria all'idea di ricorrere ad una lingua ponte, chi si è trovato davanti una classe di principianti assoluti per una lezione che durasse più di 45 minuti mi capisce ;)
Non sono contraria al buttare là qualche traduzione ogni tanto se la mancanza di questa parola rischia di interrompere un processo in divenire e neanche a fare un po' di grammatica contastiva se può impedire la sedimentazione di un errore, però sono più che convinta che condurre gli studenti a capire una parola o una regola con la giusta metodologia, porti ad un apprendimento più profondo.
Gli studenti hanno bisogno di crearsi delle strategie (personali) di apprendimento che nascono dal bisogno e secondo me con troppa traduzione si annulla questo bisogno, un pò per lo stesso motivo per il quale si dovrebbe LIMITARE il dizionario. La scorsa estate ho ereditato due classi da due insegnanti diversi e si vedeva benissimo la differenza di apprendimento tra la classe alla quale era stato concesso l'uso del vocabolario e quella alla quale era stato negato. Io mi sento male quando vedo gli studenti americani che fanno quei cartoncini con le parole tradotte e le ripetono allo sfinimento prima dell'esame e mi sento anche peggio quando le vedo buttate nel cestino a esame finito.
Ci vuole molta pazienza e ci vuole che gli studenti si fidino parecchio dell'insegnante il che non accade quasi mai almeno all'inizio :)
Riguardo alla certificazione dell' A2 per gli immigrati confesso di non sapere come sia la "legge"; ma fondamentalmente non credo dipenda dalla Stranieri il numero di ore di corso al quale uno studente si espone prima di presentarsi alla certificazione.. ma forse non ho capito questa cosa delle 60 ore e dei materiali che dicevi, me la puoi spiegare meglio>
Mi piace molto questa nostra discussione :)
Classe difficilissima, aiuto!!
Questa storia la dice lunga sui galantuomini che ci prendiamo in casa.
Vengono in Italia e non vogliono imparare l'italiano. Poi vogliono il lavoro.
Gli pagano il corso e loro non fanno niente. mah che brutta gente!
» » D'accordo con Sadie e Diana. Detto malamente all'americana... whatever
» » works! qualunque cosa, purché funzioni.
» »
» » Epperò qualche volta sarei curiosa di fare un salto dai prof della
» » Stranieri e, fra le tante cose, chiedergli: devo preparare un gruppo ad
» » abilità miste di rifugiati nigeriani semi-analfabeti, che vengono e non
» » vengono, per un esame A2, in 60 ore, senza materiali... come devo
» muovermi>
» » Insomma la CILS A2 è pensata per i nostri immigrati, no>
»
» Non avevo letto questa parte di discussione, in generale non sono contraria
» all'idea di ricorrere ad una lingua ponte, chi si è trovato davanti una
» classe di principianti assoluti per una lezione che durasse più di 45
» minuti mi capisce ;)
»
» Non sono contraria al buttare là qualche traduzione ogni tanto se la
» mancanza di questa parola rischia di interrompere un processo in divenire e
» neanche a fare un po' di grammatica contastiva se può impedire la
» sedimentazione di un errore, però sono più che convinta che condurre gli
» studenti a capire una parola o una regola con la giusta metodologia, porti
» ad un apprendimento più profondo.
»
» Gli studenti hanno bisogno di crearsi delle strategie (personali) di
» apprendimento che nascono dal bisogno e secondo me con troppa traduzione si
» annulla questo bisogno, un pò per lo stesso motivo per il quale si dovrebbe
» LIMITARE il dizionario. La scorsa estate ho ereditato due classi da due
» insegnanti diversi e si vedeva benissimo la differenza di apprendimento tra
» la classe alla quale era stato concesso l'uso del vocabolario e quella alla
» quale era stato negato. Io mi sento male quando vedo gli studenti americani
» che fanno quei cartoncini con le parole tradotte e le ripetono allo
» sfinimento prima dell'esame e mi sento anche peggio quando le vedo buttate
» nel cestino a esame finito.
»
» Ci vuole molta pazienza e ci vuole che gli studenti si fidino parecchio
» dell'insegnante il che non accade quasi mai almeno all'inizio :)
»
» Riguardo alla certificazione dell' A2 per gli immigrati confesso di non
» sapere come sia la "legge"; ma fondamentalmente non credo dipenda dalla
» Stranieri il numero di ore di corso al quale uno studente si espone prima
» di presentarsi alla certificazione.. ma forse non ho capito questa cosa
» delle 60 ore e dei materiali che dicevi, me la puoi spiegare meglio>
»
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» Questa storia la dice lunga sui galantuomini che ci prendiamo in casa.
» Vengono in Italia e non vogliono imparare l'italiano. Poi vogliono il
» lavoro.
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» » » works! qualunque cosa, purché funzioni.
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» ad
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» non
» » » vengono, per un esame A2, in 60 ore, senza materiali... come devo
» » muovermi>
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» contraria
» » all'idea di ricorrere ad una lingua ponte, chi si è trovato davanti una
» » classe di principianti assoluti per una lezione che durasse più di 45
» » minuti mi capisce ;)
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» » mancanza di questa parola rischia di interrompere un processo in divenire
» e
» » neanche a fare un po' di grammatica contastiva se può impedire la
» » sedimentazione di un errore, però sono più che convinta che condurre gli
» » studenti a capire una parola o una regola con la giusta metodologia,
» porti
» » ad un apprendimento più profondo.
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» » Gli studenti hanno bisogno di crearsi delle strategie (personali) di
» » apprendimento che nascono dal bisogno e secondo me con troppa traduzione
» si
» » annulla questo bisogno, un pò per lo stesso motivo per il quale si
» dovrebbe
» » LIMITARE il dizionario. La scorsa estate ho ereditato due classi da due
» » insegnanti diversi e si vedeva benissimo la differenza di apprendimento
» tra
» » la classe alla quale era stato concesso l'uso del vocabolario e quella
» alla
» » quale era stato negato. Io mi sento male quando vedo gli studenti
» americani
» » che fanno quei cartoncini con le parole tradotte e le ripetono allo
» » sfinimento prima dell'esame e mi sento anche peggio quando le vedo
» buttate
» » nel cestino a esame finito.
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» » Ci vuole molta pazienza e ci vuole che gli studenti si fidino parecchio
» » dell'insegnante il che non accade quasi mai almeno all'inizio :)
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» » Riguardo alla certificazione dell' A2 per gli immigrati confesso di non
» » sapere come sia la "legge"; ma fondamentalmente non credo dipenda dalla
» » Stranieri il numero di ore di corso al quale uno studente si espone
» prima
» » di presentarsi alla certificazione.. ma forse non ho capito questa cosa
» » delle 60 ore e dei materiali che dicevi, me la puoi spiegare meglio>
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» » Mi piace molto questa nostra discussione :)
Pino attenzione a non generalizzare però..io insegno presso una Ong che offre assistenza agli immigrati e ti posso dire che a parte alcuni casi di persone che davvero non volevano fare nulla (e infatti dopo un pò di tempo hanno abbandonato la scuola di italiano) la maggior parte dei miei studenti ha sempre dimostrato un interesse fortissimo nell'imparare l'italiano..alcuni mi hanno addirittura commosso perché venivano a lezione stremati dopo dodici ore di lavoro, ma avevano una voglia di imparare e un entusiasmo incredibili perché capivano che la lingua era la cosa che più di tutto gli avrebbe permesso di integrarsi nel nostro paese..quindi non facciamo di tutta l'erba un fascio..per quanto riguarda il caso della nostra amica penso che un altro fattore penalizzante possa essere il fatto che siano tutti della stessa nazionalità..secondo il mio parere,se in una classe ci sono persone di lingue
diverse è meglio..in questo modo la lingua da apprendere diventa anche il "mezzo di sopravvivenza" all'interno della classe e ciò aumenta la motivazione...un mio collega ha avuto una classe formata solo da ragazzi egiziani e ha fatto una fatica tremenda per motivarli..certo la loro situazione era difficile perché vivevano tutti in una casa famiglia, avevano un'età problematica (15-17 anni) quindi vi lascio immaginare..spingere sulla motivazione è sempre la cosa più difficile..poi i nigeriani conoscono l'inglese e per questo pensano di non aver bisogno di imparare altre lingue. Anche io ne ho conosciuti alcuni che mi hanno detto simpaticamente "a che mi serve imparare l'italiano se so l'inglese>"..--risposta "Forse perché sei in Italia :)" La verità è che trovano questo alibi perché l'italiano è difficile da imparare, soprattutto per quelli poco scolarizzati..Ad ogni modo secondo me bisogna insistere sul fatto che l'italiano è importante per vivere e lavorare nel nostro paese...poi cerca di capire i loro interessi e gli argomenti verso i quali concentrano di più la loro attenzione..e non ti stancare mai di ripetere..se hanno una bassa scolarizzazione, magari alcune cose per loro sono molto più difficili da apprendere..so che è frustrante, ma purtroppo in questi casi ci vuole molta pazienza..:) In bocca al lupo
Classe difficilissima, aiuto!!
» Riguardo alla spinta della necessità mi chiedo se se ne rendano conto..
Probabilmente no, ma se ne renderanno conto una volta che non avranno superato l'esame e si troveranno le porte chiuse in faccia. Bisogna fargli aprire gli occhi prima: prenderli da parte e spiegargli in modo chiaro e serio com'è la situazione, anche se significasse dirgli "guarda, davvero: no certificazione=no Italia". Se dopo questo ancora continuano a sprecare l'opportunità, be'...
» si vedeva benissimo la differenza di apprendimento tra
» la classe alla quale era stato concesso l'uso del vocabolario e quella alla
» quale era stato negato.
Nessun dubbio. Ma tu hai il tempo e il modo di guidare i tuoi studenti a questo processo> Quando la risposta è no, ahimè dobbiamo inventarci qualcos'altro.
» non credo dipenda dalla Stranieri il numero di ore di corso al quale uno studente si espone prima
» di presentarsi alla certificazione.. ma forse non ho capito questa cosa
» delle 60 ore e dei materiali che dicevi, me la puoi spiegare meglio>
Infatti, la certificazione non richiede un percorso di apprendimento particolare. Intendevo dire che la Stranieri di siena ce la troviamo da due parti. Da una parte, confeziona la CILS destinata agli immigrati. E dall'altra promuove un "certo tipo" di didattica (o no> non bazzico l'ambiente da qualche anno).
Perciò mi chiedevo: come concilierebbero un certo tipo di didattica con le necessità e le condizioni di un normale corso per immigrati che preparano l'esame - appunto un corso frettoloso, sempre disgregato, insomma in condizioni tutt'altro che "ideali".
Non volevo sottintendere niente, ma intendevo letteralmente: sarebbe interessante sentire che consigli darebbero a tutti gli insegnanti che lavorano in queste condizioni poco agevoli. Forse tra le tante pubblicazioni e convegni d'ateneo, ne avranno parlato... sarebbe un buon segno. Se qualcuno ne sa qualcosa, metta un link!
Forse il mio discorso è un po' confuso> Non lavoro con immigrati, perciò non ho un quadro molto chiaro della situazione, scusate. Ma mi interessa molto : )
Classe difficilissima, aiuto!!
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» » » » Stranieri e, fra le tante cose, chiedergli: devo preparare un gruppo
» » ad
» » » » abilità miste di rifugiati nigeriani semi-analfabeti, che vengono e
» » non
» » » » vengono, per un esame A2, in 60 ore, senza materiali... come devo
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» » contraria
» » » all'idea di ricorrere ad una lingua ponte, chi si è trovato davanti
» una
» » » classe di principianti assoluti per una lezione che durasse più di 45
» » » minuti mi capisce ;)
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» » » mancanza di questa parola rischia di interrompere un processo in
» divenire
» » e
» » » neanche a fare un po' di grammatica contastiva se può impedire la
» » » sedimentazione di un errore, però sono più che convinta che condurre
» gli
» » » studenti a capire una parola o una regola con la giusta metodologia,
» » porti
» » » ad un apprendimento più profondo.
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» » » Gli studenti hanno bisogno di crearsi delle strategie (personali) di
» » » apprendimento che nascono dal bisogno e secondo me con troppa
» traduzione
» » si
» » » annulla questo bisogno, un pò per lo stesso motivo per il quale si
» » dovrebbe
» » » LIMITARE il dizionario. La scorsa estate ho ereditato due classi da
» due
» » » insegnanti diversi e si vedeva benissimo la differenza di
» apprendimento
» » tra
» » » la classe alla quale era stato concesso l'uso del vocabolario e quella
» » alla
» » » quale era stato negato. Io mi sento male quando vedo gli studenti
» » americani
» » » che fanno quei cartoncini con le parole tradotte e le ripetono allo
» » » sfinimento prima dell'esame e mi sento anche peggio quando le vedo
» » buttate
» » » nel cestino a esame finito.
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» » » Ci vuole molta pazienza e ci vuole che gli studenti si fidino
» parecchio
» » » dell'insegnante il che non accade quasi mai almeno all'inizio :)
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» » » Riguardo alla certificazione dell' A2 per gli immigrati confesso di
» non
» » » sapere come sia la "legge"; ma fondamentalmente non credo dipenda
» dalla
» » » Stranieri il numero di ore di corso al quale uno studente si espone
» » prima
» » » di presentarsi alla certificazione.. ma forse non ho capito questa
» cosa
» » » delle 60 ore e dei materiali che dicevi, me la puoi spiegare meglio>
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» Pino attenzione a non generalizzare però..io insegno presso una Ong che
» offre assistenza agli immigrati e ti posso dire che a parte alcuni casi di
» persone che davvero non volevano fare nulla (e infatti dopo un pò di tempo
» hanno abbandonato la scuola di italiano) la maggior parte dei miei studenti
» ha sempre dimostrato un interesse fortissimo nell'imparare
» l'italiano..alcuni mi hanno addirittura commosso perché venivano a lezione
» stremati dopo dodici ore di lavoro, ma avevano una voglia di imparare e un
» entusiasmo incredibili perché capivano che la lingua era la cosa che più di
» tutto gli avrebbe permesso di integrarsi nel nostro paese..quindi non
» facciamo di tutta l'erba un fascio..per quanto riguarda il caso della
» nostra amica penso che un altro fattore penalizzante possa essere il fatto
» che siano tutti della stessa nazionalità..secondo il mio parere,se in una
» classe ci sono persone di lingue
» diverse è meglio..in questo modo la lingua da apprendere diventa anche il
» "mezzo di sopravvivenza" all'interno della classe e ciò aumenta la
» motivazione...un mio collega ha avuto una classe formata solo da ragazzi
» egiziani e ha fatto una fatica tremenda per motivarli..certo la loro
» situazione era difficile perché vivevano tutti in una casa famiglia,
» avevano un'età problematica (15-17 anni) quindi vi lascio
» immaginare..spingere sulla motivazione è sempre la cosa più difficile..poi
» i nigeriani conoscono l'inglese e per questo pensano di non aver bisogno di
» imparare altre lingue. Anche io ne ho conosciuti alcuni che mi hanno detto
» simpaticamente "a che mi serve imparare l'italiano se so
» l'inglese>"..--risposta "Forse perché sei in Italia :)" La verità è che
» trovano questo alibi perché l'italiano è difficile da imparare, soprattutto
» per quelli poco scolarizzati..Ad ogni modo secondo me bisogna insistere sul
» fatto che l'italiano è importante per vivere e lavorare nel nostro
» paese...poi cerca di capire i loro interessi e gli argomenti verso i quali
» concentrano di più la loro attenzione..e non ti stancare mai di
» ripetere..se hanno una bassa scolarizzazione, magari alcune cose per loro
» sono molto più difficili da apprendere..so che è frustrante, ma purtroppo
» in questi casi ci vuole molta pazienza..:) In bocca al lupo
Sì'la mia è un po' la situazione del tuo collega; il fatto che siano tutti dello stesso paese è un fattore condizionante, come il fatto che passino tutto il loro tempo insieme, perchè si generano piccole liti, imbarazzi, prese in giro che, per forza, influenzano il comportamento in classe.
Classe difficilissima, aiuto!!
insegnare agli imiigrati e' solitamente difficile proprio per le ragioni di frustazione che avete descritto. se leggete qualsiasi documento sugli immigrati italiani all'estero troverete molte testimonianze di queste difficolta', in Germania ancora oggi gli italiani di seconda generazione sono fra quelle che piu' raramente arrivano al gymnasium. Se leggete il Romanzo Vita della mazzucco ritoverete la voglia di scantonare la scuola come se fosse il male peggiore...
Questo solo per mettere le cose in prospettiva. Un esperiemnto molto bello fatto a marburg e' stato quello di fare esibire i migranti con performance musicali e quindi trovare fattori di integrazione come premessa allo studio della lingua. Solo un esempio per dire che il problema e' molto piu' profondo che una chiccherata sulla necessita' di imparare la lingua e in un mondo ideale dovrebbe essere affrontato in maniera olistica.
Classe difficilissima, aiuto!!
Ciao Madda, hai per caso un link o un riferimento concreto dove si parli di quell'esperimento> Sai se ci sono bollettini, articoli o altro disponibili online>
Sarebbe utilissimo: ognuno può prendere ispirazione, vedere la didattica da una prospettiva diversa e provare a creare qualcosa che funzioni nel proprio particolare contesto. Credo che sia importante per tutti, ma specialmente per gli insegnanti che hanno meno esperienza e si trovano a dover affrontare da subito queste situazioni particolarmente complesse.
Classe difficilissima, aiuto!!
» Ciao Madda, hai per caso un link o un riferimento concreto dove si parli di
» quell'esperimento> Sai se ci sono bollettini, articoli o altro disponibili
» online>
»
» Sarebbe utilissimo: ognuno può prendere ispirazione, vedere la didattica da
» una prospettiva diversa e provare a creare qualcosa che funzioni nel
» proprio particolare contesto. Credo che sia importante per tutti, ma
» specialmente per gli insegnanti che hanno meno esperienza e si trovano a
» dover affrontare da subito queste situazioni particolarmente complesse.
Sono d'accordo con voi. E' un problema troppo complesso quello dell'immigrazione. Certamente coinvolgere le persone immigrate in esperimenti del genere è un'ottima iniziativa. Anche noi con l'aiuto di una compagnia teatrale lo scorso anno abbiamo realizzato un progetto molto bello. Alcuni degli studenti, quelli di livello più avanzato, hanno partecipato ad un laboratorio di improvvisazione teatrale nel quale raccontavano la loro esperienza qui in Italia. Alla fine è nato uno spettacolo a dir poco toccante, perché sono emersi tutti i loro traumi e le difficoltà di inserimento che hanno dovuto affrontare. Sarebbe bello che queste cose si ripetessero più spesso, ma purtroppo l' Italia non è la Germania. Qui è tutto affidato alle associazioni di volontariato e le istituzioni non hanno mai affrontato in maniera seria il problema dell'immigrazione. Pensate che nei corsi di prima accoglienza alcuni dei nostri studenti non hanno neanche il permesso di soggiorno, ma noi li accogliamo comunque perché non si può fare altrimenti..e questo è quello che accade un pò in tutte le organizzazioni umanitarie , dalla Croce Rossa alla Caritas, ecc...Che dire> In questi casi ci si può affidare solo ad una forte volontà..da parte nostra e loro.
Classe difficilissima, aiuto!!
Purtroppo non ho un link al programma di marburg, ma so che era associato al lavoro dei giardini internazionali.Trovate informazioni qui.
www.internationale-gaerten.de/