Ciao, a gennaio inizio un master per avere l'abilitazione ad insegnare Lingua e cultura italiano agli stranieri. Il master è davvero l'unico modo per essere abilitati>
In questi mesi vorrei trovare un lavoro nell'ambito. Qualcuno sa di opportunità a Milano>

ciao,
allora, il master NON dà nessuna abilitazione all'insegnamento (come del resto nessun master abilita all'esercizio di una qualsivoglia professione). Innanzitutto è improprio parlare di abilitazione per l'insegnamento dell'italiano lingua straniera, giacchè nel nostro sistema di istruzione non esiste per tale disciplina una relativa classe di concorso, e quindi la possibilità che vi siano poi delle cattedre nei vari ordini di istruzione scolastica. Fatta questa precisazione, si deve inoltre tener presente che i contesti nei quali si insegna italiano a stranieri possono essere diversi, come diversi sono i profili di coloro che lo insegnano(laureati in lingue o lettere, anche discipline sociali a volte, o neanche laureati).Tuttavia, va da sè che, per varie esigenze, quasi sempre i vari bandi (rari, per la verità) con i quali si assume gente per insegnare in corsi di italiano a stranieri, richiedano fra i requisiti anche un titolo di studio in didattica dell'italiano ls/l2. Il master quindi non è l'unica via per ottenere un titolo formale che attesti determinate conoscenze nel campo: fra le altre, ti segnalo le varie certificazioni (cedils, ditals, dils-pg, quella dell'uni bergamo), corsi di perfezionamento universitario, oltre a percorsi di dottorato.

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» Lingua e cultura italiano agli stranieri. Il master è davvero l'unico modo
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Secondo me queste certificazioni o Master hanno senso più che altro se vai all'estero, perché la mia sensazione è che, per insegnare italiano a stranieri, in Italia si faccia un po' così... a cazzo di cane.

» ciao,
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» resto nessun master abilita all'esercizio di una qualsivoglia professione).
» Innanzitutto è improprio parlare di abilitazione per l'insegnamento
» dell'italiano lingua straniera, giacchè nel nostro sistema di istruzione
» non esiste per tale disciplina una relativa classe di concorso, e quindi la
» possibilità che vi siano poi delle cattedre nei vari ordini di istruzione
» scolastica. Fatta questa precisazione, si deve inoltre tener presente che i
» contesti nei quali si insegna italiano a stranieri possono essere diversi,
» come diversi sono i profili di coloro che lo insegnano(laureati in lingue o
» lettere, anche discipline sociali a volte, o neanche laureati).Tuttavia, va
» da sè che, per varie esigenze, quasi sempre i vari bandi (rari, per la
» verità) con i quali si assume gente per insegnare in corsi di italiano a
» stranieri, richiedano fra i requisiti anche un titolo di studio in
» didattica dell'italiano ls/l2. Il master quindi non è l'unica via per
» ottenere un titolo formale che attesti determinate conoscenze nel campo:
» fra le altre, ti segnalo le varie certificazioni (cedils, ditals, dils-pg,
» quella dell'uni bergamo), corsi di perfezionamento universitario, oltre a
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Buford ti stimo!
sintetico, chiaro e soprattutto incisivo.

io ho sempre insegnato italiano all'estero e non ho alcuna certificazione ma una laurea in lingue ed esperienza. Quindi manco per l'estero lo considererei.

sì, direi che è proprio cosi. Non bisogna pensare che all'estero sia davvero tutto cosi meritocratico e basato su reali competenze. Conta molto di piu l'esperienza.

» io ho sempre insegnato italiano all'estero e non ho alcuna certificazione
» ma una laurea in lingue ed esperienza. Quindi manco per l'estero lo
» considererei.

E poi vale la pena ripeterlo, per l'italia pescano dalle graduatorie di Italiano e per l'estero bisogna di solito essere abilitati la'(PGCE, Lehrmat, CAPES), oppure scuole private di lingua che significa spesso non riiuscire a camparci.