Insegnare a un ragazzo difficile (Altro)

Inviato da giuly, domenica, febbraio 16, 2014, 20:46 (3934 giorni fa)

Ciao a tutti!
Sto facendo una supplenza di francese in una scuola media.
In una seconda ho in classe un ragazzo che dimostra più dell'età che ha e durante la mia ora (ma non solo anche nelle altre) non fa assolutamente nulla.
Premetto che questo ragazzo è figlio di un giostraio e che con la sua famiglia viaggiano sempre, fa due mesi qui, due mesi là, quindi per lui deve essere molto difficile vivere così cambiando sempre posto.
Con il suo comportamento in classe fa il clown, ha 12 note sul registro, io gliel'ho messa l'altra volta e dopo lui si è alzato e passeggiava per l'aula dicendo che tanto ormai gliel'avevo messa e poteva fare quello che voleva.
Non porta quaderni, diario, penne...a volte in classe dorme (e lo si lascia dormire così almeno sta zitto perché parla e disturba in continuazione).
Io ho provato anche a prenderlo da parte e cercare di parlargli e farlo parlare, ma non ci sono riuscita...mi rispondeva solo a monosillabi svogliato.
Pensavo di provare a fargli leggere un breve racconto e farmi fare un riassunto, ma non so quale...magari uno con una storia simile alla sua nella quale si possa identificare e da dove possa tirar fuori una morale...
Voi che consigli potete darmi per gestire un ragazzo così difficile>

Grazie mille a tutti!

Insegnare a un ragazzo difficile

Inviato da Forbestr @, domenica, febbraio 16, 2014, 21:51 (3934 giorni fa) @ giuly

Non credo ci sia molto da fare. Il senso di realtà impone, almeno da ciò che racconti, un'impossibilità a modificare le cose, perché la scuola non può sostituirsi alla famiglia ed al contesto sociale in cui il ragazzino vive. Certo, le note non servono a nulla. Si tratta di permettere al resto dei ragazzi di avere una lezione normale, persino concedendo a questo giovane studente di essere distratto o dormire.

Pensare di farcela, modificando una situazione straordinariamente difficile, credo sia utopico. Certo, tentar non nuoce, ma non credo che i tuoi colleghi non c'abbiano provato.

In bocca al lupo.

Insegnare a un ragazzo difficile

Inviato da Madda, lunedì, febbraio 17, 2014, 10:59 (3934 giorni fa) @ Forbestr

Sicuramente ti trovi in una situazione difficilissima in cui e' impossibile chiedere appoggio alla famiglia e la situazione ogettiva e' dura per tutti.
Hai fatto la cosa giusta a cercare di parlagli in privato. Le note e le urlate davanti agli altri studenti non possono che peggiorare la situazione. Se mai risorse utili possono venire dalle tecniche di scolto attivo empatico e dall'approccio della disciplina positiva. L'idea e' di cercare di sottolineare gli aspetti positivi (anche questa mattina vuoi metterci di buonumore e farci ridere, grazie!Pero' adesso voglio che ci sediamo e lavoriamo) e lasciare esprimere i sentimenti negativi (Non hai voglia di fare questo compito difficile...), usare sempre la prima persona (io mi sento positiva quando vedo che...; io voglio che tu finisca..). Un esercizio carino e' chiedere a uno studente di sedersi con la faccia rivolta verso un angolo in modo che non veda gli altri. Poi si chiede alla classe di commentare sul perche' questa persona e' un dono speciale per la classe e aneddoti positivi sulla persona (bisogna farlo almeno con tre studenti e magari fare un'estrazione di nomi truccata in modo che non sembri tutto pilotato) E' una doccia di commenti positivi che fa molto bene. Imparare ad ascoltare senza dare suggerimenti e senza giudicare puo' anche portare a molto. Non si vedono risultati immediati, ma comunque creano un clima migliore in classe.Comunque credo che siano techniche che e' utile sviluppare nell'interazione di classe. Puoi vedere:

Alfred Adler and Rudolf Dreikurs, Positive Discipline

Le "Sette Regole dell'Arte di Ascoltare" (Sclavi, 2000).

Insegnare a un ragazzo difficile

Inviato da Madda, lunedì, febbraio 17, 2014, 11:13 (3934 giorni fa) @ Madda

Mi e' venuta in mente una citazione dal libro Positive Discipline di Jane Nelsen. Il ragazzo che si comporta male non e' cattivo ma pensa:
"Io non appartengo a questo gruppo/famiglia e non sono importante e non trovo il modo giusto per acquistare importanza e appartenenza".
Sembra fatto apposta per il tuo caso!

link a positive discipline

Inviato da madda, lunedì, febbraio 17, 2014, 11:26 (3933 giorni fa) @ Madda

Ho trovato anche un link con un riassunto di varie tecniche che potrebbero tornare utili!

http://www.positivediscipline.com/files/guidelines.pdf

link a positive discipline

Inviato da Michele @, lunedì, febbraio 17, 2014, 13:00 (3933 giorni fa) @ madda

» Ho trovato anche un link con un riassunto di varie tecniche che potrebbero
» tornare utili!
»
» http://www.positivediscipline.com/files/guidelines.pdf

A mio modesto avviso, basato comunque su una certa esperienza maturata sul campo, per poter gestire in modo efficace i ragazzi difficili ci dev'essere un'incessante collaborazione da parte dei genitori. Senza questa, specie nella tua situazione, non mi farei molte illusioni, con buona pace dei pedagoghi radicali che invocano l'inclusione di chiunque a tutti i costi.

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Inviato da Forbestr @, lunedì, febbraio 17, 2014, 14:40 (3933 giorni fa) @ Michele

A mio modesto avviso, basato comunque su una certa esperienza maturata sul
» campo, per poter gestire in modo efficace i ragazzi difficili ci dev'essere
» un'incessante collaborazione da parte dei genitori. Senza questa, specie
» nella tua situazione, non mi farei molte illusioni, con buona pace dei
» pedagoghi radicali che invocano l'inclusione di chiunque a tutti i costi.

Condivido. Che poi valga comunque sempre la pena provare è altra cosa.

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Inviato da Madda, lunedì, febbraio 17, 2014, 14:52 (3933 giorni fa) @ Michele

Michele, sono d'accordo che ci sono situazioni davvero molto difficili, inclusa quella di cui si discute. Pero' e' anche vero che basta osservare una scuola media qualunque o ripensare ad esperienze di quegli anni per mettere a fuoco situazioni di disagio che venivano gestite nel peggiore dei modi. Oltre alle note e alle mattinate "faccia al muro" di alcuni compagni io mi ricordo le urlate "Ti mando in presidenza!", nonche' sfoghi isterici di insegnanti esasperati che elencavano ad alta voce tutte le malefatte degli studenti, oppure insegnati di buon cuore che con i loro "lo faccio per il tuo bene" prospettavano un futuro orribile agli scaigurati di turno 8e penso che lo stiano vivendo. Secondo me si puo' cercare di migliorare l'atmosfera in molte classi evitando di aggiungere umiliazioni inutili e tensione dove gia' la situazione e' critica e quelli che chiami i pedagoghi buonisti (ma in realta' insistono sul porre limiti) in questo senso possono aiutare, anche se i problemi di alcuni individui sono cosi' profondi che non sara' un supplente a risolverli. Ma dare la sensazione di essere stati trattai come una persona importante anche da un solo insegnante tante volte puo' rimanere come un ricordo bellissimo per tutta la vita e addiritture a volte generare autorispetto e far partire lo stimolo per migliorare. A volte insegnando ci si rende conto che le cose migliori che possiamo trasmettere in realta' non sono certo le coniugazioni dei verbi. Io non sono bravissima ad applicare le tecniche che ho proposto (in famiglia e a scuola, a parte le elementari, ho sempre avuto modelli molto diversi dove le prediche e le punizioni seguivano il metodo abbastanza classico del "devi sentirti un verme per poi migliorarti"), ma quando mi riesce mi rendo quasi sempre conto che succede qualcosa di straordinario nel gruppo a cui insegno.Che non significa che poi ogni tanto ci siano studenti da cui non si ricava davvero un ragno dal buco...

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Inviato da Michele, lunedì, febbraio 17, 2014, 16:17 (3933 giorni fa) @ Madda

» Michele, sono d'accordo che ci sono situazioni davvero molto difficili,
» inclusa quella di cui si discute. Pero' e' anche vero che basta osservare
» una scuola media qualunque o ripensare ad esperienze di quegli anni per
» mettere a fuoco situazioni di disagio che venivano gestite nel peggiore dei
» modi. Oltre alle note e alle mattinate "faccia al muro" di alcuni compagni
» io mi ricordo le urlate "Ti mando in presidenza!", nonche' sfoghi isterici
» di insegnanti esasperati che elencavano ad alta voce tutte le malefatte
» degli studenti, oppure insegnati di buon cuore che con i loro "lo faccio
» per il tuo bene" prospettavano un futuro orribile agli scaigurati di turno
» 8e penso che lo stiano vivendo. Secondo me si puo' cercare di migliorare
» l'atmosfera in molte classi evitando di aggiungere umiliazioni inutili e
» tensione dove gia' la situazione e' critica e quelli che chiami i pedagoghi
» buonisti (ma in realta' insistono sul porre limiti) in questo senso possono
» aiutare, anche se i problemi di alcuni individui sono cosi' profondi che
» non sara' un supplente a risolverli. Ma dare la sensazione di essere stati
» trattai come una persona importante anche da un solo insegnante tante volte
» puo' rimanere come un ricordo bellissimo per tutta la vita e addiritture a
» volte generare autorispetto e far partire lo stimolo per migliorare. A
» volte insegnando ci si rende conto che le cose migliori che possiamo
» trasmettere in realta' non sono certo le coniugazioni dei verbi. Io non
» sono bravissima ad applicare le tecniche che ho proposto (in famiglia e a
» scuola, a parte le elementari, ho sempre avuto modelli molto diversi dove
» le prediche e le punizioni seguivano il metodo abbastanza classico del
» "devi sentirti un verme per poi migliorarti"), ma quando mi riesce mi rendo
» quasi sempre conto che succede qualcosa di straordinario nel gruppo a cui
» insegno.Che non significa che poi ogni tanto ci siano studenti da cui non
» si ricava davvero un ragno dal buco...

Gentile Madda, qui non si tratta di fare paragoni con il passato deprecando l'obsolescenza degli approcci basati sulla coercizione e l'umiliazione bensi' di concentrarsi sul caso specifico dell'attualita' e agire di conseguenza. Per diretta esperienza personale ti assicuro che non basta affatto puntare sullo stimolo dell'autostima, sull'empatia dell'ascolto o sulla dimensione costruttivistica dell'agire insieme per smuovere gli studenti problematici. Non basta. Lo studente puo' sentirsi appagato nel momento per il complimento ricevuto ma poi torna a estraniarsi dalla spigazione senza che si sia sedimentato in lui un atteggiamento propositivo nei confronti della scuola.
Per un intervento che abbia trascendenza e' indispensabile la costante (quasi simbiotica) partecipazione dei genitori i quali, se davvero sta a cuore il rendimento scolastico dei propri figli, devono sforzarsi di far perno sulle istanze psico-affettive (di cui loro dovrebbero avere quanto meno un'istintiva conoscenza) che rendano lo studente meno ostile all'ambiente scolastico.

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Inviato da Madda, lunedì, febbraio 17, 2014, 18:15 (3933 giorni fa) @ Michele

Eh, keep cool!
Mi sembra abbastanza chiaro che nel caso specifico di cui si discute i genitori siano piuttosto assenti e probabilmente causa del disagio psicosociale piuttosto che risorsa per uscirne. Come ho scritto fin da subito non bisogna aspettarsi miracoli. Forse hai anche ragione sul fatto che il caso particolare sembri irrecuperabile.
Pero' mi sembra (e lo dico perche' conosco la situazione in Italia per anettodica) che i comportamenti che io ricordo nel passato siano ancora molto in uso e le note disciplinari di cui si parla nel thread ne sono testimonianza. Il mio intervento era per dire che anche quando non si fanno miracoli, certi atteggiamenti degli insegnanti possono segnare in positivo o negativo uno studente e quindi vale la pena provarci. Cosi' come di riflettere sugli strumenti di disciplina che si usano a me sembra spesso utile non perche' siano ricette miracolose, ma perche' effettivamente possono essere trasformativi nel lungo termine se non degli studenti difficile, sicuramente di noi come insegnanti. Quando ne faccio l'esperienza per me e' un grande risultato. Volevo condividere solo questo pensiero.

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Inviato da Pino, giovedì, febbraio 27, 2014, 10:19 (3924 giorni fa) @ Madda

Sei entrata mai da insegnante in una classe delle medie o di un professionale>
Poi ne riparliamo.


» Eh, keep cool!
» Mi sembra abbastanza chiaro che nel caso specifico di cui si discute i
» genitori siano piuttosto assenti e probabilmente causa del disagio
» psicosociale piuttosto che risorsa per uscirne. Come ho scritto fin da
» subito non bisogna aspettarsi miracoli. Forse hai anche ragione sul fatto
» che il caso particolare sembri irrecuperabile.
» Pero' mi sembra (e lo dico perche' conosco la situazione in Italia per
» anettodica) che i comportamenti che io ricordo nel passato siano ancora
» molto in uso e le note disciplinari di cui si parla nel thread ne sono
» testimonianza. Il mio intervento era per dire che anche quando non si fanno
» miracoli, certi atteggiamenti degli insegnanti possono segnare in positivo
» o negativo uno studente e quindi vale la pena provarci. Cosi' come di
» riflettere sugli strumenti di disciplina che si usano a me sembra spesso
» utile non perche' siano ricette miracolose, ma perche' effettivamente
» possono essere trasformativi nel lungo termine se non degli studenti
» difficile, sicuramente di noi come insegnanti. Quando ne faccio
» l'esperienza per me e' un grande risultato. Volevo condividere solo questo
» pensiero.

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Inviato da Madda, giovedì, febbraio 27, 2014, 13:41 (3923 giorni fa) @ Pino

No, in effetti no. Ma conosco i disagi dei colleghi perche' loro stessi me ne parlano e abbiamo discusso spesso vari aspetti toccati anche in questo thread. Molto spesso sono ragazzi che vengono da famiglie difficili e che partono gia' con poca voglia di imparare. Piu' che insegnare la materia il problema e' mantenere un clima di vivibilita' in classe senza prendere l'esaurimento nervoso. Pero' so anche dagli stessi colleghi che i metodi disciplinari impiegati sono nella maggior parte dei casi quelli classici che non fanno altro che esaperare studenti e insegnanti. Come ho detto riconosco la difficolta' del problema e se e' il caso di ribadilrlo tutta la mia simpatia va a quegli insegnanti che lottano o convivono ogni giorno con studenti estremamente difficili. Questo comunque non mi fa cambiare idea sul fatto che forse dare maggiore centralita' nella formazione degli insegnanti e nelle pratiche comuni nelle scuole a metodi
di disciplina positiva (che per lo piu' cosa che non si impara se non per iniziativa personale, anche per me e' stato cosi' anzi sto ancora facendo pratica)possa migliorare le cose almeno per gli insegnanti. Fino a quando i genitori danno la colpa alla scuola e la scuola ai genitori credo non possano esserci progressi e c'e' a chi va bene cosi', chi si adatta comunque e chi contunua a cercare possibili strade. Mi pare che chi ha iniziato questa discussione abbia ancora l'entusiasmo per cercare e non saro' io a dirle di lasciar perdere. Poi se voi insegnanti navigati delle scuole medie vi sentite di proteggerla dicendo di non illudersi troppo, per carita'...non volevo contraddirvi! :-)

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Inviato da giuly, giovedì, febbraio 27, 2014, 21:54 (3923 giorni fa) @ Madda

Ciao ragazzi,

innanzitutto volevo ringraziare tutti quelli che hanno partecipato a questa conversazione ognuno con il suo pensiero e le sue idee.
Insegnare non è per niente facile, perché non devi solo trasmettere delle nozioni, ma ci devi mettere anche passione, forza di volontà e tanta tanta pazienza.
Passione nei confronti di tutti i tuoi alunni, da quelli che si comportano male e non ti vogliono stare a sentire a quelli che invece ti ascoltano ma si aspettano da te qualcosa in più...
Io non insegno da molto e mi rendo conto che è un mestiere difficile.
Purtroppo a volte ricorro ai cosidetti "metodi classici" tra cui note, chiamate a casa etc...vorrei non farlo, ma molte volte non mi danno altra scelta.
La positive discipline è un argomento interessante, mi piacerebbe vedere nella realtà come sia messa in pratica, ossia durante una lezione vedere come l'insegnante reagisce e la utilizza...magari si possono trovare video dimostrativi da qualche parte...cercherò su internet...
Grazie Madda per il tuo consiglio e i link che mi hai postato.
Non volevo creare un polverone e mi è dispiaciuto per come alcuni abbiano reagito a certe risposte, ma è pur vero che ognuno ha il suo pensiero.

Proverò a mettere in pratica questi suggerimenti e vi dirò come è andata...

Grazie ancora e buona serata

Silvia

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Inviato da giuly, giovedì, marzo 06, 2014, 15:49 (3916 giorni fa) @ giuly

Ciao ragazzi!

Allora ho provato il metodo di Madda nella classe del famigerato ragazzino indisciplinato.
Ho estratto a sorte e sono usciti per primi due ragazzini, uno molto vivace e uno molto calmo e oltre alle solite stupidaggini che hanno detto di loro alla domanda "Perché pinco pallo è un dono speciale per la classe, raccontate aneddoti/episodi positivi su di lui" sono saltate fuori cose anche simpatiche.
Il terzo ho fatto finta con l'estrazione che fosse il ragazzino in questione e gli altri di lui hanno detto "E' simpatico, fa ridere, gioca bene a calcio, mi offre la merenda".
Alcuni non hanno capito il gioco ed erano un po' perplessi. Alla fine io ho detto che in classe siamo tutti importanti e speciali e ci si deve aiutare a vicenda e rispettare.
Chissà se ha avuto qualche effetto...mah...
Comunque è stato convocato un consiglio docenti straordinario e il ragazzino a fronte di 10 note sul registro è stato sospeso per una settimana con l'obbligo alla mattina di venire a prendersi i compiti e restituire quelli del giorno prima...
La situazione familiare è difficile (genitori separati, lui vede pochissimo madre e sorella che stanno da un'altra parte etc...) però questo non lo può totalmente giustificare dall'essere maleducato in classe, no>
Vediamo come tornerà...
Cosa ne pensate di tutto ciò> Io trovo che nella scuola di oggi ci sia un po' troppo permissivismo, ossia che la maggior parte (non tutti) siano troppo protetti e sempre giustificati da genitori che invece di stare a sentire i professori criticano il loro operato e difendano a spada tratta i figli. Il problema sta proprio nel fatto che ormai l'insegnante in Italia vale poco o zero e spero tanto che le cose possano cambiare in futuro.

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Inviato da Michele, venerdì, marzo 07, 2014, 20:55 (3915 giorni fa) @ giuly

Gentile Giuly,
tu sostieni che nella scuola di oggi ci sia troppo permissivismo, io invece sono dell'idea che nella scuola di oggi, e ne faccio una questione che riguarda molti paesi occidentali non solo l'Italia, ci sia solo permissivismo.
Gli esempi e gli aneddoti si sprecano: si va dalla non correzione o addirittura valorizzazione dell'errore commesso (in quanto si crede che comunque esso possa rappresentare una fonte di discussione e in alcuni casi di inconsapevole anticipazione di un mutamento linguistico), alla costante e esclusiva esecuzione di attivita' ludiche, accattivanti, divertenti, piacevoli ma mai noiose o difficili altrimenti gli studenti, poverini, si frustrano, si demoralizzano e cominciano a parlar male della scuola e a creare problemi in famiglia.
Nelle materie umanistiche siamo partiti con l'eliminazione del latino (che secondo me forniva una base strutturale universale per lo studio delle lingue romanze) dalla scuola dell'obbligo. Abbiamo poi proseguito con la messa al bando del dettato e di altre attivita' di scrittura in quanto ritenute "troppo scolastiche" e "scarsamente creative" (per me invece necessarie per sedimentare l'accuratezza grafica e sviluppare poi un controllo formale della scrittura),fino ad arrivare all'eliminazione dell'analisi logica e del periodo che, piaccia o no, servono entrambe alla comprensione di molti temi morfosintattici.
Sul versante della condotta vediamo docenti che tollerano gli alunni che usano il cellulare a lezione, o che non prendono nessun provvedimento se i ragazzi turbolenti (per non dire bulli patentati) alzano le mani o imbrattano i muri, fino alla prostrazione supina davanti ai genitori che inveiscono contro un insegnante colpevole di aver "brutalizzato" il loro povero figliolo.

I risultati sono una preparazione che rasenta lo zero e una condotta interna e esterna caratterizzata dalla completa mancanza di rispetto nei confronti di chiunque.
Io non mi vergogno a dire che per il bene di tutti a scuola si dovrebbe promuovere il massimo rigore nello studio e la disciplina nel comportamento, senza per questo far entrare gli alunni in competizione fra loro.
So di non essere l'unico a pensarla in questo modo.

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Inviato da Madda, lunedì, marzo 10, 2014, 11:24 (3912 giorni fa) @ Michele

Secondo me il problema e' complesso. Cioe' si pensa che una volta lasciati i vecchi metodi allora ci sia solo il gioco e la giustificazione per tutto. Invece secondo me la sfida e' quella di porre limiti e disciplinare ma con metodi diversi. Anche il 'gioco' soprattutto nell'insegnamento della lingua puo' essere un veicolo per usare la lingua, la storia grammaticale Montessori e' un modo meno noioso per imparare le regole di grammatica.Cioe' non e' che se il metodo e' piacevole non e' efficace.Io credo che si possa imparare in modo piacevole e ripettando gli allievi come persone, con la loro creativita' e le le loro storie diverse.A volte certo bisogna nache imparare a fare fatica.Cioe' fra il pervissivismo e il gridare Oh tempore, oh more! c'e' tanto spazio di manovra e per me e' questo spazio quello affascinante, che ancora mi entusiasma nell'insegnamento.

Per tornare al caso dello sfortunato studente di July, credo che la maleducazione non si curi lasciando a casa un ragazzo da scuola, a meno che non si creda che a casa abbia un'assistenza migliore di quella che offre la scuola.Cio' non significa giustificare un ragazzo maleducato, ma chiedersi cosa puo' davvero aiutare in termini educativi. Cioe' secondo me insegnanti e genitori devono riprendersi la responsabilita' dell'educazione. Invece a me pare che per ragioni strutturali spesso si giochi a scaricabarile.I genitori ne dicono di tutte degli insegnanti e gli insegnanti dei genitori.
C'e' un sito molto bello curato da una mamma che si chiama La scuola in soffitta. Secondo me e' un buon esempio di ottimismo nella collaborazione scuola-casa con tante ottime attivita' e riflessioni su questi temi.
Io devo dire che come madre in Germania sto facendo un'esperienza molto buona alla scuola elementare pubblica. Certo viviamo in una zona senza particolari problemi sociali e i ragazzi con carenze gravi non vengo ammessi alla scuola normale, ma abbiamo insegnanti validi che cercano di costruire sinergie con le famiglie. Per esempio il colloquio genitori si fa insieme al bimbo che porta una scheda di autovalutazione su vari fattori cognitivi e sociali (qual e' la materia che preferisci> Quale ti pesa di piu'> Cosa vorresti cambiare nelle ore di lezione> Credi di essere bravo ad aiutare i compagni>). Questa scheda viene confrontatta con quella prodotta dagli insegnanti e ai genitori si chiede cosa vedono a casa, se i giudizi corrispondono. Quindi si discute apertamente di cosa si puo' migliorare e come fare, con il bambino che si prende impegni concreti insieme a insegnanti e genitori. Insomma secondo me lavorare su questi punti di sinergia, quando possibile, puo' migliorare davvero le cose per tutti.

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Inviato da André, lunedì, marzo 10, 2014, 14:40 (3912 giorni fa) @ Madda

Ciao Madda,

quando dici " Certo viviamo in una zona senza
» particolari problemi sociali e i ragazzi con carenze gravi non vengo
» ammessi alla scuola normale" il problema se lo vogliamo chiamare così è che in Italia sono tutti ammessi alla scuola normale anche i casi più disperati con carenze gravissime e magari non hanno neanche il sostegno! Sono in classe, ma poverini senza l'aiuto di nessuno si perdono e l'insegnante non può star dietro a loro sempre perché nel frattempo ne ha altri 20 che se non segui fanno casino.
Io non capisco perché i DSA non possano avere il sostegno, almeno 2 o 3 ore alla settimana farebbe solo bene e inoltre tutti i prof di sostegno che ne hanno solo 1 alla settimana potrebbero fare sto sforzo immane di prendersene almeno 2 o 3...
Ora scoppierà un putiferio, ma io sono convinto nel dire che la categoria dei prof di sostegno in generale è privilegiata rispetto agli altri perché con solo un alunno, nonostante tutti i problemi che possa avere, non si muore di fatica...
Io ho 10 classi e circa 200 alunni e per ogni classe ho almeno 2 DSA ( e altri che si avvicinano molto) e che non hanno diritto a nulla.
A questo punto si potrebbe usufruire dell'esperienza dei prof di sostegno per far seguire questi ragazzi problematici...

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Inviato da Madda, lunedì, marzo 10, 2014, 16:12 (3912 giorni fa) @ André

Certo la carenza del sostegno e' un problema gravissimo; ma ho anche sentito dire che la formazione degli insegnanti di sostegno lascia molto desiderare e che quindi la scuola sia in realta' molto poco preparata a gestire le situazioni difficili. D'altra parte in Germania non hanno questo problema perche' hanno le scuole speciali, ma trovo strano dover spiegare ai miei figli quando vediamo un disabile di cosa si tratti perche' non sono mai venuti a contatto con questo tipo di differenza...
E# un po' il dilemma fra l'inclusione e l'eccellenza.
Mi piacerebbe sentire il parere di insegnanti di sostegno in proposito...

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Inviato da silvia0084, lunedì, marzo 10, 2014, 17:42 (3912 giorni fa) @ Madda

» Certo la carenza del sostegno e' un problema gravissimo; ma ho anche
» sentito dire che la formazione degli insegnanti di sostegno lascia molto
» desiderare e che quindi la scuola sia in realta' molto poco preparata a
» gestire le situazioni difficili. D'altra parte in Germania non hanno questo
» problema perche' hanno le scuole speciali, ma trovo strano dover spiegare
» ai miei figli quando vediamo un disabile di cosa si tratti perche' non sono
» mai venuti a contatto con questo tipo di differenza...
» E# un po' il dilemma fra l'inclusione e l'eccellenza.
» Mi piacerebbe sentire il parere di insegnanti di sostegno in proposito...

Chiamaci poco, come differenza! Non è certo il colloquio che tu descrivi (nel post precedente) a cambiare le cose, ma l'assenza di situazioni problematiche in classe! Non che io sia d'accordo con le scuole 'speciali', anzi, le trovo qualcosa di orribile. Ma l'inclusione deve essere supportata e l'insegnante non deve essere LANCIATO dentro alla gabbia dei leoni senza supporto.
Mio esempio: classe di 31 alunni, 6 DSA, elementi violenti o psicologicamente (diciamo) turbati. Ed è il colloquio con le domandine all'alunno che mi farebbe la differenza>

Lo scaricabarile di cui parli non esiste, perché le famiglie dei casi di cui sopra sono completamente ASSENTI. L'insegnante invece è sempre lì, che sollecita un incontro a 4, 6, 8 occhi, ma spesso si trova ad aspettare invano.

Il problema nella scuola italiana è sociale ed economico, ma nemmeno quella tedesca mi sembra la via corretta. E continuo preferire la lotta quotidiana per 'salvarne' almeno uno, che 'risolvere' il problema buttandoli tutti nella stessa stanza e trattandoli come degli emarginati.

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Inviato da Madda, martedì, marzo 11, 2014, 10:17 (3912 giorni fa) @ silvia0084

Non so ...da certi racconti mi sembra che le classi speciali (che anch'io trovo una pessima idea) in Italia siano in realta' certe classi istituti professionali dove finiscono tutti i casi difficili.

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Inviato da silvia0084, martedì, marzo 11, 2014, 18:41 (3911 giorni fa) @ Madda

» Non so ...da certi racconti mi sembra che le classi speciali (che anch'io
» trovo una pessima idea) in Italia siano in realta' certe classi istituti
» professionali dove finiscono tutti i casi difficili.


Da noi stanno bene attenti a spartirli per bene nelle varie classi del biennio, così da renderle tutte ugualmente impossibili :-P

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