docente di italiano con buona conoscenza del... cinese! (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da paolo, venerdì, febbraio 14, 2014, 17:11 (3934 giorni fa)

l’Accademia delle Belle Arti di Roma il 10 febbraio ha indetto un bando per stilare una graduatoria con dei criteri alquanto discutibili.
Due esempi che riuscirebbero a convincere dell’iniquità del bando anche le pietre: tra i requisiti la sola laurea in lingua e letteratura italiana e il fatto che al requisito “conoscenza della L1 dello studente” (il cinese) si possono riconoscere fino a 11 punti, mentre al percorso formativo accademico <<titoli di studio ulteriori oltre a quelli richiesti per l’accesso al Bando: fino a un massimo di 10 punti>>.

Il testo della lettera:

Da inviare a: direzione@accademiabelleartiroma.it; direzioneamministrativa@accademiabelleartiroma.it; segreteriadidattica@accademiabelleartiroma.it.


“All’attenzione della Direzione dell’accademia di Belle Arti di Roma.

In riferimento a un bando pubblicato il giorno 10.02.2014 (Prot. 2756/A1a Decreto n.20) per una graduatoria docenti di lingua italiana, ovvero una selezione per soli titoli di personale didattico da destinare a studenti stranieri.
Laddove non è specificato, né ufficializzato si tratti di programma Turandot o Marco Polo (studenti cioè di nazionalità cinese), si chiede di verificare la pertinenza del requisito che viene incluso fra quelli fondamentali ovvero:
La Buona conoscenza della lingua cinese.

Ciò viene espresso senza coerenza né coesione con il resto dei requisiti di ammissione elencati, come laurea in lettere (non in lingue!) né a quelli comuni a un qualsiasi bando redatto dalle più prestigiose università italiane specializzate nella didattica dell’italiano come lingua straniera e con una storia, fama e tradizioni scientifiche nel campo della glottodidattica.
In base a ciò si manifesta perplessità profonda e lo sconcerto nel notare che di base manca una conoscenza di ciò che è la teoria più elementare di un insegnamento come quello linguistico.

Ovvero è assente del tutto un riferimento a quello che viene considerato un requisito ancora più fondamentale rispetto alla padronanza della lingua del destinatario (lo studente cioè!), ossia una certificazione, master o scuola di specializzazione che attesti, insieme all’esperienza, che il docente sopra descritto è qualificato e certificato (sarebbe bene approfondire velocemente le proprie conoscenze in merito leggendo le linee guida della DITALS, CEDILS e DILS). Senza tali titoli è difficile presentarsi a una selezione per docenti di italiano come lingua straniera o lingua seconda.

Il segnale ci preoccupa fortemente in primo luogo dal punto di vista scientifico, perché mette fuori concorso un’intera categoria di insegnanti che sinora hanno maturato esperienza, competenze e conoscenze, i quali sono stati persino in grado di insegnare a classi multilingue senza ricorrere a quello che tecnicamente si chiama lingua ponte ( né a metodi occulti o interpreti). In secondo luogo crediamo che un’iniziativa simile oltre che arbitraria, sia altamente controproducente o pedagogicamente capace solamente di rallentare oltremodo i ritmi dell’apprendimento linguistico, come è universalmente noto, e che dunque possa in qualche modo costituire un cattivo quanto pernicioso precedente.

Immaginiamo sia il nostro unanimemente giustificato e legittimo come intervento che miri a tutelare la nostra professionalità, il nostro operato, la nostra preparazione scientifica; che non vengano quindi equiparate a qualcosa che somigli di più a un mero lavoro di interpretariato, di indubbio valore quest’ultimo, ma che con il nostro ruolo e incarico non ha niente da spartire.
Quello che ci sta a cuore è anche un discorso su larga scala per impedire che si possa fare di un’intera categoria una sorta di versatile e multiforme figura, un ibrido che si modifica al buon bisogno.
Siamo altresì certi che un docente dell’accademia farebbe lo stesso soprattutto per onorare la sua professione e la disciplina che insegna.
Chiediamo dunque che si rispetti quanto detto, nel nome di chi fino ad oggi ha studiato con sacrificio e crede fermamente che il suo lavoro non possa essere frutto di baratto e mero compromesso.

Prima della chiusura dei termini del bando ci appelliamo con fermezza alla direzione perché tenga fede al profilo e ai requisiti richiesti ovunque per un docente di lingua italiana.

Cordiali saluti.

XY


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