Un circolo paga le tasse?

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Un circolo non paga le tasse dirette (sui redditi) per quanto concerne le attività istituzionali, purché siano riservate ai soci (con l'eccezione di alcune attività fiscalmente rilevanti, che rientrano nella eventuale, lecita, attività commerciale). Le attività istituzionali sono quelle per cui è nata l'istituzione circolo, cioè sono quelle dichiarate nello statuto. La normativa dice espressamente che le entrate derivanti dall'esercizio di bar-spaccio aperto ai soci non sono attività commerciale.

Tuttavia un circolo paga le imposte indirette: es. l'iva, l'imposta sul registro, ecc. che grava su tutti gli acquisti e non è recuperabile (se non attraverso le sponsorizzazioni): beh, sì certo, i prodotti che si vendono al bar li possiamo immaginare caricati dell'iva, e tale iva non viene versato allo stato: potremmo dire dunque che l'iva viene scaricato sui soci (o non viene recuperato dai soci nel caso in cui il circolo tenga i prezzi bassi), vedete voi. Qualcuno comunque lo paga (senza contare poi che circolo e suoi soci dovrebbero essere la stessa cosa).


Caso reale: Buenaventura

Il Buenaventura di Castelfranco Veneto ha un bilancio annuo di circa 100 mila euro, frutto dell'impegno di tantissimi volontari e quasi 4000 soci, che quindi danno allo stato ben 20.000 euro anno solo di iva. Insomma, a livello fiscale che il Buena ci sia o non ci sia significa per il fisco incassare o no 20.000 euro anno, che moltiplicato per 7 anni d'attività fa 140.000 euro (!).

--Francesco 10:29, Ago 2, 2006 (CEST)

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