ma quale ingiustizia? (Lavoro all'estero)

Inviato da Madda, giovedì, dicembre 05, 2013, 10:44 (3767 giorni fa) @ x Madda

Se l'ipocrita e' riferita a me, ringrazio per il compliemento gratuito, ma ci tengo a dire che la mia posizione e' sempre abbastanza chiara, spero. Quando posso offro informazioni su quello che so, posto annunci di lavoro per posizioni aperte. Nello stesso tempo forse non ho certe ingenuita' tipo pensare che spedendo un curriculum dall'altra parte del mondo ti prendano a lavorare. Purtroppo non e' cosi', sicuramente qualche caso fortunato c'e', ma i network aiutano sempre e interpretarli in modo corrotto, nepotistico o clientelare e' anche tipico di chi e' stato socializzato in societa' come quella italia, dove i casi viruosi non mancano ma i problemi sono largamente riconosciuti. Farsi una rete di conoscenze, significa far conoscere il proprio lavoro inviando pubblicazioni a studosi del campo o pubblicando, frequentare centri di studio e associazioni, congressi e seminari sfruttare i contatti dei propri relatori di tesi. Questo e' ben diverso da un sistema clientelare di cui mi sento di parlare male, puo' essere che in alcuni casi la linea sia sottile,ma esiste. Altrimenti si fa di tutta l'erba un fascio e non aiuta a discernere pratiche accettabili da quelle criminose. Una cosa e' che il tuo relatore di tesi ti faccia vincere il concorso blindandolo ad altri candidati, un'altra e' che ti consigli dove presentare il tuo lavoro, ti scriva lettere di raccomandazione (lo so in italia questa parola ha una connotazione pessima)per centri di studio che ti interessano, ti dia consigli su dove far domanda. E' un esempio per dire che chi voglia intraprendere una carriera accedemica deve tener conto che queste cose sono importanti.Non e' un mondo ideale, ma ognuno decide anche dove spendere il proprio idealismo quando puo. permettersi di farlo. Per quanto riguarda me
credo che le denuncie vadano indirizzate a quelle criminose e quelle accettabili sfruttate da ciascuno secondo le proprie preferenze e possibilita' per cercare di ottenere la vita che vuole. Io come ho detto altre volte a 25 anni mi son resa conto che in Italia non avendo genitori importanti o altre spinte non avrei potuto rendermi indipendente per lungo tempo. Mi importava piu' del restare in patria e l'estero con le sue imperfezioni mi ha dato le chance di crescita personale e professionale che mi mancavano in patria. Per questo capisco che espatriare non sia per tutti, ma per chi ci sta pensando metto a disposizione le informazioni che ho.


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