cosa ne pensate? (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da mario @, domenica, febbraio 09, 2014, 21:07 (3939 giorni fa) @ AAGG

D'accordo su molte cose non su tutte. Innanzitutto alla parola insegnante sostituirei quella di dipendente pubblico (e non ditemi che non vi è mai capitato di trovare l'impiegato nullafacente in un qualsiasi ufficio pubblico), quindi perché valutare solo l'insegnante>
La valutazione può essere anche uno strumento per migliorare il lavoro (fatta in che modo>), ma io partirei dal reclutamento, se la base non è ottima, come si può pretendere che lo sia il risultato finale> E comunque mi sembra che fino ad ora se ne sia parlato solo come strumento punitivo e non come strumento da incentivo.
Un'ultima cosa, preferirei non si usasse la parola eroe in questi casi, perchè snaturarla, visto che tanti insegnanti fanno bene il proprio lavoro> :)

» [Esplora il significato del termine: Oltre ai canonici 13 anni di scuola
» (più Politecnico) ho dalla mia l’esperienza di figlio, nipote e genero di
» insegnanti in tutti gli ordini e gradi della scuola pubblica dall’asilo al
» liceo. Per decenni. Credo quindi di poter dire la mia. La diatriba tra chi
» ritiene i professori una massa di privilegiati sfaticati e chi ribatte
» citando l’eroismo di alcuni insegnanti non si può capire se non
» considerando un fatto, uno solo. Il punto è che gli insegnanti NON SONO
» OBBLIGATI A LAVORARE. Cioè sono liberi di comportarsi da privilegiati e
» sfaticati, a meno che non vogliano fare gli eroi. Io sono figlio di una
» maestra che ha scelto di fare l’eroe della scuola pubblica, rimettendoci
» tempo, denaro e salute. Ma sono il primo a dirle che il suo non è un
» lavoro, è VOLONTARIATO. Se anche facesse il 5% di quello che fa, infatti,
» la pagherebbero lo stesso e la pagherebbero la stessa identica cifra. È
» questo il problema, e a ben guardare il privilegio. Ogni lavoratore privato
» sa che non può comportarsi così, anche perché la possibilità che l’azienda
» chiuda è sempre in agguato e guarda caso il vecchio modello sindacalista di
» contrapposizione tra dipendenti e imprenditori è in crisi e il sindacato
» ormai rappresenta solo dipendenti pubblici (guarda caso) e pensionati. Ma
» questo vale nel mondo reale. Nel mondo della scuola gli insegnanti si
» oppongono a qualsiasi strumento di valutazione, da chiunque sia mai stato
» proposto, e pretendono di essere pagati tutti uguale. Le conseguenze
» naturali di questo arroccamento corporativo sono ovviamente il livellamento
» verso il basso, l’assenza di carriera, la scarsa e declinante
» considerazione sociale, il basso stipendio e, come detto, la libertà di
» scegliere se lavorare o no. Se fare volontariato o no. Lo stipendio infatti
» arriva comunque. Per cui a ben guardare gli insegnanti sono dei
» privilegiati, perché possono scegliere se lavorare. Un po’, se vogliamo,
» come il commerciante che può scegliere se fare lo scontrino o no. Solo che
» il commerciante nel non farlo, commette un reato e almeno in teoria rischia
» qualcosa; l’insegnante nel non lavorare non rischia nulla. Perché> Perché
» l’insegnante, tutti gli insegnanti, votano. E gli insegnanti sono tanti.
» Tantissimi. E a loro, evidentemente, va bene così. La cosa più allucinante,
» in tutto questo> Che anche gli insegnanti eroi pretendono di non essere
» giudicati, di non essere valutati, e quindi di essere pagati poco, non
» avere carriera, non avere considerazione, e farsi carico dei nullafacenti.
» Il perché va al di là della mia comprensione. Saluti Alex Garattoni] Oltre
» ai canonici 13 anni di scuola (più Politecnico) ho dalla mia l’esperienza
» di figlio, nipote e genero di insegnanti in tutti gli ordini e gradi della
» scuola pubblica dall’asilo al liceo. Per decenni.
» Credo quindi di poter dire la mia.
»
» La diatriba tra chi ritiene i professori una massa di privilegiati
» sfaticati e chi ribatte citando l’eroismo di alcuni insegnanti non si può
» capire se non considerando un fatto, uno solo.
»
» Il punto è che gli insegnanti NON SONO OBBLIGATI A LAVORARE. Cioè sono
» liberi di comportarsi da privilegiati e sfaticati, a meno che non vogliano
» fare gli eroi.
»
» Io sono figlio di una maestra che ha scelto di fare l’eroe della scuola
» pubblica, rimettendoci tempo, denaro e salute. Ma sono il primo a dirle che
» il suo non è un lavoro, è VOLONTARIATO.
»
» Se anche facesse il 5% di quello che fa, infatti, la pagherebbero lo
» stesso e la pagherebbero la stessa identica cifra.
»
» È questo il problema, e a ben guardare il privilegio. Ogni lavoratore
» privato sa che non può comportarsi così, anche perché la possibilità che
» l’azienda chiuda è sempre in agguato e guarda caso il vecchio modello
» sindacalista di contrapposizione tra dipendenti e imprenditori è in crisi e
» il sindacato ormai rappresenta solo dipendenti pubblici (guarda caso) e
» pensionati.
»
» Ma questo vale nel mondo reale.
»
» Nel mondo della scuola gli insegnanti si oppongono a qualsiasi strumento di
» valutazione, da chiunque sia mai stato proposto, e pretendono di essere
» pagati tutti uguale.
»
» Le conseguenze naturali di questo arroccamento corporativo sono
» ovviamente il livellamento verso il basso, l’assenza di carriera, la scarsa
» e declinante considerazione sociale, il basso stipendio e, come detto, la
» libertà di scegliere se lavorare o no. Se fare volontariato o no. Lo
» stipendio infatti arriva comunque.
»
» Per cui a ben guardare gli insegnanti sono dei privilegiati, perché possono
» scegliere se lavorare.
»
» Un po’, se vogliamo, come il commerciante che può scegliere se fare lo
» scontrino o no. Solo che il commerciante nel non farlo, commette un reato e
» almeno in teoria rischia qualcosa; l’insegnante nel non lavorare non
» rischia nulla. Perché> Perché l’insegnante, tutti gli insegnanti, votano. E
» gli insegnanti sono tanti. Tantissimi. E a loro, evidentemente, va bene
» così.
»
» La cosa più allucinante, in tutto questo> Che anche gli insegnanti eroi
» pretendono di non essere giudicati, di non essere valutati, e quindi di
» essere pagati poco, non avere carriera, non avere considerazione, e farsi
» carico dei nullafacenti.
»
» Il perché va al di là della mia comprensione.
»
» Saluti
»
» Alex Garattoni (Il Corriere)


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