Memoriale di aggiornamento (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da Mario Barone Lumaga @, sabato, ottobre 20, 2007, 04:32 (6246 giorni fa) @ Mario Barone Lumaga

Per quelli che avranno la pazienza di leggere quanto segue, ecco cosa sta succedendo a La Paz. Allego di seguito i due memoriali che ho indirizzato all'Ambasciata d'Italia.
grazie a tutti per l'attenzione.

Mario Barone Lumaga

MEMORIALE Nº1 Parte Prima.

Nel mese di gennaio 2007, tramite l’ing. Mario Pansera, impegnato nei progetti di cooperazione con la ONG R.C. e la professoressa Aurora Tomasi docente di Lingua Italiana presso il Comitato della Società Dante Alighieri di La Paz, entrai in contatto con l’allora Direttrice Accademica dott.ssa Giovanna Dessì, la quale mi propose di venire in Bolivia per lavorare come professore nel suo organico.
Il progetto della Direttrice era quello di riformare il corpo docente, impegnando giovani laureati madrelingua che potevano risollevare il livello culturale, e l’offerta formativa dell’Istituzione.
L’accordo tra noi era questo: io avrei pagato le spese di viaggio, e la scuola mi avrebbe riconosciuto un onorario calcolato in base alle ore effettuate mensilmente, pagate proporzionalmente al livello dei corsi e ai giorni, tra i 25 e i 30 Bs. Il totale si sarebbe aggirato intorno ai 300 $. L’impegno reciproco era quello di una permanenza minima di un anno, durata effettiva del contratto che mi avrebbero fatto.
Cito in proposito un passo dell’e-mail della Direttrice:

[…] i guadagni fanno quasi ridere un europeo rampante visto che ogni ora è pagata 25 boliviani (1 euro=10 boliviani) se regolare, 30 boliviani se in giorni come sabato. si fa lezione dal lunedi al giovedi con alcune lezioni il venerdi per la conversazione (divise tra i vari prof) e il sabato dalle 9 alle 12:20. […] oltre al lavoro docente, si effettuano traduzioni dall'italiano allo spagnolo o viceversa, di documenti e ogni professore può decidere di avere i suoi studenti privati (circa 5 $ l'ora).
la SDA ti fará un contratto di prestazione professionale valido un anno e generalmente questo è l'unico impegno che chiediamo ai ns collaboratori .

In base alle e-mail ed alle telefonate successive, mi sono trasferito in Bolivia nel mese di maggio 2007, prendendo effettivamente servizio il lunedì 7 dello stesso mese.

Al momento del nostro arrivo (nostro perché alla stessa offerta di lavoro avevano risposto positivamente anche il dott. Eduardo Maria Napolitano e la dott.ssa Federica Martino) del suddetto contratto non si fece assolutamente parola.
Si interessò della questione soltanto la dott. Dessì, ma non riuscimmo mai nel primo mese di permanenza ad affrontare il discorso con il Presidente Calisti e ad ottenere conferme o smentite.

Successivamente ai primi inconvenienti legati all’uscita dal paese per riottenere un permesso di soggiorno di 30 giorni, cosa che provocò molti disagi ad alcuni di noi (spese vive, continui interrogatori alla frontiera e negli uffici di Migraciones) la segretaria di allora, Carla Ximena, ci sottopose un contratto di prestazione occasionale, con uno stipendio di circa un quinto dell’effettivo, stimato intorno ai 700 Bs, e che noi tutti firmammo nella speranza che fosse il primo passo per il riconoscimento di un valido permesso di soggiorno.
Di questo contratto, che ci fu presentato come una forma semplificata per risparmiare sulle tasse per il bene comune, data la situazione economica della Bolivia, e le ristrettezze in cui versava il comitato SDA, non ci fu mai consegnata una copia, seppur la richiedessimo più volte. Alla fine addirittura la segretaria ci comunicò che i contratti non erano stati registrati, e non avevano più alcun valore: erano stati sospesi, ed il tutto a causa dei costi che questo tramite avrebbe comportato per la scuola. A detta della segretaria la sospensione delle pratiche era stata ordinata dal Presidente Calisti.

Cominciò allora il periodo della trattativa. Il Presidente ci propose di dividere a metà questi costi, e noi ci rifiutammo. La cifra che ci fu prospettata era di circa 150 $. Proponemmo invece di far anticipare questi soldi alla scuola, e di cominciare noi stessi professori interessati a fare la spesa al supermercato con il NIT della SDA per far risparmiare alla scuola la percentuale delle tasse deducibili e rientrare così brevemente nell’investimento contratto-visto.
Ma la cosa non fu possibile per motivi legali e fiscali.

Alla fine, sull’onda crescente delle nostre proteste il Presidente Calisti ci rassicurò che la scuola si sarebbe assunta l’onere della faccenda. Ma i contratti andavano riscritti tenendo presente l’esigenza di allegarli alle pratiche per il rilascio del visto, e questo avrebbe comportato un certo tempo. Ci confermò che il contratto precedente era risultato inutile, per lo stipendio che in quella forma non avrebbe giustificato la richiesta di visto.

A questo si aggiunse la notizia che la Direttrice Giovanna Dessì avrebbe presto, già a settembre, lasciato il suo incarico. Lei stessa aveva indicato in un paio di professori i possibili successori. Il presidente Calisti durante una riunione prospettò l’intenzione di aggiungere una nuova figura nella scuola, quella del Gerente, un responsabile amministrativo e contabile, e che avrebbe guadagnato in percentuale sui nuovi iscritti. La proposta di questo incarico inizialmente fu offerta al prof. Napolitano, il quale per l’occasione fu invitato a presentare un C.V. ed un progetto di ristrutturazione e valorizzazione della scuola.
Successivamente invece il Presidente ci comunicò che il Vice Presidente avv. Aldunate aveva “legittimamente espresso il desiderio di porre in questo incarico una persona di sua fiducia, un professionista ed un contabile”.

In quel periodo i nodi amministrativi e contabili della scuola vennero al pettine, e il Direttivo decise frettolosamente e “rocambolescamente” di sostituire la segretaria Carla Ximena. Il Presidente offrì alla mia compagna, la sig.na Mjria Sarracino, al momento libera da altri impegni, di ricoprire almeno temporaneamente questo incarico amministrativo per la scuola.
La collaborazione durò non più di una decina di giorni perché il passaggio di consegne e della cassa dalla sig.ra Ximena alla sig.na Sarracino avvenne in modo a dir poco scorretto; e in più di un’occasione la sig.na Sarracino si rifiutò di compiere alcune indicazioni del Presidente stesso, e della commercialista, tale Doña Nancy (di cui non conosco il cognome) ma che all’epoca curava puntualmente il conteggio degli stipendi, e si occupava della trattativa relativa ai visti e ai contratti.
A Mjria Sarracino subentrò il sig. Roger Manrique, compagno della professoressa Federica Martino, cui il Presidente offrì l’incarico per tre mesi, ad un certo stipendio, e con certi loro accordi, successivamente disattesi.

Il primo momento di tensione forte ci fu tra il Presidente Calisti ed il prof Napolitano alla fine di luglio, allorquando risultò all’ufficio di Migraciones che Napolitano risultava controllato per i frequenti e successivi spostamenti tra Perù e Bolivia, e che quindi diventava urgentissima la questione del visto di soggiorno.
Quel pomeriggio la scuola ospitava una delegazione di Obiettivo Lavoro , che doveva gestire un incontro con gli studenti che avrebbero approfittato dell’opportunità del convegno con la Scuola di Infermeria, e il Presidente per non essere disturbato alla presenza del dott. D’Addieco, incaricato della multinazionale, liquidò Napolitano con la frase:”…se ti poni con questo atteggiamento scontroso posso anche dirti che non abbiamo più bisogno di te qui a scuola, e buonanotte”.
La tensione ovviamente schizzò alle stelle e minacciammo di passare alle vie legali.
Il Presidente allora ci rassicurò che all’interno della comunità italiana in Bolivia le cose si facevano per bene e secondo la legge, e che al più presto le nostre richieste sarebbero state soddisfatte.
Invece nulla più cambiò da questo punto di vista.

Nel mese di agosto, come ci aspettavamo, si insediò come responsabile della scuola il lic. Ronal Aguirre, responsabile amministrativo innanzitutto, ma le cui competenze non sono mai state chiarite del tutto ai professori, che rispetto a molti temi di ordine didattico dovevano fare capo a lui piuttosto che alla Direttrice Accademica ancora in carica.

Il mio rapporto col lic. Aguirre è sempre stato cortese e formale, ma sin dall’inizio chiaro dal punto di vista dei reciproci impegni.
Quando ci presentarono io chiarii al sig. Gerente che poteva contare su tutto il mio appoggio per qualunque tipo di attività culturale avesse in mente, ma che prima di tutto doveva occuparsi, per il nostro interesse di professori, e della SDA in genere, di risolvere la questione primaria che il Direttorio sembrava avergli rimesso, e cioè appunto il problema dei contratti e dei visti.
Il lic. Aguirre mi rassicurò che avrebbe risolto la cosa nei tempi più stretti possibili.

Segue nel 2º post


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