Memoriale di aggiornamento nº 2 (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da Mario Barone Lumaga @, sabato, ottobre 20, 2007, 04:34 (6246 giorni fa) @ Mario Barone Lumaga

segue dal precedente post.

Intanto le sue occupazioni furono nell’ordine: progettare una caffetteria nel cortile della scuola, invitare una televisione locale a riprendere le attività della scuola a scopo pubblicitario, intavolare rapporti con istituti universitari locali (per quanto mi risulta al momento ancora improduttivi) e niente di quello che ci aspettavamo.
La sua promessa era sempre uguale di settimana in settimana: “Lunedì avremo i contratti, sto trattando la modifica del precedente modello di contratto con l’avv. Aldunate”.
Questi lunedì si sono inseguiti per circa sei settimane. L’unico risultato tangibile fu una fotocopia sbiadita con l’elenco delle pratiche a nostro carico, ad esempio la visita medica, la lettera di un avvocato, ecc. fotocopia che il Gerente stesso si ripropose di fotocopiare e ricalcare per maggiore chiarezza, ma mai più ci fu consegnata.

Quando una sera al termine delle lezioni, era più o meno la terza settimana di settembre, incontrai per caso nel cortile della scuola il dott. Calisti, l’avv. Aldunate e il lic. Aguirre approfittai per chiedere al Vice Presidente Aldunate notizia dei contratti, visto che sempre alla sua figura il Gerente si rimetteva per prendere tempo. L’avv. Aldunate mi liquidò con poche battute ripetendomi che di tutto si sarebbe occupato il Gerente, e che la SDA per questo principalmente l’aveva assunto. Mi sembrò una presa in giro e lo feci presente ai tre signori. Ma non ci fu una risposta seria. “Già luned셔 mi dissero.

Un altro motivo di lamentela da parte dei professori era da sempre il costante ritardo dei pagamenti, ritardi che il Gerente imputava alla complicata situazione burocratica del paese, mentre invece sembrava evidentemente una provocazione o una disattenzione da parte dei membri del Direttivo che avevano l’incarico di firmare gli assegni bancari con l’importo totale delle spese di gestione della SDA mese per mese.
Per ovviare a tale disagio avevamo chiesto di inserire nell’elenco delle firma ufficiali del conto corrente dell SDA anche quella del Gerente in qualità di responsabile contabile, ma il lic. Aguirre rifiutò pubblicamente questa possibilità a causa della complicata e poco chiara gestione contabile degli affari della scuola, della quale non voleva paradossalmente alcuna responsabilità. Questa risposta ci lasciò francamente spiazzati, ed io stesso sul momento mi offrii di assumermi questa responsabilità, ma ovviamente la cosa non fu presa in considerazione, allo stesso modo come in passato avevo chiesto al Presidente Calisti di entrare a far parte con qualche incarico del Direttivo, in qualità di professore, e di operatore veramente interessato alla gestione della SDA, contrariamente a quanto invece dimostravano alcuni membri, l’avv. Aldunate in primis.

La situazione è precipitata il 1º di ottobre 2007.
Il personale amministrativo, nella persona del segretario Manrique e della sig.na Cristal, nuova ausiliare contabile, coadiuvati dalla prof.ssa Caposiena, avevano predisposto, oragnizzato e corretto, le buste paga del mese di settembre.
L’assegno fu inviato tramite messaggero allo studio del dott. Aldunate.
Ma questo assegno non fu firmato dall’avvocato al termine della riunione in cui si dichiarò al momento impegnato, e poi invece il Vice Presidente partì.
Il pomeriggio del 1º ottobre ci comunicarno che i pagamenti erano stati sospesi fino al ritorno (senza data) dell’avv. Aldunate.
A quel punto la cosa apparve o come una chiara provocazione, o peggio un gesto di totale indifferenza e poco rispetto.
Il sottoscritto dichiarò immediatamente sospese le lezioni fino all’avvenuta regolarizzazione della situazione contrattuale, del permesso di soggiorno e del dovuto pagamento dello stipendio.
Il Gerente mi rassicurò che il contratto per il lunedì successivo sarebbe stato disponibile, e che per il pagamento, purtroppo, motivazioni esterne avevano influito sul ritardo. Non mi lasciai ammorbidire.
Alla sospensione delle lezioni si associarono anche il prof. Napolitano e la prof.ssa Mjria Sarracino (che già dal mese di luglio la Direttrice Dessì aveva inserito nell’organico degli insegnanti, in concomitanza con il suo iniziale ruolo di sostituto segretario di cui ho già accennato).

Il giorno 2, il giorno 3 e il giorno 4 di ottobre ci siamo recati a scuola ripetutamente per controllare la situazione e chiedere notizia degli stipendi, dei contratti, ecc.

Il giorno 2 ottobre, al termine dell’orario di segreteria, senza alcun preavviso o giustificazione, il Gerente ha licenziato il sig. Manritte, facendosi consegnare la cassa e le chiavi.

Il giorno 3 durante uno di questi incontri in segreteria ho affrontato personalmente il tema della sospensione delle lezioni con la nuova Direttrice Accademica, la prof.ssa Caposiena, subentrata alla Dessì lo stesso 1º di ottobre, spiegandole le mie ragioni, le ragioni dei tre professori in sciopero, e chiedodole di mediare con il Direttivo, soprattutto per non arrivare ad un’esasperazione che soltanto avrebbe prodotto uno sbocco legale della questione.
Motivo di ulteriore tensione risultò essere la presenza nella scuola di alcuni supplenti, che la Direttrice stessa mi confermò essere stati assunti al nostro posto lasciato vacante a causa dello sciopero. La cosa ovviamente serviva a inasprire gli animi> Le chiesi.

In questo incontro io ho fatto inoltre riferimento, a due episodi specifici di cui, come professori della SDA, ci stavamo interessando: primo l’esistenza di un conto corrente in aggiunta a quello ufficiale, dove venivano dirottati parte degli incassi, per presunte attività culturali mai sviluppate; ed inoltre, punto secondo, l’abitudine del Comitato Direttivo di addossare alle casse della scuola le spese per certe cene in un noto ristorante del quartiere.
Le mie minacce di azioni legali sono state enfatizzate fino all’inverosimile, come se si fosse trattato di minacce di differente natura.

Due ore dopo il Gerente convocò il sig. Manrique, segretario fino al giorno prima, minacciandolo di azioni legali per avermi messo a conoscenza di “aspetti privati e coperti da segreto d’ufficio” della segreteria, ed inoltre per avermi consegnato “documenti privati” della stessa segreteria.
Io personalmente però non fui convocato per ulteriori chiarimenti.

Il giorno 4 ci fu un incontro a scuola con la Direttrice ed il Gerente, il prof. Napolitano ed io. In questa sede chiarimmo che le informazioni in questione non erano per niente riservate, bensì di dominio pubblico, e provenivano per di più, anche se in via informale, dallo stesso Presidente Calisti, o dalla Direttrice Accademica, escludendo di netto la presunta combutta tra professori e segretario. Dopo tutto era evidente che alcuni temi non erano affatto di competenza del segretario, che mai avrebbe potuto conoscerne l’esistenza. Chiarii al Gerente Aguirre la mia estraneità a comportamenti scorretti, spiegai le singole circostanze, e puntualizzai il mio disappunto per così assurde accuse , che rischiavano di prendere una deriva in capo penale in quanto vere e proprie calunnie.
Il Gerente si prese un giorno di tempo per riflettere e “digerire” la situazione.

Intanto noi consegnamo alla Direttrice una lettera con la quale ribadivamo la ferma volotà per il bene di tutti di riprndere il lavoro non appena la scuola ci avesse messo in condizioni di farlo, e prendemmo i primi contatti con l’Ambasciata d’Italia in Bolivia.

Il venerdì 5 ottobre il lic. Aguirre comunicò ai professori Napolitano e Sarracino l’arrivo dello stipendio del mese di settembre, l’incipente arrivo dei loro contratti, prospettando il loro atteso reintegro nel posto di lavoro.

Nei miei confronti invece manifestò un’aperta ostilità personale, rifiutandosi di reintegrarmi, e accusandomi di aver portato agitazione e malcontento nel corpo docente, ed evidenti problemi e fastidi alla sua recente gestione.
Mi accusò di “poca solidarietà” non volendo ammettere che il mio disagio nell’istituzione SDA precedeva di più di tre mesi la sua personalissima gestione, e soprattutto procedeva da evidenti manchevolezze dell’Istituzione contro le quali mi ero eretto piuttosto a portavoce; ed infine gli dissi pubblicamente che piuttosto mi sarei aspettato da parte sua un intervento pacificatore, di mediazione e conciliazione con il Direttivo, invece di questa presa di posizione. Ma non c’è stato molto altro da dire.


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