Cosa fare con la laurea in lingue? (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da Aunt Lucille, mercoledì, settembre 28, 2011, 20:18 (4806 giorni fa) @ Madda

» Il paradosso e' che in Italia si passa dall'essere troppo giovani e
» inesperti a troppo vecchi. E' tristissimo. Ma credetemi a 30 anni siete
» giovani, dovete avere fiducia in voi stessi e provare altre strade. Non
» sono facili, ma ci sono. Una giovane scrittrice tedesca ha dipinto la sua
» generazione (la vostra) come la generazione afflitta dalla paura e il suo
» libro si presenta come il self-hel group per questa generazione. Credo che
» abbia centrato un punto importante. Non fatevi rubare il futuro dalla paura
» che vi incutono.

Io invece trovo tristissimo che i tutor freelance, di cui si avvalgono molte università straniere, siano pagati una miseria e costretti a barcamenarsi con altri lavori. Trovo denigrante che chi si propone con titoli ed esperienza di insegnamento acquisiti in Italia, venga trattato come uno che non ha né arte né parte e debba inziare tutto daccapo. Trovo demoralizzante leggere di tanti assistenti che, nelle scuole e istituzioni all'estero, vengono trattati male, ignorati, dati per scontati, sminuiti o caricati di lavoro all'inverosimile. Trovo vergognoso lo sfruttamento degli insegnanti nelle varie VHS e scuole di lingue che pagano una miseria e non certo meglio che in Italia. Trovo inoltre molto fuorviante che ci si lamenti sempre del sistema clientelare in Italia, come se fosse l'unico Paese a macchiarsi di questa infamia. Altrove questo sistema ha nomi diversi, forse più elengati o altisonanti (come networking, ad esempio), ma è la stessa cosa.
Basta con la mitizzazione dell'estero. La verità è che all'estero se la passano bene solo coloro che insegnano come accademici nelle università o chi lavora in un'azienda (anche se con meno tutele che in Italia), c'è invece un esercito di laureati in lingue che all'estero tira avanti con lavori precari, molti dei quali non c'entrano niente con la laurea, proprio come in Italia.
Io forse sono stata fortunata, ma in Italia ho sempre lavorato tantissimo e da subito dopo la laurea, sia come insegnante, sia come libera professionista con una mia attività. Ho fatto i miei sacrifici, ho studiato mentre lavoravo, ho perfezionato le lingue all'estero lavorando.
Ho origini umili, non ho conoscenze altolocate, sono un tipo solitario e non coltivo conoscenze e amicizie nella speranza di trovare agganci. E questo mi fa sentire libera.


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