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Inviato da Michele, lunedì, febbraio 17, 2014, 16:17 (3933 giorni fa) @ Madda

» Michele, sono d'accordo che ci sono situazioni davvero molto difficili,
» inclusa quella di cui si discute. Pero' e' anche vero che basta osservare
» una scuola media qualunque o ripensare ad esperienze di quegli anni per
» mettere a fuoco situazioni di disagio che venivano gestite nel peggiore dei
» modi. Oltre alle note e alle mattinate "faccia al muro" di alcuni compagni
» io mi ricordo le urlate "Ti mando in presidenza!", nonche' sfoghi isterici
» di insegnanti esasperati che elencavano ad alta voce tutte le malefatte
» degli studenti, oppure insegnati di buon cuore che con i loro "lo faccio
» per il tuo bene" prospettavano un futuro orribile agli scaigurati di turno
» 8e penso che lo stiano vivendo. Secondo me si puo' cercare di migliorare
» l'atmosfera in molte classi evitando di aggiungere umiliazioni inutili e
» tensione dove gia' la situazione e' critica e quelli che chiami i pedagoghi
» buonisti (ma in realta' insistono sul porre limiti) in questo senso possono
» aiutare, anche se i problemi di alcuni individui sono cosi' profondi che
» non sara' un supplente a risolverli. Ma dare la sensazione di essere stati
» trattai come una persona importante anche da un solo insegnante tante volte
» puo' rimanere come un ricordo bellissimo per tutta la vita e addiritture a
» volte generare autorispetto e far partire lo stimolo per migliorare. A
» volte insegnando ci si rende conto che le cose migliori che possiamo
» trasmettere in realta' non sono certo le coniugazioni dei verbi. Io non
» sono bravissima ad applicare le tecniche che ho proposto (in famiglia e a
» scuola, a parte le elementari, ho sempre avuto modelli molto diversi dove
» le prediche e le punizioni seguivano il metodo abbastanza classico del
» "devi sentirti un verme per poi migliorarti"), ma quando mi riesce mi rendo
» quasi sempre conto che succede qualcosa di straordinario nel gruppo a cui
» insegno.Che non significa che poi ogni tanto ci siano studenti da cui non
» si ricava davvero un ragno dal buco...

Gentile Madda, qui non si tratta di fare paragoni con il passato deprecando l'obsolescenza degli approcci basati sulla coercizione e l'umiliazione bensi' di concentrarsi sul caso specifico dell'attualita' e agire di conseguenza. Per diretta esperienza personale ti assicuro che non basta affatto puntare sullo stimolo dell'autostima, sull'empatia dell'ascolto o sulla dimensione costruttivistica dell'agire insieme per smuovere gli studenti problematici. Non basta. Lo studente puo' sentirsi appagato nel momento per il complimento ricevuto ma poi torna a estraniarsi dalla spigazione senza che si sia sedimentato in lui un atteggiamento propositivo nei confronti della scuola.
Per un intervento che abbia trascendenza e' indispensabile la costante (quasi simbiotica) partecipazione dei genitori i quali, se davvero sta a cuore il rendimento scolastico dei propri figli, devono sforzarsi di far perno sulle istanze psico-affettive (di cui loro dovrebbero avere quanto meno un'istintiva conoscenza) che rendano lo studente meno ostile all'ambiente scolastico.


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