DITALS (Insegnamento Lingua Italiana)
Sono ad un bivio.
Volevo dire a chi pensa che sia possibile fare un altro lavoro quando si è animati da un'altra passione che è lacerante.
Sono laureata in lettere e mi sono trovata per caso, durante il percorso di studi, ad insegnare italiano agli stranieri: presso l'Arci - concordo con la disorganizzazione - e presso delle scuole. Tutto è affidato all'esperienza personale e, soprattutto, all'improvvisazione.
Finiti gli studi volevo studiare ancora per insegnare italiano agli stranieri, specializzarmi. La nascita di mia figlia mi ha costretta a guardare la realtà: il mercato cerca contabili. Ho provato a rispolverare il mio diploma di ragioniera e sono passata da gestire la contabilità presso un brooker assicurativo a lavorare per una delle più grandi soc. informatiche della Toscana (premetto che non ho competenze e sono stata assunta con la legge 681). Ho un contratto. Ho tutti i diritti. Ma sono praticamente morta.
Passo attraverso stadi depressivi molto profondi perchè non sono un informatico. All'orientamento ho incontrato una pesona molto carina che vuole portarmia coltivare la mia passione. Mio marito pensa che sia folle, che non ci sono sbocchi, che è volontariato puro.
Posso solo dirvi che quando ho insegnato italiano agli immigrati ho provato una gioia profonda e impagabile. Sono d'accordo con chi ha detto che è meglio fare le pulizie e avere il tempo di dedicarsi al lavoro che appassiona.
A oggi non so che fare.
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