perchè abilitazione in spagna chiede una spagnola? (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da Lela, mercoledì, novembre 02, 2011, 23:16 (4771 giorni fa) @ Madda

» Credo che per vocazione si intendesse contrastare l'atteggiamento di
» ripiego. Diciamo che da sempre a fare l'insegnante almeno provarci devono
» tutti i laureati in materie umanistiche. Questo perche' non sono rose e
» fiori ma ditemi quale lavoro lo e' in Italia (a parte le ragazze di
» Arcore)...La differenza che all'estero c'e' , per esempio fra un
» insegnante e un ingenere che lavora nel privato e' enorme, entre non lo e'
» in Italia. L'ingenere lavora in ufficio 8-11 ore (timbrando il
» cartellino)al giorno con 4 settimane di ferie(guarda a caso in meno hanno
» la vocazione all'ingenieria), l'insegnate ha paure "rigenerative".

Conosco bene il mondo della scuola in Italia, quindi baso le mie affermazioni su esperienza diretta e osservazione sul campo.
Immagino che con il tuo post tu voglia dire che in Italia non c’è grande differenza di trattamento economico tra un insegnante e un ingegnere, ma che quest'ultimo lavora molto di più e il mestiere dell’insegnante risulti pertanto più appetibile.
Nell’ingegneria esistono talmente tante mansioni e inquadramenti diversi, che un ingegnere può guadagnare, sì, quanto un insegnante, ma anche tre volte tanto. Basta pesare che, a fine carriera, un insegnante non prende nemmeno 2.000 euro, mentre il capo di un ufficio tecnico a fine carriera ha uno stipendio di ben altra portata. La stessa cosa vale per altre professioni a cui si accede, come per l'insegnamento, con laurea+specializzazione.
In quanto alle pause rigenerative, io toglierei pure le virgolette, visto che il mestiere dell'insegnante è impegnativo e logorante e non mi pare un privilegio avere pause più lunghe. D’altra parte, nessuno si sogna di mettere in discussione le pause lavorative di altre categorie di lavatori che svolgono lavori logoranti. Forse è difficile da capire e/o accettare, ma il lavoro può essere logorante anche se non svolto in miniera.
Esistono fior di ricerche sul fatto che gli insegnanti sono una delle categorie di lavoratori più esposti a rischio di burn-out e malattie psicologiche.


Alcuni
» le usano per ideare nuovi progetti, per aggiornarsi, altri se li passano
» al mare. Lo stesso per le ore oltre le 18 settimanali, tolti qualche
» meeting e ricevinmento genitori,molti si aggiornano, altri danno
» ripetizioni private in nero a 30 Euro all'ora.

Io sono sempre stata un'insegnante che durante l’estate viaggiava per aggiornarsi, ma non vedo nulla di negativo nel passare tutte le proprie ferie al mare, anche perché nessuno critica un medico, un ingegnere o un lavoratore di un’altra categoria se passa le ferie al mare e non a studiare o aggiornarsi. Inoltre, per molte categorie di lavoratori la formazione è gratuita o retribuita e svolta in orario di lavoro, gli insegnanti invece non possono assentarsi in orario di lavoro e la formazione è completamente a loro carico.
Non so quale scuola tu abbia in mente quando scrivi che oltre alle 18 ore settimanali, gli impegni dei docenti si riducono a qualche riunione e al ricevimento genitori. Hai citato proprio ciò che incide meno negli impegni dei docenti. Forse però per sfatare certi miti occorre la matematica.
Per fortuna sono ormai pochi i docenti che entrano in classe e improvvisano, per professionalità, per scrupolo o solo perché genitori e alunni sono molto più agguerriti di un tempo e sempre pronti a lamentarsi degli insegnanti o a denunciarli. Quindi per 18 ore di lezione, almeno 1,5-2 ore al giorno sono dedicate alla pianificazione e preparazione delle stesse. L’obbligo di almeno 3 verifiche scritte per quadrimestre richiede all'insegnante la preparazione, correzione, trascrizione dei risultati e archiviazione di una marea di elaborati. Considerato che le classi ora sono costituite da almeno 25 alunni e che gli insegnanti di lettere hanno più materie e quelli di lingue o altre discipline hanno almeno 6 classi, ogni insegnante si ritrova una media di 500-600 verifiche a quadrimestre, che corrispondono ad altre 1,5-2 ore al giorno. Aggiungi poi le riunioni formali e informali (tra educatori e docenti, tra docenti curriculari e di sostegno etc.), incontri con genitori, operatori sanitari, specialisti dell’orientamento, ore gratuite per uscite didattiche, stesura dei verbali di incontri e riunioni, dei piani di lavoro delle classi, per materia e dei piani personalizzati per alunni DSA, delle relazioni finali etc.. Facendo quattro conti è facile sfatare il mito che gli insegnanti non lavorerebbero 40 ore come gli altri (e non ho incluso la formazione senza rimborsi e fuori dall’orario di lavoro),
Per quanto riguarda le lezioni private a 30 euro all'ora, forse hai in mente qualche insegnante anziano che dà lezioni di materie relativamente rare come latino o greco, ma per il resto è una tariffa che non corrisponde assolutamente alla realtà, nemmeno nelle zone d'Italia con un elevato costo della vita come Milano o Roma. A dire il vero, molti genitori, per risparmiare, preferiscono mandare i figli a fare lezione da studenti con poca esperienza, che pagano 10 euro all’ora.


Ci sono i buoni e i
» cattivi, i solerti e i fannulloni. Pero' ripeto in Paesi dove la
» professione non e' cosi' competitiva rispetto ad altri posti di lavoro
» (Svizzera, Germania , Uk...)la gente non fa la coda per diventare
» insegnate. Anzi gli asili di Zurigo sono pieni di educatori della
» ex-Yugoslavia, per dirne una.
» Il problema e': quale sistema potrebbe incentivare i meritevoli e lasciare
» a casa quelli che lo fanno per ripiego/comodita'>

Il problema degli insegnanti incompetenti è annoso e spero che con il TFA si arrivi a una selezione a monte più seria. Per amore della verità, tuttavia, è doveroso ricordare che questo problema non esiste solo in Italia. Anche in Inghilterra, ad esempio, se n'è recentemente discusso e i dati dicono che solo il 50% dei docenti si attesta su un livello soddisfacente, il restante 50% è costituito da insegnanti che tirano a campare o da incompetenti (http://news.bbc.co.uk/today/hi/today/newsid_9616000/9616432.stm). La situazione in Italia non quindi è così dissimile.

» Nessun governo fino ad ora ha trovato una soluzione convincente. c'e' solo
» un mare di precari da assorbire, che costano moltissimo alla societa' e
» ancora nessuna soluzione.

Non so cosa tu intenda per società. Se intendi la gestione economica dello Stato, il precario costituisce, al contrario, un risparmio, in quanto non ha scatti di carriera ed è privo di tutti i vantaggi previdenziali di cui usufruiscono gli insegnanti di ruolo, quindi comporta un bel risparmio, pur fornendo lo stesso servizio di un insegnante di ruolo. E’un po’ come andare dal dentista e obbligarlo a uno sconto sulla tariffa della devitalizzazione o chiamare un idraulico e pretendere un sconto sulla riparazione del lavandino. Suona ridicolo> Eppure i precari applicano sconti in continuazione.

Un mare di laureati che sperano di abilitarsi,
» non e' chiaro per afre che, se non vincere come alla lotteria il posto
» statale.
» Chi pensa agli studenti e alla qualita' della scuola. Pochi. La politica
» della scuola e' stata per anni una politica di impiego. Il sistema non
» regge piu' e si vede.

Io non criticherei questi giovani laureati che ambiscono al posto statale; in fondo non cercano altro che un po' di stabilità economica, cosa che, fra l’altro, dovrebbe essere un diritto.
È vero, l’impiego nella scuola è stato considerato a lungo, anche nelle scelte politiche, come un ammortizzatore sociale, ma questo vale per tutto il settore pubblico, non solo per la scuola ed è ingiusto, oltre che mistificatorio, prendersela sempre e solo con la scuola.

Pensateci davvero bene.Servono infermieri, medici e
» chimici, ma nessuno si sente cosi' portato a queste professioni...strano>O
» sempre un fatto di politica del lavoro> Molti risponderanno: ma insegnare
» e' la mia vocazione! L'ho sempre sognato fin da bambino!Ragazzi, fantasia
» al potere iniziate a sognare qualcosa di diverso o l'insegnamento altrove
» perche' in Italia e' davvero dura.

È dura fare l'infermiere o il medico se non c'è attitudine o interesse, ma solo perché lo richiede il mercato. Piuttosto, io consiglio sempre di seguire le proprie inclinazioni, ma di crearsi al contempo un percorso parallelo, per esempio imparare un secondo mestiere, in modo da avere più carte da giocare nel mondo del lavoro.


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