assunzione precari- tempistiche (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da g., mercoledì, settembre 15, 2010, 14:17 (5192 giorni fa) @ NeatNeatNeat!

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Ma vorrei precisare che chi rimane non è necessariamente destinato al fallimento o combattere contro i mulini a vento. Personalmente, come molti tuoi amici, sono rimasto - con piena consapevolezza - riuscendo a realizzarmi (anche grazie ai viaggi all'estero che spesso faccio per lavoro) e ad ottenere le condizioni decorose che menzionavi. E non me ne sono mai pentito.
Saluti.
G.


» Il problema è che il mercato del lavoro in Italia è fermo. Non c'è bisogno
» di persone preparate perché si preferisce assumere gente che abbia minori
» qualifiche per poi pagarla una miseria, o una persona che a parità di
» qualifiche o quasi sia disposto/a a farsi sfruttare per qualche centinaio
» di euro al mese pur di lavorare. Per non parlare del magico mondo delle
» raccomandazioni e dei figli dei cugini degli amici dei conoscenti, o
» quello degli stage non retribuiti. Ne consegue che un giovane laureato,
» PREPARATO e qualificato, in questo contesto apocalittico (sì,
» apocalittico) trova nell'insegnamento l'unica via di "redenzione", o
» comunque l'unica professione in grado sì di garantire una certezza
» economica, ma soprattutto di restituire una qualche dignità professionale
» a persone con curriculum studiorum di altissimo livello che magari non
» hanno i mezzi o la determinazione o perché no la voglia di andare
» all'estero. Questa ha tutto l’aspetto di una guerra tra disperati; il
» problema è che passate il vostro tempo a puntare l’indice su chicchessia
» senza rendervi conto che questo stato di cose è determinato da una assenza
» totale delle istituzioni e della politica. Nessun piano di welfare
» giovanile, nessun piano di lungo termine per le politiche relative alla
» pubblica istruzione/università/ricerca, borse di studio tassate (forse
» l'unico paese del mondo occidentale a fare una cosa così vigliacca),
» nessun intervento sulla tassazione del lavoro, e soprattutto un'assenza
» dello stato di diritto e di regole. Il discorso non può limitarsi a un
» semplice "volete fare tutti gli insegnanti" o "volete solo il posto
» fisso", il discorso è di più ampio respiro e ragionare in maniera così
» semplicistica è intellettualmente disonesto. Io sono tra coloro che hanno
» preso un aereo e hanno dimostrato il loro valore all'estero, ma mi rendo
» conto che molte delle persone che avrebbero potuto fare il mio stesso
» passo semplicemente non hanno voluto; non hanno voluto lasciare il paese
» che amavano e hanno ritenuto opportuno rimanere per combattere e ottenere
» condizioni più decorose. Io ho pensato che non ne valesse assolutamente la
» pena e che fosse un po' come combattere contro mulini a vento. Loro
» evidentemente non sono dello stesso avviso. Invece di chiederci perché
» tutti abbiano la vocazione dell’insegnamento in questo paese, proviamo ad
» interrogarci su quali siano le condizioni di vita e del mercato del lavoro
» in Italia. La risposta è tutta lì.
» Saluti.


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