sfogo (Insegnamento Lingua Italiana)

Inviato da Aunt Lucille, giovedì, settembre 01, 2011, 23:26 (4833 giorni fa) @ Diana

Io non credo che la soluzione di tutto sia andarsene all’estero. E poi, basta pensare che all’estero tutto funziona e tutto è bello, mentre in Italia tutto fa schifo e non funziona nulla!
Ho conosciuto tanti insegnanti all’estero che campano di supplenze o insegnano qualche ora qua e qualche ora là, magari in tre o quattro scuole, correndo come pazzi dalla mattina alla sera. Ce ne sono molti che hanno dovuto mettere da parte il sogno di fare l’insegnante e lavorano in ufficio come commerciale o segretaria. Inoltre, non sempre fare un'esperienza all’estero, come i vari stage e assistentati, apre le porte. Molti istituti accolgono assistenti o stagisti proprio perché non avrebbero soldi per assumere personale e così sfruttano forza lavoro gratuita, anno dopo anno. Finito l'assistentato un bel grazie e buona fortuna e neppure un aiuto per cercare altro. Non sempre, inoltre, la meritocrazia regna ovunque. Anzi, in tanti contesti, anche universitari, se vedono che vali e molte cose le sai fare meglio, ti mettono da parte perché sei una possibile minaccia. Ci vuole fortuna, ma anche tanta faccia tosta a contrastare questa gente, e non tutti ce l’hanno, pur essendo molto bravi nel proprio lavoro.
Per non parlare poi di alcuni accademici universitari o insegnanti di scuola che l’italiano non lo sanno proprio o scrivono e parlano un italiano poco naturale. Girano libri di case editrici, anche famose, con errori, calchi dalla lingua straniera e un italiano incartapecorito. Eppure questa gente lavora e prende anche uno stipendio buono, perché ha avuto la fortuna di inserirsi poi al momento giusto. E se arrivi tu, laureato, con dottorato ed esperienza in Italia con un livello di italiano eccellente, hai meno speranze di chi è arrivato qui dopo il liceo, ha fatto l’università sul posto pagata da papà e ha un italiano non certo a livello universitario.
In alcuni paesi come l’UK, si vantano tanto della loro imparzialità, ma alla fine non sono neppure obbligati a mandare un feedback se non sei selezionato tra i candidati. Non sono tenuti a provare i motivi per cui non ti hanno scelto: e come si fa a sapere che non sono stato oggetto di discriminazione> Sempre in UK, se hai titoli ed esperienza conseguiti altrove, non ti prendono nemmeno in considerazione con la scusa che il sistema scolastico è diverso.
E poi questo sistema di referenze non mette certo al riparo da antipatie e sgambetti. Se sei bravo ma sei antipatico al tuo supervisore, stai pur certo che scriverà una referenza per fare in modo che non ti prendano. E sei arrivato da poco e hai fatto solo un misero stage non hai altri referenti, perché quelli che puoi dare dall'Italia non contano niente. E quindi sei punti a capo, senza modo di dimostrare che vali.
Per non parlare poi di quando ti licenziano perché non c'è un numero sufficiente di allievi. E non puoi battere ciglio.
Ah, e poi l'invidia di certi ambienti di lavoro in UK: tanti bei sorrisi davanti, nessuno che dice mai quello che pensa, e dietro a farti le scarpe. Per venirne fuori devi essere un po' falso come loro, ma non tutti se la sentono di pagare questo prezzo pur di lavorare.
Certo, questo accade ovunque, ma non si dica che all'estero è tutto meglio.


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